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EXPORT

Dati Istat: nei primi 9 mesi 2018 crescono le spedizioni enoiche italiane nel mondo

Tra i mercati top bene Usa e Germania, stabile la Gran Bretagna, crescono Svizzera, Canada e Cina, male Giappone e Russia
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The wine dualism between Italy and France

È ancora presto per un bilancio definitivo, ma il 2018 dell’export enoico italiano, secondo le previsioni, segnerà un nuovo record a valore, a quota 6,1 miliardi di euro, di poco superiore al 2017. Una tendenza comunque surrogata dai dati, seppur parziali, dell’Istat, che racconta come i principali mercati del vino italiano siano in crescita o stabili, con qualche Paese in leggero calo. A fine settembre, così, le esportazioni di vino (compresi i mosti e gli spumanti, imbottigliato, bag in box e sfuso, codice merce 2204, ndr), hanno toccato i 4,4 miliardi di euro, in crescita del +3,7% sui primi 9 mesi 2017, con gli Usa ancora, di gran lunga, al top, a 1,07 miliardi di euro (erano 1,03 miliardi di euro a settembre 2017), ma cresce anche la Germania, a quota 739 milioni di euro (da 719 milioni di euro), mentre il Regno Unito, ancora alle prese con i dubbi sul proprio futuro e con gli imponderabili effetti della Brexit, è stabile a 560 milioni di euro. Fuori dal podio, cresce in maniera importante la Svizzera, mercato vicino e particolarmente ricco, nonostante le dimensioni, che nei primi 9 mesi del 2018 ha importato 263 milioni di euro di vino tricolore, dai 246 milioni di euro dell’anno precedente. Fa bene anche il Canada, meta sempre più importante per l’export enoico italiano, che ha toccato i 243,8 milioni di euro (dai 241,8 milioni di euro dello stesso periodo 2017).
Un po’ a sorpresa, trattandosi del nostro principale competitor, tra le destinazioni top della produzione vinicola del Belpaese c’è la Francia, a 139 milioni di euro, seguita dalla Svezia, particolarmente performante, a quota 130 milioni di euro (da 120 milioni di euro), risultato con cui supera il Giappone che, in controtendenza, lascia qualcosa sul terreno, passando da 123 a 121 milioni di euro di importazioni nei primi 9 mesi del 2019. Molto bene anche i Paesi Bassi, che superano i 104 milioni di euro di vino italiano acquistato (da 96 milioni di euro), seguiti dalla Danimarca, a 99 milioni di euro, in lieve flessione dai 101 milioni di euro del settembre 2017, che chiude la top ten. Quindi, altro mercato di riferimento dell’export enoico italiano è il Belgio, con 90 milioni di euro (da 88 milioni di euro). Un gradino più in basso la Cina che, come sottolineano i dati Istat, cresce in maniera rilevante, arrivando a 87 milioni di euro (da 84 milioni di euro), mentre la Russia, dopo un ottimo 2017, segna il passo, crollando a 65 milioni di euro (da 70 milioni di euro), al pari della Norvegia, e dietro l’Austria, a 71,3 milioni di euro. Da non sottovalutare la Polonia, in fortissima crescita a 41,9 milioni di euro (da 34 milioni di euro), un unicum in un Est Europa invece in calo, dalla Repubblica Ceca alla Slovacchia. Infine, il Brasile ed il Messico, mercati a lungo attesi e che fanno segnare dati in chiaroscuro: il Paese verdeoro è in calo, a 25,9 milioni di euro (da 27,5 milioni di euro), quello centroamericano è invece cresciuto fino ai 28,7 milioni di euro (da 26,2 milioni di euro), superando lo stesso Brasile.

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