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ANNATA 2015 DA RICORDARE

Verso “Anteprima Amarone”: economia in salute, il territorio guarda al futuro e cerca concordia

Mentre si lavora alla “pace” tra Consorzio della Valpolicella e Famiglie Storiche, nasce un corso pubblico-privato di governance del territorio
AMARONE, ANTEPRIMA, ECONOMIA, TERRITORIO, VALPOLICELLA, Italia
Verso “Anteprima Amarone”: economia in salute, il territorio guarda al futuro

Tra le vallate trapunte di vigneti, tra le ville palladiane e bellezze architettoniche e storiche senza pari, tra colline spazzate dal vento e fruttai per l’appassimento delle uve, la Valpolicella, vasto e variegato territorio che copre gran parte della provincia di Verona, è un motore economico non solo del vino del Veneto, Regione leader della produzione e del commercio enoico del Belpaese, ma italiano. Tra Amarone, vino principe, per immagine, del territorio, ma anche Valpolicella, Recioto e Ripasso, l’80% della produzione finisce sui mercati del mondo, portando una ricchezza stimata in un giro d’affari enoico di 600 milioni di euro tra i vigneti di 19 Comuni della Valpolicella. Vigneti che sono tra quelli, in Italia, con la redditività più alta, sui 24.000 euro ad ettaro, ed un valore aggiunto del 30%. Una ricchezza che si riflette anche sul valore dei vigneti che, secondo le ultime stime WineNews, nella zona classica, per i vigneti da cui nasce l’Amarone, è fissato tra 450.000 ed i 550.000 euro ad ettaro, con punte anche di 600.000 euro per i più pregiati. Un territorio in salute, anche grazie a tanti giovani produttori, con le aziende guidate da under 40 che, in 6 anni, sono raddoppiate, e arrivate al ragguardevole numero di 329 realtà. Eppure, tra un mercato che tiene, un export che tira e tante opportunità ancora da cogliere, non mancano elementi di criticità, come la frattura ormai storica tra il Consorzio della Valpolicella - che rappresenta l’80% dei produttori - e le Famiglie Storiche, 13 cantine che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita della Valpolicella e al successo dell’Amarone nel mondo, che, seppur con fatica, le diverse anime del territorio stanno cercando di ricomporre. Un obiettivo fondamentale per un territorio fatto di grandi marchi di altissimo livello e piccole griffe, ma anche di tanta cooperazione, che cercano di continuare a crescere. Percorso meno difficile, ovviamente, se percorso in maniera compatta e unitaria da tutti i protagonisti del territorio. Che progetta il futuro, anche al di fuori del perimetro delle cantine del Consorzio, come testimonia la nascita, già annunciata da WineNews del primo Corso universitario pubblico-privato in Italia di Politiche e governance del territorio, promosso dal dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Verona, macro-area Scienze Giuridiche ed economiche, che sarà coordinato dal professor Davide Gaeta, docente di Economia dell’impresa Vitivinicola e Politica Vitivinicola.
Un’iniziativa unica nel suo genere in Italia, che ha il sostegno della Bcc Valpolicella Benaco Banca, e a cui hanno aderito esponenti del mondo economico del territorio e le amministrazioni comunali di Fumane, Marano di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Pescantina, Negrar di Valpolicella, Sant’Anna d’Alfaedo, Mezzane, Dolcè, Grezzana, Sant’Ambrogio di Valpolicella e Illasi.
“Finalmente - ha spiegato Gaeta - un corso che è il primo tavolo pubblico-privato tra imprese e sindaci della Valpolicella storica, classica e orientale per costruire insieme il Distretto Rurale dell’Eccellenza. Un progetto ambizioso che la Valpolicella si merita”.

Anche perchè, come detto dal presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori, “la prossima scommessa è quella sul turismo, in crescita doppia negli ultimi anni, ma ancora sottostimato per le sue potenzialità”.

Ma sono anche le imprese del territorio ad innovare, e c’è chi ha sperimentato, con successo, la via della vendita “en primeur”, come la dinamica realtà di Collina dei Ciliegi, dell’imprenditore (che arriva dal mondo della finanza) Massimo Gianolli, che tra appassionati italiani ed esteri, da sceicchi a banchieri, da imprenditori del lusso a top manager e immobiliaristi, ha già piazzato sul mercato 18 barrique per una special edition di Amarone, personalizzate con tanto di targa e ora pronte al debutto in bottiglia. Il contenuto di ogni botte 2015, che sarà tradotto in questi giorni in 300 bottiglie (o 150 magnum), vale per ora 25.000 euro, ma il costo - secondo gli esperti - è destinato a diventare un sicuro investimento.

“Da 3 anni - ha detto Gianolli - abbiamo mutuato in Valpolicella, in una versione da noi rielaborata, il modello della vendita en primeur per gli estimatori dell’Amarone nel mondo. Qui il loro vino viene custodito, maturato e affinato. Sempre qui è possibile verificare l’evoluzione dell’Amarone che esordisce quest’anno come cru del nostro vigneto di Erbin. E non poteva esserci annata migliore: quella del 2015 rimarrà, infatti, nella storia”. E che la 2015, annata al centro di Anteprima Amarone, dal 2 al 4 febbraio a Verona, firmata come sempre dal Consorzio della Valpolicella, sarà un’annata memorabile, è convinta anche una delle realtà più grande del territorio, la Cantina di Negrar: “Amarone 2015? L’annata migliore degli ultimi 30 anni, migliore dei millesimi 2011, 2001, 2000 e stiamo parlando di annate da ricordare”, ha detto il dg ed enologo della cantina, Daniele Accordini.

Nel 2015 le condizioni climatiche in Valpolicella, “hanno rasentato la perfezione: in vigna sono state trovate uve spargole, asciutte, con un grado zuccherino in continua crescita. Soprattutto c’è stato un grande accumulo di sostanze fenoliche e coloranti, quanto occorre per conferire all’Amarone una grande longevità. Ed ancora, sono state registrate percentuali di umidità molto basse, ideali per scongiurare attacchi di botrytis volgare e stimolare altresì la formazione della botrytis nobile, condizione che dà unicità all’Amarone, ancor più della forte caratterizzazione data dall’appassimento delle uve sino a gennaio. La scarsa produzione provocata dal clima caldo era stata ampiamente ricompensata da un equilibrio produttivo della pianta”.

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