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Il Venerdi Di Repubblica

La formula del Botticino, il vino che si fa in quattro ... Un consorzio nato nel ‘68 produce un Doc per cui si usano i vitigni di Barbera, Sangiovese, Marzemino e Schiave... Due le cose di cui Botticino va fiera: le cave di marmo pregiato e il vino locale, un Doc tutelato da un Consorzio nato nel ‘68. Nei tempi andati, qualcuno (anonimo, forse per pudore) lo definì “Barolo della Lombardia” con eccessiva (e ingiustificata) enfasi. È una Doc piccola piccola (ettari di vigna in totale, 17 produttori associati) e il disciplinare prevede l’impiego di quattro vitigni.
Un uvaggio che sa dare risultati interessanti, come nel caso dell’azienda Antica Tesa. Ne è proprietario Pierangelo Noventa, che la cura dagli anni 80 e la gestisce con la moglie Serena e la figlia Alessandra. Noventa descrive bene la formula del Botticino: “Il Barbera apporta sapidità e giusta acidità, il Sangiovese contribuisce al patrimonio aromatico e alla rotondità, il Marzemino rafforza colore e struttura, la Schiave gentile Incide su fragranza e armonia”.
Da quattro vigne diverse, tutte in alta collina, ottiene altrettanti Botticino. Il Vigna degli Ulivi 2004 ci piace, non sembri un’eresia, per la sua semplicità di beva, che è sostanza di frutto, profumi pronti e schietti, vivacità di sapore, equilibrio. A Brescia all’enoteca Ai Ronchi, a Mariana Mantovana (Mantova) da Stefano Spezia, sugli otto-nove euro.

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