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LA NAZIONE/IL GIORNO/IL RESTO DEL CARLINO
Pane, vino, uova. Cibo da leggere ... Sono stati i guru americani della pubblicità ad aver scoperto le infinite possibilità offerte dal cibo come veicolo promozionale. Negli Stati Uniti è infatti scoppiato il fenomeno del “foodvertising”, che vede uova, frutta, patatine o bustine di zucchero come mezzo per le campagne pubblicitarie. Non è, in questo caso, il cibo che si deve vendere (non solo, almeno). La Cbs, colosso della tv oltreoceano, ha per esempio lanciato i suoi programmi incidendo con il laser 35 milioni di uova, la Hasbro, multinazionale dei giocattoli, ha stampato con uno speciale tipo di inchiostro (ovviamente atossico) migliaia di domande del nuovo Trivial Pursuit sulle patatine Pringles, la crema depilatoria Veet ha scelto i kiwi come soggetto di una campagna che vede metà frutto peloso e l’altro liscio, marchiato con il logo della crema. In Francia si sta usando l’incarto delle baguette per la pubblicità dei libri, scrivendoci sopra titolo e l’incipit e la cosa è stata molto gradita dai compratori che hanno trovato anche il sistema per ingannare l’attesa alla cassa del supermercato. L’Italia sta pensandoci su e per il momento “l’alimento” individuata è il vino.
(arretrato de La Nazione/Il Giorno/Il resto del Carlino del 23 settembre 2006) 
Autore: Annalisa Siani

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