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ALTA CUCINA E CULTURA

Chef come moderni “Raffaello”, ristoranti come “botteghe rinascimentali”: parla Massimo Bottura

A WineNews: “oggi il mondo viene alla scoperta dei territori italiani, e lo fa sempre di più puntando su arte e grande cucina”
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Massimo Bottura, chef n. 1 al mondo, con i gourmet Alberto Rigolio e Manfredi Franco

La grande cucina come le opere d’arte, i grandi ristoranti d’Italia come Piazza San Marco, il Colosseo o il Duomo di Firenze, gli chef contemporanei come moderni Donatello, Raffaello o Michelangelo, le loro cucine come “botteghe rinascimentali” del 21esimo secolo, dove si produce cultura, recuperando la storia del passato, il “gesto” della cucina di un tempo, e al tempo stesso innovandola, approfondendo la conoscenza della materia prima, creando filiere di valore sul territorio, ma anche dialogando con il mondo, con la mente aperta a contaminazioni virtuose, di tecnica e di gusto. È questa, in estrema sintesi, la visione della cucina italiana e dei cuochi di oggi, raccontata a WineNews,dal n. 1 al mondo, Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana di Modena, che, tra i vari riconoscimenti “di settore” in archivio, vanta anche la presenza tra i “The 100 Most Influential of 2019” dello storico settimanale americano “Time”, che ogni anno mette in fila le personalità più influenti del mondo. “Oggi le persone vengono in Italia da tutto il mondo per scoprire i nostri territori, e lo fanno soprattutto attraverso le opere d’arte, i monumenti e la nostra cucina - ha detto Bottura - e le nostre cucine sono come “botteghe rinascimentali”, dove oltre a creare piatti, a recuperare la tradizione innovandola, e guardando al futuro, si studia, si riscopre e si valorizza la materia prima, creando valore anche per i territori, gli agricoltori ed i produttori”. Un circolo virtuoso, da cui passa un pezzo di futuro, o meglio di “Rinascimento”, di tutto il Paese.

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