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VenerdÌ Di Repubblica

Così, nel Salento, si prepara il vino bello di notte nei vigneti dell’azienda Mottura, per il secondo anno consecutivo la vendemmia è solo notturna. Serve a favorire la giusta fermentazione del mosto ... Nella terra della pizzica i migliori vini nascono sotto le stelle, A pochi giorni dal concerto che ha segnato la fine della Notte della Taranta, diretto a Melpignano dal musicista e compositore bosniaco Goran Bregovic, le notti salentine tornano ad animarsi, Questa volta i ritmi della pizzica tarantata lasciano il posto al rumore dei motori dei trattori che si muovono tra i filari dei vigneti di Negroamaro, Primitivo, Chardonnay e Fiano nelle campagne di Salice Salentino, Cellino San Marco e Campi Salentina, in provincia di Lecce. Intorno ai mezzi i contadini dell’azienda vinicola Mottura (www.motturavini,it) che, alla luce di potenti fari, raccolgono l’uva utilizzata per produrre alcuni tra i più pregiati vini del Salento. Si lavora dalle 23,30 fino alle 5 del mattino, in una campagna avvolta dal silenzio e dall’oscurità, “per ridurre al massimo l’utilizzo delle tecniche artificiali di raffreddamento necessarie per portare il mosto alla temperatura ottimale di vinificazione” spiega Antonio Mottura, “Una tecnica che permette di salvaguardare gli aromi autoctoni delle uve, limita i fenomeni di ossidazione e riduce i consumi energetici di un buon 30 per cento”, Dopo il successo della sperimentazione avviata nel 2011, quest’anno tutti i vini dell’azienda nasceranno da uve raccolte sotto le stelle e lavorate alle prime ore dell’alba nelle cantine di Novoli, L’annata sì annuncia buona, grazie al clima dei mesi di maggio, giugno e luglio e alla scarsa piovosità che ha favorito una minore produzione da parte delle piante, garantendo integrità e ottima qualità del grappolo La condizione ideale per liberare al massimo gli aromi del Primitivo, vitigno capace di resistere alle alte temperature estive, dove il leggero appassimento naturale dì parte degli acini permette di ottenere un importante vino rosso rubino intenso, dal profumo di frutti rossi in confettura, more e visciola, con toni speziati di pepe nero e cacao amaro e note di viola, Senza dimenticare i fragranti e fruttati rosati del Salento, generalmente prodotti a partire da Negroamaro e Malvasia Nera, diventati il simbolo della recente rinascita della vitivinicoltura pugliese, per molti anni legata in gran parte alla produzione divini e mosti da taglio.
Una rinnovata vitalità che, in questo caso, è tutta al femminile grazie a Barbara e Marta Mottura che, oltre a ringiovanire l’azienda di famiglia, giunta alla quarta generazione, si sono prese cura dei vin della loro terra “curandoli e coccolandoli come un figlio”, convinte che nel mondo del vino le donne non sono seconde a nessuno. Può così succedere che le bottiglie della linea Le Pitre nascano da piante autoctone vecchie di oltre mezzo secolo, sulle quali si fanno crescere solo due o tre grappoli di uva, da raccogliere e selezionare dolcemente e rigorosamente a mano. Alcuni di questi vini, prima di venire imbottigliati, sono poi lasciati maturare in botti di legno francese nelle cantine dai soffitti a volta situate in un elegante edificio di inizio Novecento nei pressi della stazione di Tuglie, a pochi chilometri dal mare di Gallipoli.

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