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Il Venerdi Di Repubblica

Se l’architetto ristruttura il Barbaresco ... Dagli anni Novanta Marco Piacentino si occupa di Cascina Socré, e dal Duemila propone le sue bottiglie. Di Barbaresco, ma non solo. Marco, architetto, racconta: “La mia famiglia comprò la tenuta nel 1871, conservandone il nome, che era il soprannome dei precedente proprietario, “zoccolaio”, socré in piemontese. Gran bei vigneti. a Roncaglie. Si è sempre coltivata l’uva, da vendere anche ai privati che si facevano il vino a casa. Mio padre Benedetto nel ‘58 rinnovò tutti gli impianti e pian piano avviò la produzione”. Da quando Marco ha deciso di far sbocciare il nome Socré, con la complicità della moglie Rosella, l’azienda si è ingrandita con nuovi vigneti ad Alba e Cisterna “Asti, e quindi con altri vini: Ameis, Moscato, Barbera, Doicetto, Croatina (tutti assaggi raccomandabili). Il Barbaresco resta, per noi, il vino da festa, ed è in due versioni: il cru RBR, gran lignaggio, e questo Socré. Sfoggia finezza e semplicità, struttura e frutto, freschezza ed equilibrio, insomma la classe tipica della Docg. Si trova a Torino da Parlapà, a Lucca da Vanni sui 25-27 euro.

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