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Il Venerdi Di Repubblica

Dalle langhe il nebbiolo che baroleggia ... Difficile incontrare Flavio Roddolo fuori casa. Lontano dalla sua vigna, dalla sua cantina, è come se gli mancasse l’aria. È uno scapolone che vive per il lavoro e cura la terra come una volta: letame per concime e per le vigne solo rame e zolfo. Una passione extra (molto più di un hobby) ce l’ha: la montagna, per camminate che vanno dall’alba al tramonto. “Inevitabile, è da quando sono nato che vedo il Monviso e la corona delle Alpi tutti i giorni”. Da pochi anni è stato “scoperto” come grande produttore di Langa. Tempo fa abbiamo parlato del suo Bricco Appiani: è il nome della sua cascina, a Monforte, ma anche del suo “uovo fuori dalla cesta”, ossia un Cabemet Sauvignon fuoriclasse. Adesso andiamo sul tipico: il ricco Dolcetto (anche Superiore), la maestosa Barbera, l’austero Barolo (il cru Ravera è abbecedario
e Insieme florilegio della Doc). La nostra etichetta si riferisce al Nebbiolo: il minimo che si può dire è che baroleggia. Del Barolo ha le virtù: potenza e profondità, eleganza e, in fondo, semplicità e naturalezza. A Milano da Ronchi, a Roma da Trimani sui 18-20 euro.

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