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OLTRE LA PANDEMIA

“Vinitaly Special Edition”, il 17-19 ottobre, in fiera, per il business e la ripartenza del vino

L’evento di Veronafiere per il rilancio, con il supporto delle istituzioni, dell’Ice e della filiera, da Unione Italiana Vini a Federvini

In fiera, in presenza, con spazi preallestiti “chiavi in mano” e protocolli per garantire sicurezza e business ad espositori e visitatori, esclusivamente addetti ai lavori, dall’Italia e dal mondo, anche grazie al supporto dell’Ice, del Ministero delle Politiche Agricole e di quello dello affari Esteri, e delle principali organizzazioni di filiera che garantiscono pieno appoggio, come Unione Italiana Vini ( Uiv) e Federvini. Ma anche gli “Stati Generali del Vino Italiano”, con le istituzioni italiane ed europee, gli imprenditori ed i top manager del settore, per creare una visione nuova e condivisa del futuro di un settore strategico per l’Italia. Sarà tutto questo “Vinitaly Special Edition”, l’evento b2b di Veronafiere di scena il 17-19 ottobre a Veronafiere, dopo il rinvio di Vinitaly n. 54 al 2022 (“Opera Wine” by “Wine Spectator”, invece, rimane il 18-19 giugno 2021, edizione antologica con le 200 cantine icone del vino italiano nel mondo), a causa della pandemia. Evento che, nelle intenzioni di tutti, dovrebbe segnare la ripartenza vera e propria del vino italiano, in un pandemia che ha colpito duramente il settore (ed a gennaio 2021 l’export nei primi 10 mercati segna un -19% sul 2020, secondo l’Osservatorio Vinitaly - Wine Monitor), e che per allora, speriamo, Italia ed Europa abbiano superato in grande parte, come già sembra aver fatto la Cina e come stanno facendo gli Stati Uniti. A presentare l’evento, ma anche le attività internazionali di VeronaFiere che non si sono mai fermate, oggi, il presidente ed il dg di Veronafiere, Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, con Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, Manlio Di Stefano, Sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Federico Sboarina, sindaco di Verona, Carlo Ferro, presidente Ice-Agenzia, Paolo De Castro, europarlamentare, Gino Colangelo, presidente di Colangelo & Partners e Alessandro Mugnano, ceo Interprocom Cantine Divine.
“Vinitaly Special Edition - ha sottolineato Mantovani - è un evento che abbiamo fortemente condiviso con il mondo della produzione e le associazioni. Sarà un manifestazione in grande sicurezza, nel quartiere fieristico, con un impegno straordinario per garantire la sicurezza di tutti, espositori ed operatori. Ci sarà un’attenzione particolare agli allestimenti, sarà tutto preallestito per garantire le migliori condizioni di lavoro e sicurezza. Sarà un Vinitaly più smart e semplice da gestire per le aziende. Difficile oggi fare stime, ma puntiamo a mettere insieme 30-35.000 metri quadrati di spazio espositivo, su 150.000 metri quadrati del quartiere fieristico, quindi spazi che garantiscono grande sicurezza. Chiaramente il digitale che in questi mesi è stato importante e lo sarà anche in futuro, non mancherà, con “Vinitaly Plus”, piattaforma digitale che lavorerà 365 giorni all’anno, per creare una community sempre attiva, e un’occasione di business costante tra aziende e buyer in tutto il mondo. Ci saranno solo operatori e stampa, con un forte incoming internazionale. E sarà in contemporanea con il business forum “Wine2Wine”, dove ci saranno gli “Stati Generali del Vino” per mettere a confronto istituzioni italiane, Europe e 50-100 top manager del mondo del vino per far nascere una visione del futuro su cosa la wine industry potrà e dovrà fare nei prossimi anni”.
“Grazie a Veronafiere per l’impegno di rimettere Vinitaly al centro della politica sul vino - ha detto Patuanelli - si tratta di un evento fondamentale, importante, che fissa anche l’obiettivo dell’uscita da questa pandemia che ci prefiggiamo per ottobre, ma speriamo di centrare anche prima. Servono eventi in presenza, il settore ne ha bisogno, per la promozione, e per riprendere il percorso di crescita che la pandemia ha interrotto. Il settore del vino è uno dei più colpiti dalla prolungata e necessaria chiusura dell’horeca in Italia e nel mondo, così come il settore fieristico. Il Governo sta facendo la sua parte sapendo che qualsiasi ristoro non sarà mai sufficiente a colmare le grandi perdite”.
