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OLTRE LA PANDEMIA

La ripartenza degli Usa, nei numeri dell’import del vino e nelle aperture di bar e ristoranti

Segnali positivi dai dati delle dogane analizzati da Unione Italiana Vini (Uiv), e da quelli delle riaperture nel focus di Cga Strategy
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Una trattoria italiana a New York (ph Krisztina Papp via Unsplash)

Se non ci fossero gli Usa, il vino italiano sarebbe un settore molto più povero, visto che gli Stati Uniti valgono da soli un quarto delle esportazioni delle cantine d’Italia (che valgono nel complesso la metà del giro d’affari). Come a dire, banalizzando, che gli americani, da soli, muovono un dollaro ogni otto tra quelli spesi nel mondo (Italia inclusa) per vini tricolore. E se è stato tutto sommato non è stata troppo negativo, visto il contesto della pandemia, il 2020, con le esportazioni enoiche italiane in calo del -5,6% a 1,4 miliardi di euro (dati Istat), fa sperare in positivo la riduzione delle perdite nel 2021, iniziato con un -22% in valore a gennaio, e arrivate a -9,7% a marzo, secondo i dati delle Dogane, ripresi da Unione Italiana Vini (Uiv), che sottolinea anche come gli spumanti abbiano ripreso a correre nel primo trimestre dell’anno, con un +11% decisamente importante nel primo Paese importatore.
Numeri che regalano speranza, insieme a quelli di un fuori casa che, negli States, sta tornando a marciare, pare, a pieno ritmo, come racconta l’indagine firmata dall’agenzia inglese Cga Strategy. Secondo cui in tutti gli Stati del Paese ormai ci sono ristoranti riaperti, anche con il servizio al chiuso, e non solo all’aperto. Discorso che vale, sostanzialmente anche per i bar. Nel dettaglio, nel 32% degli Stati americani i bar sono completamente riaperti e operativi, il 66% lo è ma con limitazioni, ed il 2% è aperto ma solo con il servizio all’aperto. Situazione ancora migliore per i ristoranti: nel 36% degli Stati si lavora a piena capacità, mentre nel 64% dei restanti si lavora con qualche limitazione di numero, ma sia al chiuso che fuori. E questo, nella prima settimana di maggio, si traduce in una velocità di spesa che se è ovviamente in enorme aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+225%), è in leggera crescita (+4%) sullo stesso periodo del 2019, ultimo anno “normale”, prima dell’irrompere della pandemia.

Segnali confortanti che arrivano dal mercato straniero più importante per il vino italiano. Quegli Usa in cui la campagna vaccinale è in fase avanzatissima, tanto che da qualche giorno è caduto il divieto di indossare la mascherina all’aperto per chi è completamente vaccinato e, come riporta l’Agi, secondo il celebre immunologo Antony Fauci, presto potrebbe cadere anche l’obbligo di indossare la mascherina, tanto all’aperto, che al chiuso nei locali. Per un ritorno alla normalità più vicino, che sarà strategico anche per il vino ed il made in Italy tutto.

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