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Vino italiano, Winenews: crollo senza precedenti su mercato Usa ... Lo Cascio (Winebow): con dollaro basso e crisi vendite -20-30%... Brutte notizie per il vino italiano dagli Stati Uniti dove, a causa della debolezza del dollaro e della crisi economica le vendite stanno accusando un calo senza precedenti, pari al 20-30%. E’ la valutazione di Leonardo LoCascio, presidente di Winebow, uno degli importatori di vini di produttori italiani più importanti negli States (tra gli altri, Allegrini, Argiolas, Bruno Giacosa, Castellare, Di Majo Norante, Falesco, Galardi, Hass, Mastroberardino, Montevetrano, Morgante, Nittardi, Prunotto, Roberto Voerzio, Selvapiana, Tasca d’Almerita, Tua Rita, Valdipiatta, Valle Reale, Zenato), in un’intervista all’agenzia Winenews che lascia pochi dubbi sulla reale portata della crisi economica, che, evidentemente, non ha risparmiato neppure il vino.

Secondo LoCascio nell’attuale congiuntura si sommano “due fattori entrambi negativi e che i produttori italiani sembra non abbiamo compreso: il 2008 contiene due anni in uno. Fino a settembre è stato un anno ‘normalmente’ difficile: un po’ di recessione, problemi legati al super-euro, esuberanza d’offerta, concorrenza dal Cile e dall’Argentina. Ma ad ottobre c’è stato un vero e proprio cambio di passo ed i consumi sono letteralmente crollati e con loro i riordini degli operatori”.

Ad inizio 2008, produttori ed importatori si sono trovati di fronte ad un dollaro che ha velocemente “raggiunto 1,50 con picchi di 1,60 contro l’euro. Nessun operatore italiano o europeo è stato - spiega LoCascio - in grado di resistere ed i prezzi sono aumentati sensibilmente provocando una rapida caduta della domanda”.

Una caduta di domanda che “con l’eccezione del Pinot Grigio e del Prosecco che hanno retto, falsando però le statistiche con i loro numeri - continua LoCascio - il calo medio per gli altri vini è stato almeno del 15% con punte ben più elevate per alcune denominazioni. Per esempio, abbiamo visto i vini toscani molto penalizzati, specialmente il Brunello di Montalcino”.

Un inizio 2008 difficile, dunque, ma che poi ha cominciato a migliorare quando “il dollaro ha recuperato un po’ ed i prezzi sono scesi - spiega il presidente di Winebow - pur restando molte scorte pagate col dollaro basso da piazzare”. Un recupero possibile anche se “riprendere posizioni - sottolinea LoCascio - non è mai una cosa semplice”.

Ma ad ottobre è arrivata la crisi, quella vera. “Qui è successo il finimondo con il crac dei mercati finanziari e la contrazione del credito bancario - racconta il presidente di Winebow - sono fallite tante grandi banche ed istituzioni finanziarie e per settimane le prime pagine dei giornali raccontavano scenari apocalittici. Il risultato è stato un crollo dei consumi senza precedenti, e per di più all’inizio della stagione natalizia”.

In questa situazione “le enoteche riportano cali di vendita del 20-30% e sono preoccupate di generare abbastanza liquidità per coprire l’affitto e gli altri costi fissi - spiega LoCascio - parecchi ristoranti hanno chiuso o stanno per farlo. Per esempio a New York è saltato ‘Fiamma’, dove appena un anno fa bisognava prenotare con settimane d’anticipo”.

Come è possibile cambiare l’inerzia di una situazione simile? “Ognuno si difende come può - afferma LoCascio - le enoteche tagliano gli inventari ed i ristoranti abbassano i prezzi. Noi di Winebow, per adesso, abbiamo mandato a casa il 5% del personale, cancellato tanta pubblicità per il 2009 e abbiamo rinunciato alla riunione annuale di vendita ai Caraibi. Speriamo che basti e se non bastasse abbiamo - continua il presidente di Winebow - nel cassetto ulteriori tagli a spese e personale”.
Di fronte a questo scenario, tuttavia, il presidente di Winebow ribadisce il suo ottimismo “a medio/lungo termine, perché i fondamentali continuano ad essere positivi. Il vino in America sta sempre più diventando un’abitudine giornaliera ed i consumi pro-capite continuano a salire. Il made in Italy continua a ‘tirare’ - prosegue LoCascio - a partire dalla sua cucina per arrivare, naturalmente, al vino. Ma quest’anno è e sarà difficilissimo saranno fondamentali i rapporti consolidati fra produttore ed importatore basati sulla fiducia reciproca, i soli, che, alla fine, permettono di affrontare la situazione contingente con serenità e con una visione di lungo termine”.

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