Un evento che arriverà dopo tante iniziative di Vinitaly all’estero, ma anche in Italia, a partire da quell’“Opera Wine” by “Wine Spectator” il 18-19 giugno 2021, “edizione antologica con le 200 cantine che, in 10 anni, hanno partecipato almeno una volta, icone del vino italiano nel mondo”, in contemporanea con “La Prima” dell’Arena di Verona, “che rappresenterà una grande occasione di comunicazione internazionale, e, in qualche modo, anche una prova generale di quello che sarà “Vinitaly Special Edition”, ha aggiunto ancora Mantovani.
“Non ci siamo mai fermati - ha ribadito Maurizio Danese - da novembre 2020, con Wine2Asia a Shenzen, ieri si è chiusa la tappa di Vinitaly in Russia, poi ci sarà Chengdu, poi Opera Wine qui a Verona, poi Pechino e Brasile in autunno. Siamo sempre a sostegno di una filiera strategica, il vino in Italia vale 12 miliardi di euro, oltre la metà esportato, e nel 2020 ha registrato un calo del -2,3%”. E, secondo quanto l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, a gennaio 2021, nei primi 10 mercati, il dato dice -19%. Per questo è fondamentale ripartire con la promozione, e anche con gli eventi in presenza.
“Un sondaggio tra i nostri espositori dice che il 90% ritiene che le fiere in presenza saranno importanti come in passato, il 30% addirittura di più, Il digitale è servito e servirà, ma la presenza serve, e Vinitaly Special Edition sarà una grande ripartenza per il settore”, ha detto ancora Danese,
rimarcando come per tutto i settore fieristico sia fondamentale che il Governo, che pure ha stanziato aiuti importanti, ottenga in Europa la deroga al regime del “de minimis” sugli aiuti come fatto dalla Germania, che ha stanziato 642 milioni di euro per ristorare le sue fiere”.
Che restano strumento fondamentale per i produttori “che poi sono quelli grazie ai quali oggi siamo tutti qui”, ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri Manlio di Stefano, che ha sottolineato come si in fase attuativa il “Patto per l’Export”, e “tra poco partirà una campagna imponente di comunicazione del Paese, un nuovo racconto di cui farà parte anche il vino, che è anche innovazione e sostenibilità, grazie al lavoro dei produttori”.
Ad attuarlo, in grande parte, sarà l’Ice-Agenzia guidata da Carlo Ferro, in prima linea anche per l’incoming a Vinitaly: “non ci siamo mai fermati neanche noi, neanche nella collaborazione con Vinitaly, come raccontano gli eventi i Russia ed in Cina. Il digitale è servito e servirà, ci stiamo investendo, anche sull’e-commerce, e a breve presenteremo l’accordo con Tannico per l’internazionalizzazione. Ma le fiere fisiche restano strategiche. Per Vinitaly Special Edition lavoriamo ad un forte incoming. Da quali Paesi, ovviamente, dipenderà dallo scenario sanitario nel mondo”.
Di certo, ci sono mercati strategici come gli Usa, ed altri che saranno decisivi in futuro, come la Cina, che da questo punto di vista stanno facendo passi da gigante. “L’America sta ripartendo - ha detto, in un videomessaggio, Gino Colangelo, alla guida della Colangelo & Partners, tra le agenzie di comunicazione più importanti in Usa - le attività stanno riaprendo, in estate tutti saranno vaccinati, e non vediamo l’ora di ripartire, di andare al ristorante, socializzare, bere vino e viaggiare. Il trade americano è interessato a tornare a muoversi, e a venire alla Vinitaly Special Edition in ottobre. È importante che ci sia attenzione, ma anche che non si fermi la comunicazione, che Consorzi e aziende tornino ad invitare operatori sia a Vinitaly che nelle proprie aziende: se si dialoga e si pianifica correttamente con il mercato americano, sarà un evento utile per tutti”.
“In Cina siamo tornati alla normalità - ha detto Alessandro Mugnano, ceo Interprocom Cantine Divine, primo importatore di vino italiano in Cina, che lavora con tante delle cantine top del Belpaese (con brand che vanno da Antinori a Bertani, da Frescobaldi a Marchesi di Barolo, da Ca’ del Bosco ad Argiolas, da Farnese-Fantini a Donnafugata, da Tenuta Argentiera a San Michele Appiano, da Di Majo Norante ad Ornellaia, da Dal Forno a Castello di Ama, a Cà Maiol, solo per citarne alcuni) - già in giugno 2020 sono riprese le attività in presenza, anche con Vinitaly. Le vaccinazioni vanno spedite, anche gli stranieri hanno accesso ai vaccini, entro luglio il 90% della popolazione sarà vaccinata. Qui già da maggio si va al ristorante e si degusta vino tutti insieme”.
