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Opus One, Ava Napa Valley Opus One 2016

Vendemmia: 2016
Uvaggio: Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot, Cabernet Franc, Malbec
Bottiglie prodotte: 262.000
Prezzo allo scaffale: € 550,00
Azienda: Opus One Winery
Proprietà: BPhR, Constellation
Enologo: Michael Shilavi
Territorio: Napa Valley

Voglia e ambizione erano – perdonate l’azzardo – un po’ da miracolo di Loreto: trasferire, non su ali d’angeli, ma braccia e cervelli d’uomini decisi, una casa speciale. Uno Chateau bordolese e la sua noblesse nel new world californiano, allora - anni ‘70 - agli albori. Duetto tra Robert, capostipite dei Mondavi (poi sostituiti nella joint venture da Constellation) e Philippe de Rothschild. Chiari i ruoli: Mondavi il motore, dal Barone la griffe e l’allure di qualità. Partenza con un vino di passaggio, un Napa Malbec, e nel ’79 il primo Opus, 50 dollari (ora moltiplicati). Palesi le ambizioni nel look e nella famosa barricaia ad anfiteatro, ove si degusta con solennità da cattedrale (e set da cinema) su leggii in pietra. Cinque uve, tracce del Malbec primitivo, Cabernet Sauvignon regnante, Franc, Merlot e Petit Verdot a ribadire in tocchi la trama dei vini ”antenati”. Cura, cesello, produzione non scarna ma mai esagerata, e il gioco è fatto. Il 2016, erede d’un sodo 2015, replica coerente il mood dell’etichetta: frutti tra rosso e blu, spezie, il tocco boisé (18 mesi) che c’è ma non bullizza, e poi erbe, altra frutta liquida, cenno di cacao amaro. Texture impeccabile (i tannini) e vita lunga tracciata a china. Manca lo sgorbio, forse arbitrario ma scuotente, dell’emotività? Tempo al tempo. L’Opus non vuol fondare chiese, ma esserci. E tra vent’anni ci sarà. Impeccabile. Implacabile.

(Antonio Paolini)

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