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Bruno Giacosa, Docg Barbaresco Santo Stefano Riserva 1989

Vendemmia: 1989
Uvaggio: Nebbiolo
Bottiglie prodotte: 8.770
Proprietà: Bruna Giacosa
Enologo: Dante Scaglione
Territorio: Barbaresco

Ci sono alcune bottiglie con le quali, talvolta per pura fatalità, si instaurano delle relazioni più strette. Il Santo Stefano di Bruno Giacosa è una di quelle con cui non solo ho avuto numerose occasioni di confronto, ma soprattutto, una di quelle che, durante le tante prove di sfide e confronti internazionali con i blasoni più noti, mi ha regalato strazianti gioie campanilistiche. La mitica etichetta rossa annata 1989 esprime una delle più pure e prorompenti espressioni di Barbaresco di sempre. Uno dei migliori Nebbiolo di Langa, un capolavoro di vinificazione di un vigneto che Bruno Giacosa ha saputo interpretare con il tocco proprio dei grandi maestri. Un vino che possiede tutte le caratteristiche proprie dei fine wine: pur cambiando negli anni rimane uguale a se stesso, è riconoscibile tra mille, unisce una complessità organolettica inarrestabile ad una disarmante semplicità del sorso. I suoi profumi di hibiscus, rosa essiccata, soia, radice di rabarbaro, pepe e amarena si confondono al palato con delle note di muschio, di foglie di alloro, di corteccia e cuoio. La bocca è potente e dolcissima, i tannini sono animati da un’energia voluminosa e dissetante. Un vino che non cede mai, dall’apertura fino alla fine della bottiglia. Sicuramente nella lista all stars di tanti appassionati, oggi è diventata introvabile ma se potessi viaggiare nel tempo riempirei tutto il bagagliaio della macchina!

(Filippo Bartolotta)

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