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La Sicilia

L'uva c'è ma nessuno la vuole ... E ora? E' la domanda fatidica che ogni viticoltore sta facendo a se stesso in questi giorni. Tutte le rubriche e le trasmissioni tv enogastronomiche hanno fatto a gara per convincerci che la vendemmia 2004 sarebbe stata un'annata eccezionale: raccolto abbondante, prodotto dalle caratteristiche ineccepibili, complici le condizioni dinamiche dell'anno particolarmente favorevoli. Allora, sin dal momento della pota verde, per mesi e mesi, i contadini hanno pregustato il piacere di una vendemmia di successo, di una vendita proficua, di una vinificazione di quale superiore.
Invece, come accade ormai quasi ogni anno, il raccolto va bene, il prodotto è buono, ma nessuno lo vuole. Già, nessuno lo vuole. E allora inizia la «via crucis» per cantine e commercianti, in cui ogni viticoltore si sente dire che sì, l'annata è stata buona, però quella varietà di uva quest'anno non è richiesta, oppure la produzione è stata troppo abbondante e il prezzo è crollato, o, ancora, la cantina ha stabilito un tetto massimo di produzione in bottiglia, perciò c'è uno sbarramento degli acquisti, o, peggio ancora, se il produttore è associato alla cantina, cosa che gli dà il diritto di portare lì la propria uva, deve prenotarsi parecchi giorni prima, perché «chi arriva macina» ... A quel punto, viene da chiedersi, innanzi tutto, che fine hanno fatto le eccezionali previsioni di inizio campagna, quando tutti gli specialisti si affannavano a decantare le doti dei vini siciliani, le conquiste di mercati internazionali, le indagini sui consumi di vino in continuo aumento. Poi, si passa a chiedersi quali uve vengano utilizzate per la vinificazione e da chi. Alla fine ci si convince che è meglio cambiare mestiere. A cosa dedicarsi? O, meglio ancora, smettere del tutto ed affidarsi alla pubblica assistenza.

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