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Vino, i produttori: “stagione record, da Nord a Sud vendemmia 2015 da ricordare” ... La vendemmia 2015 è ormai nel vivo e procede sotto i migliori auspici, almeno stando ai produttori più importanti d’Italia che a WineNews hanno parlato delle loro aspettative, nel pieno delle operazioni di raccolta. “In Piemonte -spiega Paolo Damilano, della griffe di Barolo- la vendemmia 2015 sta aspettando ancora i Nebbiolo da Barolo, e se per i vigneti c’è stata una prima fase umida che ha richiesto una gestione molto attenta successivamente il caldo ha rimesso in equilibrio la situazione, mettendoci in condizione di lavorare bene, senza affanni”. “Il Nebbiolo ancora non è stato raccolto -precisa- e vogliamo tirarlo avanti ancora. I dati quantitativi sono molto buoni e sulla qualità abbiamo aspettative molto alte”. Pio Boffa, patron della storica azienda Pio Cesare di Alba, sottolinea che “la vendemmia sta andando benissimo: i bianchi e i Dolcetto sono eccezionali, e aspettiamo le Barbera e i Nebbiolo più importanti con grande fiducia; i dati analitici sono buonissimi, solo la quantità è prevista in calo”. In Veneto fotografa la situazione Franco Allegrini, che, insieme alla sorella Marilisa e la nipote Silvia, è sul ponte di comando dell’azienda con sede a Fumane, in Valpolicella: “Una vendemmia molto bella, con un po’ di anticipo, ma molto solida. La qualità delle uve è perfetta. Quantitativamente siamo con segno più sul 2014, ma non si tratta di una vendemmia abbondantissima. Ci aspettano ancora 20 giorni di raccolta”. Ancora dall’Amarone e da Tedeschi, uno sguardo sulla campagna 2015 nel veronese. “Siamo ottimisti sulla qualità delle uve, la vendemmia sta andando molto bene -afferma Sabrina Tedeschi- e ci aspettano ancora due settimane di lavoro. Ci piace però parlare più approfonditamente dell’esito qualitativo quando i vini saranno pronti. Comunque, siamo contenti. La raccolta è molto più semplice di quella del 2014, anche se il caldo ha richiesto una gestione attenta dei vigneti. Quantitativamente, dovremmo essere sopra al 2014 del 10%”. In Trentino, se la vendemmia per i bianchi sta volgendo al termine, sulle varietà rosse c’è ancora qualche giorno da attendere. “Le uve sono molto belle -afferma Anselmo Guerrieri Gonzaga, della boutique winery Tenuta San Leonardo- e decisamente sane. Anche la quantità è molto buona, anche se poi c’è da considerare la resa in vino. E da questo punto di vista un conto è l’uva e un conto è il vino, per dare giudizi sull’annata nel suo complesso bisogna aspettare. Per adesso, possiamo dire che i bianchi hanno acidità equilibrate e bella maturità, e potrebbero essere anche adatti a grande invecchiamento. È una buonissima vendemmia, ma per giudicare l’annata bisogna aspettare”. Sempre dal Nord Italia, arriva il punto di vista di Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta e patron di Ca’ del Bosco: “Una vendemmia particolare, quella del 2015: non vedevo l’uva così sana e in condizioni così straordinarie almeno da un ventennio. Un contributo decisivo è venuto dalla scarsità delle precipitazioni piovose nel periodo tra maggio e agosto, che ha visto solo 150 mm di acqua cadere sui vigneti”. “Questo per quanto riguarda -fa notare- i terreni a valle e più profondi. Di contro, sui vigneti collinari si è registrata un po’ di siccità che ha portato a un calo di produzione nell’ordine del 25% sul totale. Anche l’apporto dell’irrigazione a luglio, quando si è avuto il caldo più intenso, non sempre ha scongiurato del tutto qualche sofferenza alle viti. Una vendemmia dalle due facce, quindi, se guardiamo al comportamento dei vigneti. Per la qualità dei vini se ne parlerà a marzo, non mi sento un mago”. Dal Friuli Venezia Giulia si sottolineano le opposte caratteristiche che la raccolta 2015 evidenzia sul 2014. “C’è stata pioggia quando ci voleva -dice Gianni Venica, della cantina del Collio- e alte temperature nel lungo periodo; le piante sono sanissime e in equilibrio, come i loro frutti. Abbiamo concluso la vendemmia delle varietà bianche, solo la Ribolla è un po’ più indietro e la raccoglieremo in questi giorni, poi sarà la volta delle varietà rosse. Le acidità hanno tenuto bene, nonostante il caldo di luglio, e siamo