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SOLUZIONI

Aste e vendita diretta per svuotare le cantine (piene di vino) dei ristoranti

Dalla proposta di Gelardini & Romani all’esempio di Alinea: dopo settimane di chiusura ecco come garantire rotazione e liquidità
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I ristoranti riaprono … con le cantine piene

Con la lenta riapertura dei ristoranti, tra i tanti problemi da affrontare nelle settimane e nei mesi futuri, ce n’è uno, non di poco conto, che riguarda il vino. I 70 giorni di chiusura forzata, insieme alle tante incognite sul futuro, porteranno gli i ristoratori a dover fare i conti con una cantina piena di bottiglie, e con la difficoltà quindi di garantire la giusta rotazione, sia per fare spazio alle prossime annate in commercio, sia per mettere in carta vini bianchi e bollicine, i veri protagonisti dell’estate. Un ostacolo non da poco, anche economico, perché alcune cantine sono dei veri e propri caveau, e rappresentano un valore economico importante, ma fermo. Che, però, si può sbloccare.
Le bottiglie di maggior pregio, ad esempio, hanno, nelle aste, un canale preferenziale
, specie in questo momento. Come ha raccontato qualche giorno fa, a WineNews, Raimondo Romani, alla guida insieme a Flaviano Gelardini, della Gelardini & Romani Wine Auctions (che ha organizzato, nei giorni scorsi, un’asta di vini, a Hong Kong, in sinergia con la casa d’aste Finarte, con centinaia di collezionisti e operatori asiatici importanti), “quello delle vendite enoiche è un canale ancora poco battuto dalla ristorazione, che garantisce, invece, il giusto riconoscimento del valore, fatto da un mercato di appassionati e collezionisti sempre più “assetati” di grandi etichette italiane. E allora, in un momento come questo, sia per fare spazio che per avere liquidità, il mondo delle aste potrebbe dare le giuste risposte”.
Ma non è l’unica soluzione. L’altra, in un certo senso naturale, è la vendita diretta, che soprattutto all’estero si è rivelata un ottimo strumento, in parallelo con il take away ed il delivery. Ci ha puntato forte, ad esempio, Alinea, il ristorante tre stelle Michelin di Chicago dello chef Grant Achatz e del suo socio Nick Kokonas, che già dopo pochi giorni dall’inizio del lockdown è stato capace di consegnare ogni giorno 400 bottiglie di vino, numeri persino superiori a quelli registrati nei normali giorni di apertura prima dell’inizio della pandemia ...

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