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Il VenerdÌ Di Repubblica

Ora la crisi colpisce i vini ma almeno li si può bere ... La bolla del vino si sta sgonfiando e molti investitori sono in perdita, ma almeno possono consolarsi stappando bottiglie di buona annata. Il grande vantaggio del vino rispetto ad azioni, obbligazioni, oro e diamanti è proprio questo: si può bere. Da giugno del 2011 è in discesa il Liv-ex Fine Wine 100, l’indice dei vini calcolato sul valore dei migliori al inondo. Tra questi ci sono moltissimi Bordeaux ma anche Burgundy, Rhòne, Champagne e qualche vino italiano. In un anno l’indice ha perso il 27,3 per cento. Dal 2005 fino all’autunno del 2008, durante il cosiddetto periodo d’oro, era invece salito del 152 per cento.
Alla radice della flessione del mercato del vino c’è sicuramente la crisi economica, che ha ridotto la domanda cinese, trainante negli ultimi anni, specialmente per i rossi francesi di annate eccezionali. L’anno scorso, a un’asta Christie’s a Hong Kong; un investitore cinese ha pagato trecento bottiglie di Chàteau Lafite Rothschild 540 mila dollari. Se non le ha già bevute, ha perso il 28 per cento dell’investimento. Ma il vero pericolo per chi vuole usare i vini come obbligazioni viene dalla contraffazione, un grosso giro d’affari in Cina e nel resto dei Paesi asiatici. Per evitare che i contraffattori riempiano bottiglie d’annata vuote con vini scadenti, alcune sono munite di microchips che gli smartphone possono leggere. Christie’s invece frantuma a martellate quelle usate per far assaggiare le annate messe all’asta.

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