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Il VenerdÌ Di Repubblica

La bottiglia ... Sull’Etna il rosso è d’alta quota... Bello ascoltare certi vignaioli. “Coltivo solo i vitigni locali: Nerello Mascalese e Cappuccio, Carricante e Catarratto. Interventi al minimo. Niente diserbo. Niente barriques, ma tini e botti grandi di legno lungamente stagionato. Sulla vite solo rame e zolfo. Comanda la terra, non noi”. Chi parla è Alberto Aiello Graci. Laureato in Economia e commercio a Roma, ha vissuto qualche anno a Milano nel giro dell’alta finanza, poi ha capito che la sua vita era altrove: in Sicilia, dov’è nato, sulle pendici dell’Etna. Era il 2004. Ha trovato ceppi a piede franco, in parte ad alberello, e altri ne ha impiantati, fiancheggiato dalla sorella Elena. Ha scoperto l’energia dei terreni vulcanici. Le vigne stanno a 600 metri, a mille e, dal prossimo anno, a 1.100. La vendemmia comincia dopo metà ottobre. Tre, per ora, i vini: Etna rosso, Etna bianco e il rosso Quota 600. Quest’ultimo ci ha colpiti. Nerello Mascalese in purezza, limpido rubino il colore, suggestivo il bouquet (ricco di frutti scuri, spezie, erbe aromatiche, minerali) riflesso nel gusto, complesso e strutturato, fine e concreto. Un signor bicchiere. A Firenze da Bonatti, a Roma da Bulzoni sui 27-29 euro.

Etna Rosso Quota 600 2008

Graci

Passopisciaro (Catania)

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