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L’ANALISI

Produzione di cibo, tutela dei diritti e gdo: l’attacco di Oxfam nel rapporto “Al giusto prezzo”

Secondo l’organizzazione, in Italia, nel sistema un lavoratore su due è irregolare. Coop la catena più virtuosa su diritti e trasparenza
CIBO, DIRITTI, GDO, OXFAM, Non Solo Vino
Cibo, tutela dei diritti e gdo: l’attacco di Oxfam nel rapporto “Al giusto prezzo”

Il rapporto tra produzione di cibo, ambiente, diritti dei lavoratori e sistema distributivo è, notoriamente, una delle grandi criticità della nostra epoca, difficilissima da affrontare, in uno scenario mondiale che coinvolge aree del mondo con caratteristiche e condizioni completamente diverse. Ma il quadro dipinto da Oxfam, in questo senso, è a tinte più che fosche.
Dallo sfruttamento dei lavoratori al caporalato, dagli abusi ai salari da fame: fare la spesa al supermercato, secondo l’organizzazione, significa oggi alimentare l’ingranaggio della grande distribuzione organizzata che fa perno su una “vera e propria guerra all’ultimo prezzo”, e in Italia sfrutta, per i prodotti agricoli, un sistema in cui un lavoratore su due è irregolare. Lo sostiene il rapporto “Al giusto prezzo”, una fotografia dei diritti umani nelle filiere dei supermercati italiani da cui esce un quadro eterogeneo: delle cinque aziende analizzate, leader della gdo del Belpaese, solo tre mostrano di aver avviato un percorso di sostenibilità sociale nelle proprie filiere. Nel complesso, emergono grosse lacune, tanto che Oxfam ha lanciato una petizione per chiedere ai 5 “Big” italiani di tutelare i diritti nelle proprie filiere.

“Controllando il 75% dei consumi, le aziende della Gdo hanno l’enorme potere di decidere e orientare scelte e prezzi lungo l’intera filiera di produzione”, spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia.
Nel rapporto, “Coop è l’azienda che dimostra un livello maggiore di consapevolezza e azione sul tema dei diritti umani nelle filiere totalizzando un punteggio del 27%; Conad arriva all’11%, Esselunga all’8%”. Gruppo Selex (al quale sono collegate insegne come A&O, Famila, C+C, Elite, il gigante, Sole 365 e varie altre) ed Eurospin - si legge in una nota di Oxfam - “ottengono un punteggio pari a 0% in tutte le aree di indagine, in quanto non è stato possibile rintracciare alcun documento pubblico relativo ai temi in questione”.
Una “pagella” che vuole accendere i riflettori “sulle ingiustizie che si celano dietro a moltissimi prodotti alimentari venduti sugli scaffali dei supermercati” e che arriva dopo le indagini sulle filiere di approvvigionamento dei principali supermercati stranieri, anch’essi all’origine, secondo Oxfam, di conseguenze “devastanti per i braccianti e gli operai agricoli. In Italia - denuncia l’Ong - centinaia di migliaia di lavoratori sono vittime di sfruttamento e caporalato, abusi e salari da fame, lungo le filiere che portano frutta e verdura nei principali supermercati italiani”.
Trasparenza e accountability vedono Coop, Conad ed Esselunga a rispettivamente 33%, 11% e 7% di punteggio, mentre gli altri sono a zero. I diritti dei lavoratori trovano maggiore attenzione in Coop (42%) e a grande distanza Conad (17%) ed Esselunga (13%), quelli degli agricoltori della filiera in misura minore: Coop 27%, Conad 13%, Esselunga 8%.

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