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EFFETTO COVID

Ristorazione, non bastano i segnali di ripresa: -2 miliardi di euro di incassi (su estate 2019)

Fipe/Confcommercio: pubblici esercizi a pieno regime nonostante il green pass, netto miglioramento sul 2020 ma lontani dal periodo pre-crisi
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Ristorazione, non bastano i segnali di ripresa: -2 miliardi di euro di incassi sull’estate 2019

Con l’Italia in zona bianca e nonostante l’introduzione del vincolo del green pass l’estate 2021 ha visto una ripresa delle attività dei pubblici esercizi a pieno regime, con un incremento degli incassi pari a 3 miliardi di euro rispetto ad un anno fa, ma ancora non basta per avvicinarsi al periodo pre-pandemia. A dirlo è l’Ufficio Studi di Fipe/Confcommercio: su estate 2019, l’ultima prima del Covid, la ristorazione ha incassato circa 2 miliardi di euro in meno. Un dato sul quale pesa in particolare la troppo lenta ripresa dei flussi turistici internazionali che incide negativamente sulle performance delle città d’arte. Anche per questo è necessario stabilizzare la ripartenza, scongiurando in ogni modo nuove chiusure e misure restrittive ai danni delle imprese.
“Dopo 18 mesi di pandemia, 2 mesi di lockdown totale, nove mesi di campagna vaccinale e un lunghissimo periodo di limitazioni alle attività in diversi comparti (alcuni dei quali, come le discoteche, non ancora operativi), sarebbe incomprensibile e irragionevole, nel caso del probabile peggioramento del quadro sanitario, riportare indietro le lancette dell’orologio, riproponendo le solite limitazioni alle solite imprese, in primis proprio ai pubblici esercizi”, sottolinea la Fipe/Confcommercio.
“Il nostro settore - commenta il presidente Lino Stoppani - ha già pagato un prezzo altissimo nei mesi delle chiusure e delle zone “colorate”; proprio negli ultimi mesi, poi, abbiamo riaperto dando un contributo decisivo all’utilizzo e all’implementazione del green pass, sostenendo con forza la stessa campagna di vaccinazione. Oggi se tanti cittadini, tra cui 4 milioni di over 50, scelgono ancora di non vaccinarsi, il peso di questa scelta non può gravare sulle spalle delle attività economiche già provate da una lunghissima crisi. Si parla oggi di obbligatorietà, estensione del green pass, nuovi provvedimenti: noi diciamo che servono scelte rapide, coraggiose ed eque; rapide perché i rischi sanitari permangono, coraggiose, perché il green pass sia esteso anche ad altri ambiti, ed eque perché non devono impattare su chi, persone e imprese, ha già responsabilmente fatto la propria parte”.

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