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VINO & INVESTIMENTI

Fine Wine, il mercato mondiale cresce, ma frena l’Italia: i numeri del 2018, secondo il Liv-Ex

Sugli scudi la Borgogna, bene Champagne e Bordeaux, mentre l’unico indice in negativo da inizio anno è proprio l’Italy 100
FINE WINE, LIV-EX, Mondo
Continua a crescere il mercato dei Fine Wine, ma frena l'Italia

Il 2018 continua ad essere in terreno positivo per il mercato dei fine wine a livello mondiale, ma non per tutti, perché se continuano a crescere tutti gli indici principali del Liv-Ex, il benchmark di questo segmento di mercato, c’è la nota stonata dell’Italy 100, l’indice dedicato al Belpaese, che continua un anno in negativo, anche a causa di un secco -2% nel mese di agosto. Il miglior performer, da inizio anno, è nettamente il Burgundy 150, che mette a segno un sonoro +15,6% nei primi otto mesi 2018 (+24,4% negli ultimi 12 mesi, e addirittura +82,7% in 5 anni, ndr). Bene anche il Bordeaux Legends 50, che, nei primi 8 mesi, è cresciuto del +8,5% (e del 34% in 5 anni), e decisamente interessanti sono anche le performance sia dell’indice Champagne 50, a +6,5% (e +39,5% in 5 anni), che del Liv-Ex Fine Wine 1000, a +6,1% tra gennaio ed agosto 2018 (e +35,6% in 5 anni). In territorio negativo, dunque, c’è solo l’Italy 100. L’indice che tiene conto dell’andamento dei prezzi, sul mercato secondario, delle ultime 10 annate fisiche dei cinque grandi “Supertuscan” (ovvero Masseto, Ornellaia, Sassicaia della Tenuta San Guido, e Solaia e Tignanello di Antinori) e di altri cinque grandi etichette del Belpaese (il Barbaresco ed il Sorì San Lorenzo di Gaja, il Barolo Cascina Francia di Giacomo Conterno, il Redigaffi di Tua Rita ed il Guado al Tasso di Antinori), da inizio 2018 ha perso lo 0,85%, mentre restano in positivo le performance sul lungo periodo (+1,1% negli ultimi 12 mesi, +21,15% in 5 anni). In positivo anche il Liv-Ex Fine Wine 100, l’indice di riferimento della piattaforma, determinato dall’andamento dei prezzi delle 100 etichette più ricercate sul mercato (per l’Italia, ad oggi, queste etichette cult sono soltanto il Sassicaia 2014 e 2015 della Tenuta San Guido, il Tignanello 2015 di Antinori, il Masseto 2014, l’Ornellaia 2013 e 2015 ed il Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, ndr), che ha guadagnato il +1,1% da inizio anno (15,9% in 5 anni). Con il vino da investimento che, nel complesso, si conferma più redditizio dell’oro, che, secondo i dati riportati dal Liv-Ex, ha perso il -4,1% da inizio anno, e guadagnato “solo” il 2,7% negli ultimi 5 anni.

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