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EDITORIALE

Montalcino, vendemmia 2015 e 2016: "Two is megl che one"

Una grande vendemmia 2015, quindi una grandissima Riserva 2015, e poi un super 2016: è la fotografia nostra, ma anche degli assaggi dei critici di tutto il mondo sul Brunello di Montalcino (da Vinous di Antonio Galloni, a Wine Advocate-Robert Parker con Monica Larner; da James Suckling a Wine Spectator; a Wine Enthusiast con Kerin O’Keefe). Il degustatore Eric Guido (Vinous) è forse stato il più bravo a fare una sintesi, dove, sostanzialmente, vede: un Brunello splendente, espressivo, a tratti esplosivo, ma anche puro, equilibrato e strutturato; ed aspetto migliore è che questo successo è diffuso in tutta la denominazione, oggi spinta dai giovani vignaioli e da un’apertura mentale di una vecchia generazione, che sta pian piano affidando loro responsabilità; un vero rinascimento dei giorni nostri. Come non concordare. Il 90% tra i 100 campioni 2016 e i 50 Riserva 2015 assaggiati da Winenews potrebbe entrare in questa newsletter, con punteggi altissimi (oltre 93/100), forse mai come quest’anno: difficile, quindi, sia per noi, ma anche per i winelover mondiali, scegliere allo scaffale (tanti assaggi troveranno spazio, infatti, nel “settimanale” di Winenews nei prossimi mesi; qui anche lo storico delle monografie 2018, 2019, 2020). Ma per una denominazione è bello poter avere oggi questo “problema”. Succede a Montalcino (4.135 ettari a vigna - con 2.099 a Brunello - su 24.000 ettari, di cui metà a bosco) grazie al lavoro di tutti, oggi ma anche ieri, e che in futuro potrà, con la convinzione di tutti, solo migliorare. Trovando pochi ma chiari obiettivi comuni (e ce ne sono tanti!) di territorio. (ar)

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