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LA GRIFFE

Bucci, Docg Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci 2015

Vendemmia: 2015
Uvaggio: Verdicchio
Bottiglie prodotte: 21.900
Prezzo allo scaffale: € 55,00
Proprietà: Bucci Ampelio, Santa, Giovanna, Maria Luisa
Enologo: Giorgio Grai
Territorio: Marche

“La nostra famiglia si occupa di agricoltura dal 1700”. Inizia così la storia dei Bucci al modo in cui essi stessi la raccontano. E finisce praticamente così, riassunta in due sobrie righe in cui si spiega che sui 350 ettari di superficie aziendale si produce tuttora un po’ di tutto. Oltre al vino, chiaro. Ma, fosse stato per i piselli, le bietole, i girasoli (tutto splendido per carità, massimo rispetto) il nome di Villa Bucci difficilmente sarebbe diventato un’icona. E se la produzione enoica non fosse stata centrale nello spirito, come nei destini, della casa, difficilmente l’eponimo conducator e maieuta dell’ascesa del marchio porterebbe il nome (profetico) che porta, e che al mondo della vigna subito rimanda: Ampelio. Il suo mestiere parallelo (si fa un po’ fatica, dopo tutto quel che è successo, a definirlo principale): consulente di marketing nel mondo della moda, con residenza nella relativa capitale, Milano. Ma è dalla fine degli anni ’70 che questo signore dall’apparente bonomia, la cortesia a tutta prova, l’intelligenza fulminea, la determinazione serena e l’energia di chi sa di aver imboccato la “sua” strada, si occupa del pezzo di terra con vigneti acquistato nel 1933 dai Bucci da un nobile di zona e presto dotato di cantina a Ostra Vetere. Sommando alla già citate un’altra dote: la paziente capacità d’attesa che serve a chi vuol fare grandi vini serbevoli, e anche a tessere e mantenere relazioni preziose: come quella (eterna) con l’enologo Giorgio Grai, tra i più bravi e però più “complicati” d’Italia. Il risultato del cammino è “scritto” in quattro prodotti in bottiglia, due rossi (per Ampelio i “figli” un po’ trascurati dal mondo: ma è solo colpa del successo enorme dei bianchi, perché Pongelli e Riserva sono signori vini), il Bucci, Verdicchio esemplare e capace di dar la paga a un pacco di più pretenziosi cuginetti, e poi la star. Il Villa Bucci, vigne di oltre 40 anni a Montecarotto, 350 metri di quota, esposte a est, da un pezzo in bio, fermentato con lieviti indigeni in acciaio. poi 18 mesi in legni grandi e 12 in vetro, somiglia spiccicato al suo “papà”. Per equilibrio tra indole tesa dell’uva e lavoro smussante, ma in souplesse, del legno, tra esuberanze e necessaria attesa, tra corpo e finezza. E per capacità di durare. Le verticali di Villa Bucci sbalordiscono. I riassaggi (ultima aperta in casa madre una magnum di 1992) folgorano. E il ’15 ultimo nato (profumi di frutta e nuance officinali, ricordi di frutta secca temperati di miele amaro per un totale ricco e succoso) è solo un po’ giovanotto. Ma si farà… e camminerà con noi per un pezzo.

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