Testimonianze che fanno ben sperare, dunque, per la ripartenza, anche di un “Vinitaly che è Verona, e di una Verona che è Vinitaly”, ha detto il sindaco della città Federico Sboarina, guardando sia all’evento di ottobre che alla concomitanza, in giugno, tra Opera Wine e “La Prima” dell’Arena di Verona, l’Aida diretta da Riccardo Muti.
“Verona si deve candidare ad essere la città della ripartenza. La lirica, l’Arena, Muti, il vino, sono brand che fanno conoscere l’Italia ed il mondo. Dopo un 2020 senza, non può esistere anche un 2021 senza che si scriva Vinitaly, ha una ricaduta troppo importante sul nostro territorio”.
“Speriamo che Vinitaly Special Edition coincida con la grande ripartenza del mercato del vino mondiale - ha aggiunto l’eurodeputato Paolo De Castro - mentre noi siamo qui in Europa c’è il “supertrilogo” a Bruxelles, in cui si cercherà accordo sulla Pac, in cui c’è riforma dell’Ocm, tutte, non solo vino. Non ci sono solo cattive notizie, proprio ieri c’è stato il Consiglio Ue con la presenza straordinaria del presidente Usa Joe Biden, con il quale abbiamo trovato una prima intesa di moratoria sui dazi, ed è una buona notizia che da speranza per il futuro. Come lo saranno gli sviluppi del Recovery Fund, che sarà fondamentale anche per il vino e per l’agricoltura. E stiamo lavorando anche sui temi del Cancer Plan, che è sacrosanto, e del Nutriscore, che non ci piace. Ogni cosa deve essere guidata da considerazioni scientifiche: vino e carni rosse non sono pericoli per la salute del consumatore, che però va guidato ad un consumo consapevole, per questo siamo contro Nutriscore, e a favore della dieta mediterranea, ed il vino ne fa parte”. Un vino che vuole ripartire, insieme a Vinitaly, come spiegano le più importanti rappresentanze delle filiera.
“Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%: il vino italiano ha bisogno di ripartire dal business, per questo riteniamo strategico essere a fianco di Vinitaly anche nel corso del suo programma 2021”, ha detto il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv) Ernesto Abbona. “Nessun altro Paese produttore - ha aggiunto - ha tra i propri asset una fiera internazionale di riferimento, un valore da tutelare che si riflette nella crescita del prodotto Italia registrata in questi anni. Il ruolo di Veronafiere assieme alle istituzioni preposte, a partire da Ice, è di accelerare il business anche prevedendo l’evoluzione degli scenari, per questo l’appuntamento di ottobre è prima di tutto un messaggio importante che l’Italia del vino potrà dare ai mercati”.
Secondo l’Osservatorio Uiv, il mercato mondiale del vino potrà tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, dopo aver subito un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del canale horeca. La flessione registrata sui fatturati italiani è la prima dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, soprattutto a causa di forti contrazioni sul mercato interno. Qui il trend 2020 a valore ha segnato un -24%, con un volume di invenduto rispetto all’anno precedente di 3 milioni di ettolitri. L’anno del Covid, secondo Uiv, se da una parte ha evidenziato una fortissima disparità nelle performance delle diverse realtà aziendali, dall’altra ha segnato storici cambiamenti all’interno dei propri canali di vendita: per la prima volta infatti i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dell’horeca, tradizionalmente il canale a maggior valore aggiunto. In generale nel Belpaese il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) è stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.
“In queste condizioni Vinitaly e Veronafiere non potevano fare di più e avranno il nostro pieno supporto - dichiara il presidente Federvini, Sandro Boscaini - ma occorre prendere atto che l’aver saltato due edizioni della tradizionale manifestazione di riferimento per il settore, insieme ai provvedimenti di contenimento della pandemia che hanno messo in ginocchio il settore horeca in tutta Europa con una serie incredibile di aperture e chiusure parziali e sincopate, determinano prospettive drammatiche per le imprese del vino, fiore all’occhiello del made in Italy nel mondo”. Secondo Federvini, per il vino italiano si prospetta un crollo di ricavi attraverso il canale horeca di oltre 1,5 miliardi di euro nel biennio 2020/2021 sul 2019, crollo solo minimamente compensato dall’aumento delle vendite attraverso altri canali.
