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Il Venerdi Di Repubblica

Il maestro dei “neri” friulani fa un bianco aristocratico ... Uno Chardonnay che sa di vaniglia e frutti esotici dalla cantina di vini rossi di Alvaro Pecorari... Lis Neris (i neri, in lingua friulana) sono i vini rossi e danno il nome all’azienda di Alvaro Pecorari, maestro vignaiolo. Eccellenti i suoi “neri”: un Cabernet Sauvignon e un Merlot con minima quota di Cabernet. Ma nell’immaginario collettivo la specialità regionale sono i bianchi. A cominciare dal Tocai, che continuano a pensare indigeno, malgrado le decisioni comunitarie ne attribuiscono la peternità all’Ungheria. Il Tocai dovrà chiamarsi “Friulano” e ci sembra un po’ generico. Perché non “Tai”, cioè il bicchiere di vino per antonomasia? Pecorari ha battezzato il suo Fiore di campo. Altre perle: il Verduzzo passito Tal lùc, un festival di profumi e sensazioni (ahinoi, poche le botteghe) e i deliziosi uvaggi Confini e Lis. L’etichetta di oggi è uno Chardonnay in purezza: Jurosa (toponimo della vigna). Vinificato e maturato parte in tonneaux di rovere francese parte in inox, è sul mercato 18 mesi dopo la vendemmia. Ha colore luminoso e brillante, fragranza di fiori bianchi e frutti esotici con leggeri refoli vanigliati, quasi biscottati, sapore di ottima struttura, caldo e aristocratico, di mordida ricchezza ed estrema piacevolezza. A Milano alle Cantine Isola, a Roma, da Costantini sui 15/16 euro.

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