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CUCINA ITALIANA

Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, mai così tanta enogastronomia tricolore sulle tavole

Export agroalimentare a 28 miliardi di euro, ma senza italian sounding potrebbe crescere ancora: Coldiretti lancia la carta d’identità per ristoranti
Coldiretti, ITALIAN SOUNDING, SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO, Non Solo Vino
Dal 18 al 24 novembre è la Settimana della cucina italiana nel mondo

È la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2019, e mai così tanto cibo e vino italiano sono stati consumati sulle tavole di tutto il mondo: le esportazioni agroalimentari made in Italy nel 2019 hanno raggiunto il valore record di 28,6 miliardi di euro con un aumento del 4%. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno, resi noti proprio per la Settimana speciale, che dal 18 al 24 novembre celebrerà l’amatissima cucina italiana in ogni angolo del globo. Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari, sottolinea la Coldiretti, interessano i Paesi dell’Unione Europea, con la Germania principale partner, mentre fuori dai confini comunitari continuano ad essere gli Stati Uniti il mercato di riferimento dell’italian food, nonostante i dazi voluti dal presidente Donald Trump. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe però ulteriormente migliorare, sottolinea la Coldiretti, con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Un esempio sono proprio i ristoranti italiani all’estero, dove spesso sono serviti ingredienti made in Italy taroccati in quasi due piatti su tre, denuncia Coldiretti, e ad essere portate in tavola sono le più bizzarre versioni delle ricette tradizionali, come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, quella tedesca di impiegare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone ma la panna nel tiramisù, fino agli inglesi che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella città emiliana, mentre gli americani utilizzano il parmesan al posto di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Ma tra le specialità più “tradite” ci sono anche, continua la Coldiretti, la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli. Per non parlare poi della pizza che viene offerta nelle versioni più inimmaginabili, da quella hawaiana con l’ananas a quella di pollo.
Proprio per identificare i veri ristoranti italiani e proteggerli dai fake e dall’utilizzo di prodotti tricolori tarocchi, Coldiretti e Asacert, azienda di certificazione e ispezione con esperienza pluriennale e accreditamenti internazionali, lanciano la prima Carta d’Identità: grazie ad un apposito protocollo basato sulla rispondenza dei fornitori, dei menù e della carta dei vini, sarà infatti possibile identificare i ristoranti, spiega Coldiretti, che sono davvero italiani e non solo di nome e di “facciata”, ovvero sul piano delle materie prime, dello staff e soprattutto della tradizione culinaria e della proposta enogastronomica. La certificazione “ITA 0039 | 100% ItalianTaste” è nata, infatti, dalla necessità di difendere, promuovere e valorizzare il patrimonio agroalimentare italiano, non solo a livello di prodotto ma anche sul piano della distribuzione enogastronomica.

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