A ciò si aggiungono le difficoltà di viaggio e di incontro con gli operatori internazionali, le diverse misure di aiuti che i governi stranieri stanno mettendo in piedi (e che nel medio termine, saranno un ulteriore minaccia agli equilibri concorrenziali), le incertezze legate alla prossima stagione di vendemmia. In Europa il sistema fieristico manca a tutti, sottolinea Federvini, ma in Italia questa assenza pesa molto di più per le modalità che nel tempo avevano permesso di abbinare, con un calendario perfetto, il business generale di settore e quello specifico aziendale, i mercati internazionali e il mercato nazionale.
“Il Vinitaly rappresenta un appuntamento di enorme rilevanza deve tornare e deve tornare più forte di prima con il coinvolgimento delle istituzioni, a partire da Ice ma non solo, e con iniziative e programmi di ricerca, sostegno e promozione del vino italiano nel mondo. Occorre un intervento di sistema, per il quale richiamiamo l’attenzione del Governo per l’utilizzo dei fondi NextGenerationEu a supporto delle imprese, per la semplificazione normativa e per il sostegno al settore horeca, pilastro fondamentale dello stile di vita italiano, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo” conclude Boscaini.
“Apprezziamo e condividiamo in pieno gli sforzi di Verona e di Vinitaly di candidarsi come il luogo della ripartenza nel mondo, del vino italiano e, di conseguenza, di tutto il made in Italy agroalimentare. Il vino - la cui produzione vale 12 miliardi di euro e che per quasi il 50% viene esportata - è ambasciatore dell’italian style”, ha detto il vicepresidente Confagricoltura, Giordano Emo Capodilista, secondo cui “la Special Edition del Vinitaly, che si terrà ad ottobre in presenza, con una formula studiata per garantire piena sicurezza sanitaria ai partecipanti, sarà l’occasione importante per mettere in contatto i produttori con i buyer dei grandi mercati internazionali. Guardiamo con attenzione ad essa ma pure a tutta quella serie di eventi promossi all’estero dalla fiera scaligera con Ice, che testimoniano la vocazione all’export non solo del settore enoico ma anche della sua più importante kermesse. Il Ministro alle Politiche Agricole Patuanelli ed il sottosegretario agli Esteri Di Stefano hanno ribadito la volontà del Governo di rilanciare il settore vitivinicolo - ha sottolineato Emo Capodilista - che ringraziamo per aver accolto la nostra richiesta di mobilitare fondi straordinari della Ue, per gestire la difficile situazione del settore vitivinicolo, tra i più colpiti dall’impatto economico della pandemia per le ripetute chiusure del canale horeca a livello globale e con giacenze in pesante aumento. Servono incisive misure europee per tonificare il mercato e le quotazioni e per consentire a questo fondamentale settore di essere pronto a decollare, come è negli auspici di tutti”.
In tanti, dunque,guardano alla “Special Edition” di Vinitaly, in ottobre 2021, come il momento concreto della grande ripartenza del vino italiano nel mondo, che intanto, a conclusione di una roadmap di Veronafiere che accompagna il vino made in Italy nel mondo, con la sua cultura e i suoi protagonisti. Come detto, nel 2021 dopo Vinitaly Russia a Mosca (23 marzo) e San Pietroburgo (25 marzo), si vola in Cina, a Chengdu (3-6 aprile). Sempre in Cina, a Shenzhen, va in scena a giugno (8-10) la seconda edizione in presenza di Wine To Asia. Nello stesso mese, ricco calendario anche a Verona con Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno), Vinitaly 5 Star Wines The book (16-18 giugno), OperaWine (19-20 giugno), dove degustare il meglio della produzione vitivinicola italiana selezionata da Wine Spectator, per finire con i corsi della Vinitaly International Academy (21-24 giugno). A settembre, Vinitaly è a Pechino (13-17) e poi in Brasile, per Wine South America (22-24). E dopo la “Vinitaly Special Edition” di ottobre 2021, la chiusura del cerchio sarà con l’edizione “piena” di Vinitaly 2022, la n. 54, a Verona dal 10 al 13 aprile 2022.

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