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Il VenerdÌ Di Repubblica

La vernaccia che ha origini trentine .... Non ha ancora l’accento toscano e non ha perso del tutto quello trentino. Massimo Daldin. Racconta del trapianto, nel 1983. della sua famiglia: papà Mario, mamma Giovanna e cinque figli, dalla Valle di Cembra a San Gimignano. “Folgorati” dalla bellezza dei luoghi: torri, doppia cerchia di mura, antiche strade e viti e ulivi a perdita d’occhio. Un paesaggio più dolce delle vigne di montagna che avevano sempre coltivato. Dal Mùller Thurgau alla Vernaccia e al Chianti, il lavoro era lo stesso. Massimo aveva 11 anni, oggi gestisce l’azienda Ca’ del Vispo, otto ettari. Ha piantato anche varietà internazionali, rosse e bianche, e ne ricava vini interessanti, dal Merlot Cruter al Cabernet Fondatore. Vernaccia e Chianti sono i cavalli di battaglia, il 75 per cento è richiesto all’estero. Due versioni di Vernaccia: Vigna in fiore (in parte fermentata in legno) e la nostra etichetta, che vede solo acciaio. Bel bicchiere, giallo pallido il colore, profumi variegati tra frutta estiva e aromi dell’orto, sapore fresco e secco, senza asprezze, ricco e lungo, di gran carattere. A Cantello (Varese) da Risetti, a Viareggio (Lucca) al magazzino del vino sui 7-8 euro.

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