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Il VenerdÌ Di Repubblica

Quando, tra i filari, l’agricoltore smette di fare il piccolo chimico a Vinitaly di Verona (dal 25 marzo) presenti oltre 130 produttori biodinamici, che coltivano le loro uve con un solo aiuto: la natura ... Ha messo al bando la Chimica. nei suoi vigneti coltivati a nero d’Avola, frappato e moscato nella Contrada Fossa di Lupo, nel Ragusano. La zona del Cerasuolo di Vittoria. Niente lieviti, batteri e additivi in Cantina e, per nutrire a terra, concimi organici come il sovescio di favi no, una leguminosa erbacea, e il cornoletame, il preparato naturale ottenuto dallo stallatico, con cui in autunno si riempiono le corna di mucca, Sembra una stregoneria, ma non lo r dopo sei mesi sotto terra diventa una sostanza colloidale utilizzata come fertilizzante, secondo i dettami del filosofo austriaco Rudolf Steiner, che negli anni Venti del secolo scorso fondò l’agricoltura biodinamica. Che si basa su un semplice principio: la terra contiene in se le sostanze per far crescere le piante, va solo aiutata a liberarle, sfruttando anche le forze co smiche tra Cui la posizione della Luna al momento della semina. “La mia scommessa più gran de è comprendere le esigenze della natura, senza turbarla nel suo divenire o modificarla nel suo aspetto”, spiega Arianna Occhipinti che, a 29 anni e una laurea in Viticoltura ed enologia all’università di Milano, è una del le promesse del vino mode in Italy il Cerasuolo di Vittoria Classico Grotte Alte 2006 ha conquistato un posto nel gotha della Guida dell’Espresso 2012 (18,5 ventesimi) e anche le altre bottiglie (Frappato 2009, Siccagno 2008) si difendono bene, La giovane siciliana è uno de gli oltre 130 produttori di vini naturali che per la prima volta approderanno al Vinitaly, a Verona (2528 marzo, Vinitaly, organizzato da Veronafiere), il più importante salone italiano del settore in Italia. Lo spazio Vivit vigne, vignaioli, terroir è tutto per loro: il segno che, per quanto di nicchia, vini biologici e biodinamici incontrano sempre di più interesse dei-consumatori, Ma se vitigni biologici sono monitorati e certificati, viticoltori biodinamici sfuggono alle statistiche ufficiali, Addirittura alcuni, anche se hanno ottenuto la certificazione bio, vengono sottoposti ai controlli previsti dal regolamento e dalla prossima vendemmia potranno anche utilizzare la dizione “vino biologico” sulle etichette, preferiscono non apporre il lago europeo sulle bottiglie perché si sentono più vincolati a una certa ortodossia steineriana che alle norme scritte, L’associazione Demeter con sede in Germania (presente in 43 Paesi con oltre 4200 produttori), invece, che finora in Italia ha certificato 63 aziende vitivinicole con una superficie di soli 565 ettari, applica in maniera molto rigida le regole della biodinamica: i loro prodotti sono dotati sia di certificazione bio pubblica sia del marchio internazionale privato Demeter. “Sono molto pragmatico, come tutti gli agricoltori”, spiega Stefano Bel- lotti, titolare di Cascina degli Ulivi a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, uno dei pionieri della biodinamica in Italia, anche lui ospite a Vinitaly con le sue bottiglie (per la guida Slow Wine 2012 spicca il Piemonte Barbera Mounbè 2005): “Negli anni Ottanta, ero molto scettico. Poi gli ottimi risultati mi hanno incoraggiato ad andare avanti con la biodinamica”.

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