molto soddisfatti”. Ottimismo anche in Valtellina, dove la vendemmia 2015 sta per entrare nel vivo. “Le premesse sono buone, le uve sono sanissime e maturate in modo ottimale, anche se con un anticipo di circa una settimana, grazie alle belle giornate di luglio e agosto - afferma Casimiro Maule, enologo di Nino Negri (Gruppo Italiano Vini)- e supportate da giuste piogge e buone escursioni notturne. La quantità è nella media degli ultimi cinque anni (escluso il 2014), siamo ottimisti ma tutto ora dipende dal clima di fine settembre e dei primi 15 giorni di ottobre”. In Toscana, e precisamente da Montalcino, Jacopo Biondi Santi, patron della Tenuta Greppo, dove è nato il Brunello spiega: “Abbiamo appena cominciato. I vigneti sono spettacolari e le uve sono splendide. Se le condizioni meteo restano così, sarà un’annata da ricordare. Detto questo, però, giudizi definitivi li darò soltanto con tutta l’uva in cantina e a fermentazioni esaurite”. “La vendemmia sta andando bene -aggiunge Enrico Viglierchio, direttore generale Castello Banfi- e abbiamo cominciato con la raccolta dei Sangiovese da pochi giorni, le uve sono sane e le maturazioni molto buone. Quantità nella media aziendale. Ci sono davvero tutte le premesse per una grande qualità dei vini”. Spostandosi nell’areale del Chianti Classico, non cambia di molto il parere sulla vendemmia 2015 che “sta andando molto bene, le uve sono bellissime - dice Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio del Chianti Classico e patron di Rocca delle Macìe- e per adesso siamo molto contenti”. “Naturalmente incrociamo le dita. Abbiamo appena cominciato la raccolta dei Sangiovese, con quelli destinati ai ‘Cru’, che resteranno qualche giorno in più in pianta. Forse ci sarà un po’ meno quantità, ma la qualità dovrebbe essere da grandissima annata”, aggiunge. “Se non ci sono imprevisti - spiega Renzo Cotarella, direttore generale Antinori- sembra davvero una vendemmia seria. Le prossime due settimane saranno decisive, ma siamo fiduciosi. Si tratta di una vendemmia regolare, da buona ad ottima. La realtà della Toscana è su questa lunghezza d’onda. Non si è dimostrata così in anticipo come pareva e, alla fine, non è nemmeno rubricabile tra le raccolte più calde degli ultimi anni, basta guardare i colori dei vigneti”. Ottimismo anche dai vigneti di Bolgheri, dove Carlo Paoli, direttore della Tenuta San Guido, dove nasce il Sassicaia, afferma: “Abbiamo superato la metà del nostro percorso di raccolta e siamo in dirittura d’arrivo. Tengo le dita incrociate, ma sembra davvero una vendemmia molto bella. Le piante hanno ancora bellissime pareti fogliari, segno che il caldo non le ha mandate in crisi. Sembrerebbe un’annata migliore del 2009. Ma, per dare giudizi definitivi, aspettiamo finché tutta l’uva non è arrivata in cantina”. Dall’Umbria il commento di ‘Mr. Sagrantino’, Marco Caprai, alla guida dell’azienda di famiglia a Montefalco: “Una vendemmia che procede bene, siamo a metà e abbiamo già portato cose buone in cantina. Ancora attendiamo qualche giorno per iniziare con i Sangiovese e i Sagrantino. Quantità tra il 15 e il 20% in più sul 2014. Abbiamo, come dire, visto di molto peggio”. “Dopo 3 o 4 vendemmie problematiche -commenta Vincenzo Pepe, enologo dell’umbra Lungarotti- ci voleva proprio un’annata come questa: le uve sono sanissime, sono state raggiunte belle maturità e anche le acidità hanno tenuto bene, nonostante il caldo. Abbiamo già terminato con le uve bianche, mentre per le rosse, Sangiovese in testa, aspettiamo ancora qualche giorno. E’ un bellissimo settembre e le previsioni sembrano promettere ancora un bel clima. Quantitativamente sulle uve bianche siamo un po’ al di sotto del 2014. Anche le uve rosse dovrebbero essere un po’ di meno”. Una vendemmia di pregio anche nelle Marche, da dove parla Michele Bernetti, alla guida della Umani Ronchi, uno dei leader del Verdicchio: “Abbiamo finito il Verdicchio, dopo una raccolta splendida. Abbiamo appena cominciato con le uve rosse che sono davvero spettacolari, addirittura meglio delle bianche. Un’annata calda, ma con caratteristiche delle uve non da annata calda. Siamo molto contenti”. “In Campania -osserva- la situazione è molto buona. Fiano, Falanghina, Greco, per esempio, possono essere raccolte