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RICONOSCIMENTO UE

Con il riconoscimento Ue dei 33 cru del Soave si chiude un cerchio lungo 30 anni

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è stata resa definitiva l’apposizione in etichetta dei nomi delle Unità Geografiche Aggiuntive

Dopo l’approvazione definitiva delle modifiche al disciplinare da parte del Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole, nel maggio 2019, adesso è arrivata anche la pubblicazione in Gazzetta Europea: la modifica dei disciplinari del Soave Doc, del Soave Superiore Docg e del Recioto di Soave Docg, di fatto rende definitiva l’apposizione in etichetta dei nomi delle Unità Geografiche Aggiuntive, 33 in tutto: 28 cru nella zona classica, 2 nella zona vulcanica di Roncà e 3 nelle colline calcaree della Val d’Illasi e di Mezzane. Le unità geografiche, assieme alle vigne approvate per decreto dalla Regione Veneto, possono già essere immesse sul mercato con la vendemmia 2019 e quindi presto saranno in mostra negli scaffali delle enoteche e nelle carte dei vini dei ristoranti. La specificità della provenienza è una buona (e attesa) notizia anche per il consumatore che può così sapere con esattezza da dove arrivano le diverse espressioni del territorio in bottiglia. Sono 23 le Unità Geografiche Aggiuntive (Broia, Brognoligo, Carbonare, Castellaro, Castelcerino, Colombara, Costalunga, Coste, Costeggiola, Fittà, Foscarino, Froscà, Menini, Monte Grande, Pigno, Pressoni, Sengialta, Tenda, Volpare, Zoppega, Duello, Paradiso, Roncà - Monte Calvarina) rivendicate su 270 ettari di denominazione, per un progetto sposato e condiviso dai produttori.

Si conclude così un iter iniziato 30 anni fa con un attento lavoro cartografico che poi è sfociato nella zonazione e quindi nello studio dei suoli. Un lavoro propedeutico fondamentale per la caratterizzazione dei singoli cru che sono stati definiti sia in base alle loro caratteristiche pedoclimatiche ma anche in base alla storia di ognuno di essi che in alcuni casi ha radici sin dall’epoca napoleonica. Con l’ufficialità delle Unità Geografiche Aggiuntive, il Soave fa tesoro della storicità della denominazione, dando risalto alle zone storiche di produzione dove la viticoltura è certificata da più di 200 anni ed è sempre stata la fonte principale di crescita di questo territorio. “Non possiamo che essere contenti del risultato - ha detto Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave - gran parte dei produttori ha saputo cogliere l’occasione di differenziare la loro produzione di qualità attraverso le Unità Geografiche e le vigne e speriamo ci saranno presto tante occasioni per portare questo racconto in giro per il mondo”.

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