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Il Venerdi Di Repubblica

Il buon vino della tradizione? Nasce dalla rivoluzione (bio) ... In provincia di Latina, dal ‘94 si producono bianchi e rossi da applauso senza diserbanti e concimi... Si fa presto a dire bio, molto meno a farlo. Ecco perché diciamo bravo a Marco Carpineti, che, dal 1994, conduce la sua azienda con i rigorosi metodi dell’agricoltura biologica. Una scelta per dare un piccolo contributo alla salvaguardia dell’ambiente. No ai prodotti di sintesi, diserbanti, concimi chimici: i suoi ulivi e le sue viti hanno come unico aiuto la periodica falciatura delle erbe spontanee. Per Marco, elaborare questa filosofia aziendale è stato “quasi un obbligo morale”. Come fu per suo padre Paolo occuparsi della terra, “di proprietà da sempre”.
Dice Marco: “Il mio lavoro non può essere a scapito di qualcun altro”. Non lo è, anzi. Se l’olio è ottimo, ci ha messi in difficoltà la scelta di un suo vino. Sono tutti buonissimi e tutti ottenuti da vitigni tradizionali. Qui parleremo del Cori bianco, ma caldeggiamo anche l’assaggio degli altri, come il solenne Dithyrambus (Nero buono di Cori e Montepulciano). Il Cori bianco si chiama Capolemole ed è figlio di Malvasia, Bellone e Trebbiano. C’è il sole nel colore, e fiori, frutti ed erbe balsamiche nei profumi. Il sapore è pieno è fragrante. Ha spina dorsale e muscoli, armonia e lunghezza. E un rapporto qualità-prezzo da applausi. A Rapallo (Genova) da Parlacomemangi, a Roma da Trimani, sui 5/6 euro.

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