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Il VenerdÌ Di Repubblica

L’Amarone che fa più dolce il Veneto ... I sapori per rilanciare il territorio. Olga Bussinello, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella, spiega come incrementare il turismo grazie a cantine, formaggi e cultura ... Olga Bussinello ha 43 anni, una laurea in giurisprudenza a Trento, due gemelle adolescenti e fa un mestiere che fino a qualche anno fa era appannaggio degli uomini: è il direttore dei Consorzio per la tutela dei vini della Valpolicella (in provincia di Verona,, l’unica donna a occupare una poltrona così importante nel mondo enologico italiano, Anche se, a dir la verità, la “quota rosa” nel mondo del vino, soprattutto nella zona di produzione dell’Amarone, il rosso amato perfino dal presidente Obama, negli ultimi anni è molto aumentata: tra le 180 aziende che fanno parte dei consorzio il 13 per cento è a guida femminile.

Come mai ha scelto un incarico così inusuale per una donna?

“Talvolta me io chiedo anche io. Tutto è capitato un po’ per caso. Dopo essermi laureata in legge mi sono occupata di diritto agroalimentare in ambito comunitario. Dal 2008 al 2010 sono stata fa responsabile della comunicazione dell’Associazione consorzi agricoli italiani. E poi ho sempre scritto su alcuni giornali specializzati parlando di vino, formaggi, prodotti dop. Penso che in Italia la cultura dei cibo sia straordinaria e che dobbiamo valorizzare sempre di più i prodotti della nostra terra”.

Ha trovato molta diffidenza?

“All’inizio non è stato facile, Mi hanno tenuta in osservazione, se così si può dire, per quasi due anni, Ma poi ho superato l’esame: due mesi fa l’incarico mi è stato riconfermato”.

In questi due anni qual è stata la sua impronta nei consorzio?

“Ho prima di tutto cercato di capire perché una zona bella come la Valpolicella, una terra ricca di cultura, arte e di una natura generosa non sia conosciuta come merita. Ernest Hemingway diceva che il vino è uno dei maggiori segni di civiltà, Ecco, io sto cercando attraverso l’Amarone, il Ripasso e gli altri vini della Valpolicella di creare una sinergia positiva fra agricoltura e cultura. Il mio più grande impegno in questo momento e di esportare la Valpolicella all’estero. Coinvolgendo i produttori di vino, di olio, di formaggi, gli albergatori e tutti coloro che vogliono partecipare al lancio turistico di questa terra. È un modo per non soccombere alla crisi economica”.

L’Amarone è il locomotore di questo treno?

“In questi ultimi vent’anni l’Amarone è diventato una sorta dì ambasciatore dell’Italia e della Valpolicella. È amato e comprato in America da attori celebri, politici, manager. La gente arriva qui per visitare le cantine, per assaggiare il vino che conosce, ma poi scopre che c’è di più. Dobbiamo collaborare con altri consorzi della nostra zona come quelli del formaggio dop Monte Veronese o del Prosecco doc. Bisogna organizzare una rete di collaborazione mettendo al centro il turismo: creare percorsi per le biciclette, ippovie, sentieri da percorrere a piedi”.

Tante idee. Lavora molto?

“È il rimprovero che mi fanno le mie figlie: mamma ma tu lavori sempre, dicono, il fatto è che amo la mia terra e i suoi prodotti. E poi noi donne riusciamo a pensare dieci cose contemporaneamente e per realizzarle bisogna impegnarsi molto”.

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