al momento giusto per la loro maturazione. Poi sarà il turno dell’Aglianico, tra la prima e la seconda decade di ottobre, con un po’ di anticipo. Le maturazioni zuccherine sono buone e anche le acidità sono interessanti. Tecnicamente, peraltro, le uve tardive, se sono sane, come sembra in generale quest’anno, sono avvantaggiate molto da una situazione climatica come questa. Sono fiducioso, mi pare di vedere una buona annata per i bianchi e una grande per i rossi, specialmente per l’Aglianico”. Operazioni di raccolta nel vivo anche in Sicilia dove “la vendemmia sta andando abbastanza bene -afferma Antonio Rallo, che insieme alla sorella José è alla guida di Donnafugata- e uva da raccogliere ce ne è abbastanza, specialmente nella Sicilia orientale, per un 15% in più sul 2014. I vitigni bianchi e i rossi precoci sono andati bene e stiamo finendo di raccogliere i Cabernet. A Pantelleria, invece iniziamo alla fine di questa settimana. Le uve sono molto belle ma, al contrario della Sicilia, quest’anno i quantitativi sono il 15% in meno, perché il vento caldo ha ridotto il potenziale produttivo. È una vendemmia dalle buone premesse, sono fiducioso”. In Abruzzo tempistiche un po’ più diluite almeno per la griffe Masciarelli. “Abbiamo fatto i bianchi con risultati molto buoni, da annata top -sottolinea Marina Cvetic Masciarelli- tanto per cominciare, si tratta di una vendemmia decisamente migliore di quella del 2014. Tuttavia dobbiamo restare prudenti per la raccolta dei rossi. Cominceremo questa settimana con il Montepulciano, che è un vitigno più tardivo. Per ora le uve sono sane ed equilibrate, grazie ad una maturazione piuttosto regolare”. Uno sguardo complessivo al Sud Italia continentale arriva da Luigi Mojo, docente di enologia all’Università di Napoli e produttore in Irpinia, con l’azienda Quintodecimo: “Quest’anno hanno sofferto il forte caldo soprattutto i vitigni precoci e internazionali, mentre le varietà indigene, ormai perfettamente acclimatate, non hanno avuto problemi. I fenomeni meteorologici di straordinaria violenza, purtroppo sempre più diffusi, sono stati il maggiore fattore di rischio e spero che le condizioni meteo non propongano ancora la possibilità di queste manifestazioni”. “Ancora siamo a circa metà della raccolta -spiega Alberto Tasca d’Almerita- e mi sembra però una vendemmia positiva sia in termini quantitativi che qualitativi, omogenea nelle varie tenute. A Regaleali e sull’Etna abbiamo cominciato da poco e finiremo tra una ventina di giorni. Restano i timori per l’incrocio tra aria calda e fredda che può provocare dei veri e propri disastri, come è già successo. Per il bilancio definitivo dobbiamo aspettare, come sempre, a novembre”. “Nella Sicilia orientale ormai l’80% dell’uva è stata raccolta -sottolinea Alessio Planeta, direttore della produzione di Planeta- mentre in quella orientale ancora stiamo aspettando. C’è più uva che nel 2014, circa il 15%. Si tratta di una vendemmia non lineare che assomiglia a una partita di scacchi, nel senso che ci sono stati eventi positivi ed eventi negativi che andavano gestiti. Sui bianchi, almeno per quanto riguarda la nostra azienda, preferivo la 2014, mentre sui rossi, Nero d’Avola e Syrah in testa, la 2015 darà risultati molto buoni. È stato caldo per gli uomini, ma non per i vigneti, che sono equilibrati e non hanno sofferto per la siccità. Le uve hanno perso un po’ di acidità, ma i pH sono regolari”. Ottimismo anche dalla Sardegna dove la vendemmia è arrivata “ai due terzi della raccolta sul Vermentino, il Nasco e la Malvasia bianca”, spiega Mariano Murru, enologo di Argiolas. “Il caldo - prosegue - di certo non è mancato, ma siamo contenti. Le uve sono sane e di ottima qualità, grazie anche all’aiuto dell’irrigazione e delle escursioni termiche, le piante non hanno sofferto, in più la raccolta notturna e il trattamento delle uve con la carbonica ha ulteriormente ridotto le problematiche. Cominceremo in questi giorni con i Carignano e i Cannonau. I vitigni di antica coltivazione sono peraltro perfettamente acclimatati a stagioni come queste”. “Un’annata da metterci la firma se fosse così anche per quelle future. Ci sono le premesse per risultati eccezionali”, conclude.

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