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ECONOMIA

Pandemia e rilancio dei piccoli borghi rurali, è boom per le ricerche di case in campagna

Spazi aperti, natura, smart working, più sicurezza e prezzi più bassi rispetto alle città. L’analisi di Idealista mostra una nuova tendenza di mercato
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Pandemia e rilancio dei piccoli borghi rurali, è boom per le ricerche di case in campagna

La pandemia, come previsto, ha rilanciato la domanda di case in campagna, di rustici e casali nelle aree provinciali, nei borghi e nei piccoli comuni italiani. Il risultato è un incremento delle ricerche pari al 29% sul periodo pre-Covid, dato che ci mostra, senza esitazioni, una nuova tendenza di mercato.Il desiderio di spazi aperti, a quanto pare, è esploso dopo il lockdown con un’impennata nel mese di luglio, forse preludio a un rimbalzo delle compravendite immobiliari nel periodo autunnale. Il sito specializzato Idealista ha fatto una mappatura del territorio italiano: concentrando l’analisi sulle zone di riferimento, per l’offerta di proprietà rustiche, si rilevano richieste più che triplicate in provincia di Brescia (268%) e Alessandria (241%). Più che raddoppiate invece le richieste in provincia di Asti (181%), Verona (129%), Viterbo (123%) e Brindisi (100%). Nelle altre 28 province monitorate solo 9 registrano un raffreddamento del mercato, tutte le altre segnano incrementi a partire da Firenze (98%) e fino a Matera, dove l’interesse degli acquirenti è rimasto invariato rispetto al periodo pre-Covid.
Secondo Vincenzo De Tommaso dell’Ufficio Studi di Idealista, “il ricorso sempre più massiccio allo smart working sta spingendo molte persone a ripensare alle proprie esigenze abitative post lockdown, così le proprietà rurali hanno registrato un’impennata durante la primavera ed estate.
I piccoli centri potrebbero costituire una valida alternativa per garantirsi un ambiente di elevato standard di vivibilità grazie a spazi ampi e aperti, a prezzi decisamente più contenuti delle grandi città”.
Proprio sul fronte dei prezzi il trend è stabile, con una variazione dello 0,1% sul periodo pre-Covid, ma le province che segnano incrementi dei valori sono di più di quelle in contrazione. Le variazioni positive di maggiore entità si registrano in provincia di Roma (25,4%), Pisa (20,1%) e Bologna (18,9%), con altre 14 province racchiuse tra i rimbalzi dell’8,7% di Asti e lo 0,1% di Matera. Al contrario i cali maggiori spettano a Pesaro-Urbino (-11,9%) e Rimini (-10,5%) in controtendenza insieme ad altre 13 province in calo fra quelle con la maggiore offerta di proprietà rustiche.
Per i prezzi delle case di campagna, rustici e casali nei piccoli comuni italiani, Idealista ha analizzato l’andamento della domanda e dei prezzi di 360 tra borghi e piccoli comuni. Con 6.696 euro al metro quadro Montalcino, la patria del Brunello, è saldamente al comando di questa classifica, davanti al Monte Argentario e Bordighera. Nella top 10 di questo speciale ranking la Toscana è presente per ben sette volte.
Detto di Montalcino, anche molti altri terroir del vino sono tra le mete più gettonate dai vacanzieri: in grande spolvero ci sono vari comuni del Monferrato, delle Langhe a all’interno delle province di Alessandria (508 euro/m²), Asti (838 euro/m²) e del bresciano, ideali anche per la vicinanza ai grandi centri urbani come Torino e Milano. È raddoppiata la richiesta di case nella Valpolicella
e nei comuni dell’Altopiano d’Asiago, notevole balzo anche sulle colline del piacentino (Val Trebbia, Val Tidone, Val d’Arda) dove i valori toccano in media la cifra di 825 euro al metro. Toscana e Piemonte sono le regioni in cui le richieste sono più che raddoppiate dopo il lockdown.
I risultati dell’analisi dell’ufficio studi Idealista, mostra, secondo Coldiretti, il “bisogno di maggior sicurezza e distanziamento sociale” ma anche un desiderio di ricerca di una migliore qualità della vita fatto esplodere dall’emergenza Covid. Dunque gli italiani riscoprono gli spazi aperti, il verde e la natura, luoghi che hanno avuto una impennata a luglio e scelti come “buen ritiro” contro gli affollamenti in città. Ma non è il solo motivo perché anche la tendenza del lavoro da remoto spinge in questa direzione. E probabilmente lo sarà sempre di più, anche in un futuro post-pandemia. Un aspetto sottolineato anche da Coldiretti che ha spiegato con i numeri il nuovo boom delle campagne. In Italia i centri sotto i 5.000 abitanti sono 5.498, quasi il 70% del totale (analisi Coldiretti su dati Istat), ma vi risiede solo il 16% degli italiani, pari a 9,8 milioni di abitanti, pur rappresentando il 54% dell’intera superficie nazionale. In molte regioni i borghi arrivano a coprire anche il 70% del territorio. “La conferma del maggior livello di sicurezza delle campagne - sottolinea Coldiretti - viene dagli ultimi dati Inail che evidenziano come appena lo 0,1% delle 51.363 denunce di contagio da Covid-19 al lavoro, registrate dall’Inail in Italia dal 1 gennaio al 31 luglio 2020, riguarda l’agricoltura dove nelle 730.000 aziende non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione”. Dopo il periodo di lockdown molti italiani hanno riscoperto le seconde case in campagna, la vita nei borghi e nei piccoli centri che mai come quest’anno sono stati gettonati dai vacanzieri desiderosi di sfuggire dalle mete turistiche più affollate come le spiagge. La voglia di campagna si traduce con la ricerca di casali, rustici, fattorie che si trovano a prezzi molto più bassi delle abitazioni nelle grandi città e che possono “mettere sul piatto” una elevata qualità di vita. Anche per questo Coldiretti ha chiesto di estendere l’ecobonus del 110% per le ristrutturazioni a due milioni di edifici rurali per salvare quel patrimonio storico fatto di malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle che sono a rischio degrado lungo tutta la Penisola e che senza un intervento essenziale mettono in pericolo un tratto distintivo del paesaggio Made in Italy.
“Sarebbe un’occasione importante - conclude Coldiretti - per recuperare fabbricati spesso abbandonati e salvare l’architettura rurale che dà forma al paesaggio ed esprime l’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola. Una opportunità per rivitalizzare le aree interne valorizzando l’identità territoriale e i sistemi produttivi locali ma anche per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.

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