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Il Venerdi Di Repubblica

La guerra del sughero fa saltare il tappo ... I produttori vogliono il sintetico, il ministero dice no. Posta in palio, l’export. Ora deciderà la Ue... Il ministero delle Politiche agricole ha detto no: i vini italiani devono essere sigillati con il tradizionale tappo di sughero, non importa se il mercato mondiale accoglie a braccia aperte i tappi sintetici, che ci liberano dall’odiato “sapore di tappo”, oppure le chiusure a vite, ormai d’obbligo nel mondo anglosassone. Nonostante le pressioni dei produttori italiani la Direzione generale per la qualità dei prodotti alimentari ha ribadito la contrarietà ad abbandonare la via del sughero.
“L’unica concessione che siamo riusciti a strappare” afferma il segretario generale dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti, “è quella di consentire la tappatura alternativa per alcuni tipi di Doc, con l’esclusione delle Riserve e delle Qualità superiori”. Quanto agli altri prodotti, il ministero fa sapere di non avere in programma nessun allentamento delle regole. “Questa posizione” osserva il presidente della spa Marchesi di Barolo, Ernesto Abbona, “ci mette in polemica con la distribuzione mondiale, che protesta per la nostra insistenza a usare il sughero, sistema che provoca uno scarto calcolato attorno al dieci per cento e oltre, a causa del sapore di tappo”.
Sulla stessa linea la direzione di Federvini, cui si oppone invece l’Associazione italiana sommelier, scandalizzata per la valanga di pretese innovative che incombe sul mondo del vino. “Dalla metà del ‘700” ricorda il presidente dell’Emilia, Raffaele Piccirilli “in Italia si imbottiglia con vetro e sughero; vogliamo giocarci proprio adesso centinaia di anni di tradizione?”. Ora il braccio di ferro si trasferirà in sede europea, dove il Portogallo, produttore del 52 percento del fabbisogno comunitario di sughero, conta di chiudere la partita nel corso del proprio semestre di presidenza.

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