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LA NOVITÀ

Dall’antichità al futuro, fatto di qualità e sostenibilità: il Lazio del vino alla riscossa

Il 20-21 novembre debutta on line il Latium Wine Festival. Con la benedizione di padrini d’eccezione come Hugh Johnson e Jancis Robinson
LATIUM WINE FESTIVAL, LAZIO, vino, Italia
Il Latium Wine Festival, il Lazio del vino sotto i riflettori

Dal Frascati, che fu vino dei Papi con Papa Farnese III, al Cesanese del Piglio, già noto al tempo dell’Impero Romano, passando per la più recente Doc Roma, i vini del Lazio sono capaci di raccontare storie che affondano le radici nella storia più remota dell’Occidente. Eppure, per tanto, troppo tempo, la produzione regionale è rimasta nell’ombra. E ora, per riaccendere la luce non solo sul glorioso passato, ma anche su una “nouvelle vague” di produttori che puntano forte sull’altissima qualità, e non più sulla quantità, arriva il debutto, on line in tempo di Covid, del Latium Wine Festival, di scena il 20 e 21 novembre, su Zoom, nato da un’idea di Gelasio Gaetani d’Aragona, Sabina Minutillo Turtur, esperta di comunicazione, e Vienna Eleuteri Held, studiosa della sostenibilità. Un festival al debutto, che gode della benedizione autorevole di due delle firme più prestigiose del vino nel mondo, Hugh Johnson e Jancis Robinson.
“Sono felice che ci sia Latium Wine Festival, un festival del vino dedicato al Lazio, perchè da scrittrice di vino dal 1975 - ha detto Jancis Robinson - e da responsabile di pubblicazioni come il World Atlas of Wine e l’Oxford Companion of Wine, per esempio, devo dire che il Lazio del vino è rimasto silente per molto tempo. Ma ora c’è questa nuova generazione di produttori che puntano a fare vini di altissima quantità piuttosto che quantità. Ed un festival penso che sia la cosa giusta per accendere i riflettori su quello che stanno facendo, guardando non solo al vino, ma al contesto storico e culturale di quei vini e della loro origine. È una grande opportunità per la campagna laziale di brillare, di mettersi in mostra”.
L’appuntamento di novembre segna il debutto piattaforma a cui ha contribuito un autorevole comitato scientifico a cui prendono parte tra gli altri, anche Alessandro Scorsone, sommelier di Palazzo Chigi, Riccardo Velasco, Direttore del Crea Viticoltura ed Enologia (e professore di biotecnologie vegetali all’Università di Trento), il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano, Daniela Scrobogna, veterana del vino e docente della Fondazione Italia Sommelier (Fis). Una due giorni digitale che costituisce un vero e proprio “kick off” a cui seguiranno nel 2021 gli eventi sul territorio e all’estero, il primo dei quali a Londra nel giugno 2021. Presentazioni, talk e degustazioni si accompagneranno ad un importante workshop sulla “sostenibilità”: tema chiave nella strategia di produzione delle cantine del Lazio e fonte di innovazione di processi e prodotti. A questo primo appuntamento di scoperta dei terroir del Lazio aderiscono 14 aziende particolarmente rappresentative del territorio, come Agricola Sant’Eufemia, Antica Cantina Leonardi, Cantina Sant’Andrea , Casale del Giglio, Casale della Ioria, Capizucchi Winery, Castello di Torre in Pietra, Marco Carpineti, Maria Ernesta Berucci, Ômina Romana, Principe Pallavicini, San Giovenale, Tenuta di Fiorano e Terre di Marfisa.
Tutto, come detto, parte da una riflessione. “La vite è presente fin dall’antichità nel territorio laziale. Eppure oggi il vino del Lazio - sottolinea una nota - è poco conosciuto, e lo stesso si può dire per il territorio. Offuscato in parte da Roma ma non solo, il Lazio non ha ancora trovato una modalità per dare risalto alle bellezze che “custodisce”: luoghi, monumenti, dimore, parchi d’eccellenza, litorali, studiati ed ammirati in tutto il mondo. Il Latium Wine Festival si propone di riempire questo gap, accendendo i riflettori su uno dei più interessanti, e allo stesso tempo disconosciuti, effetti in atto tra i produttori di vini del Lazio: il “rinnovamento”, riscontrabile in una effervescenza di iniziative legate al vino che porteranno la regione ad essere il punto di riferimento per la sostenibilità e la chiave di ispirazione per chi studia il terroir del futuro”.
“Il Lazio - commenta Sabina Minutillo Turtur - è uno dei pochi territori nel mondo del vino che è ancora da comunicare e ciò ne acuisce il fattore “unexpected”. Questo rappresenta una carica attrattiva verso tutte le persone che attraverso il vino sono alla ricerca di esperienze esclusive. Il nostro scopo è riuscire ad esprimere questa ricchezza con dei linguaggi nuovi, emozionali, e farli diventare un volano per l’economia e l’attrattività del territorio”.
“Dal primo momento in cui abbiamo cominciato a lavorare al Latium Wine Festival (che gode delle partnerhisp istituzionali di Regione Lazio e Crea, ndr) mi sono reso conto di quanto i vini del Lazio possano riservare emozioni sorprendenti per il loro terroir inespresso a tutti gli esperti e gli appassionati del vino nel mondo” dice Gelasio Gaetani d’Aragona.
“Mai come oggi la ricerca di un nuovo modello di sviluppo - dice Vienna Eleuteri Held - si lega al destino dei suoi “eroi” donne e uomini in grado di rappresentare scelte esemplari. Persone capaci di affrontare le sfide del nostro tempo con la solidità della tradizione indissolubilmente legata ai tesori naturali e culturali del loro territorio e con l’appassionato sguardo rivolto alle generazioni che verranno. Sono le donne e gli uomini che ho incontrato nel Lazio e che mi hanno convinta, dopo aver conseguito un importante successo internazionale con il modello Water Revolution Foundation - riconosciuto dalle Nazioni Unite e dedicato alla tutela degli Oceani - ad impegnarmi nella Regione dove sono cresciuta e in un settore, quello vitivinicolo, che rappresenta una delle sue grandi eccellenze”.

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