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PROCURA E VINO

La replica di Jacopo Biondi Santi alla notizia dell’indagine della Procura di Siena

Nelle parole dello Studio legale tributario Dentons, la difesa del produttore: “nessuna sottrazione d’imposta”
AVVOCATO GIULIO ANDREANI, JACOPO BIONDI SANTI, STUDIO DENTONS, Italia
La replica di Jacopo Biondi Santi

In riferimento all’indagine della Procura di Siena, che coinvolge Jacopo Biondi Santi, sesta generazione della famiglia che ha codificato il Brunello di Montalcino, che abbiamo riportato oggi citando un articolo apparso sul quotidiano “La Nazione” e l’agenzia Ansa, riceviamo, e pubblichiamo, le precisazioni dell’avvocato Giulio Andreani del Dentons Europe Studio Legale Tributario, cui Jacopo Biondi Santi ha conferito la difesa tributaria avente a oggetto le contestazioni mosse nei suoi confronti e delle società Montepò srl e Jbs srl dalla Guardia di Finanza.
“Con riferimento alle notizie pubblicate ieri e oggi in merito al sequestro emesso nei confronti del signor Jacopo Biondi Santi in dipendenza di reati fiscali allo stesso contestati (al momento infatti ancora da accertare sia i fatti sia le eventuali responsabilità) questo Studio, cui il Sig. Jacopo Biondi Santi ha conferito, nelle persone del Professore Giulio Andreani, Partner, dell’Avvocato Domenico Rettura, Counsel, e dell’Avvocato Valeria Andreani, Associate, la difesa tributaria avente a oggetto le contestazioni mosse nei suoi confronti e delle società Montepò srl e Jbs srl dalla Guardia di Finanza, da cui è disceso il sequestro di cui sopra (la parallela difesa penale, com’è già noto, è stata affidata all’Avvocato Enrico De Martino e all’Avvocato Lorenzo De Martino del Foro di Siena, mentre l’assistenza attinente gli eventuali profili societari è stata conferita all’Avvocato Giovanni Gatteschi), comunica quanto segue:
In merito alle contestazioni elevate dalla Guardia di Finanza, che riguardano l’Iva, si rappresenta, ai fini di una corretta informazione:
1. Le operazioni oggetto di contestazione non hanno generato nel complesso la benché minima sottrazione d’imposta. In altri termini, a seguito delle operazioni contestate il Fisco non ha perso nemmeno un euro. Nessuno può affermare il contrario con cognizione di causa).
2. Tali operazioni sono state infatti compiute per fini estranei a motivi fiscali.
3. Nella elevazione delle predette contestazioni la Guardia di Finanza non ha tenuto conto dei principi più volte affermati in materia dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, i quali conducono a opposte conclusioni (la Corte di Giustizia UE è la più alta Autorità in materia di Iva, avendo questo tributo matrice comunitaria, e chiunque, per quanto attiene all’applicazione di tale imposta, deve attenersi rigorosamente ai suoi dettami, a nulla rilevando, ove siano difformi, le interpretazioni di qualsiasi altro soggetto).
4. Nel caso di cui trattasi sono state commesse solo talune violazioni formali, dalle quali possono discendere, sempre in base alle pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, solo sanzioni corrispondenti alla natura di tali violazioni, il cui ammontare è conseguentemente molto modesto, mentre non può derivarne la debenza di alcuna somma a titolo d’imposta.
In conclusione, molto rumore per nulla. Siamo certi che quanto è accaduto verrà rapidamente chiarito, nel senso testé rappresentato, sia in ambito penale sia in ambito tributario.

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