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I RISTORANTI E I VINI D’ITALIA

Oldani, Sultano e Cuttaia nuovi “5 Cappelli” al vertice della ristorazione italiana per “L’Espresso”

Sono 13 per la Guida 2021, e salgono a 14 anche i “Cappelli d’Oro”, con La Peca e La Trota. Vizzari: “ma non è un anno di novità, non può esserlo”

Più che novità, sono certezze quelle che, in un momento drammatico per il settore, arrivano dal mondo della ristorazione italiana, che cresce nell’eccellenza con i 3 nuovi “5 Cappelli” al D’O di Cornaredo di Davide Oldani, al Duomo di Ragusa Ibla di Ciccio Sultano e La Madia di Licata di Pino Cuttaia, che portano a 13 i massimi riconoscimenti, insieme al Casadonna Reale a Castel di Sangro di Niko Romito, Seta dell’Hotel Mandarin Oriental di Milano di Antonio Guida, St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di Norbert Niederkofler, Le Calandre di Rubano dei fratelli Alajmo, Lido 84 di Gardone Riviera Riccardo e Giancarlo Camanini, Madonnina del Pescatore a Senigallia di Moreno Cedroni, l’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura, il Piazza Duomo di Alba di Enrico Crippa, Uliassi a Senigallia di Mauro Uliassi e Villa Feltrinelli a Gargnano di Stefano Baiocco. Ecco il “responso” del ritorno della Guida “I Ristoranti e i Vini d’Italia 2021” de “L’Espresso”, nell’edizione n. 42 svelata oggi e nella quale a crescere è anche la qualità consolidata al vertice della ristorazione italiana e tramandata in famiglia, con i 2 nuovi “Cappelli d’Oro”, riconoscimento “all’eccellenza al massimo livello della carriera”, a La Peca di Lonigo dei fratelli Portinari e a La Trota dal 1963 a Rivodutri dei fratelli Serva, che si aggiungono a Caino a Montemerano della famiglia Piccini, Casa Vissani a Baschi di Gianfranco Vissani, Colline Ciociare di Acuto di Salvatore Tassa, Da Vittorio a Brusaporto della famiglia Cerea, Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio della famiglia Santini, Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi della famiglia Iaccarino, Enoteca Pinchiorri a Firenze con Annie Féolde e Riccardo Monco, La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma di Heinz Beck, Lorenzo a Forte dei Marmi della famiglia Viani, Miramonti L’Altro a Concesio di Philippe Léveillè, Romano a Viareggio della famiglia Franceschini e San Domenico a Imola con Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia.
Tuttavia, ha detto il direttore de “Le Guide de L’Espresso” Enzo Vizzari, “non è questo l’anno delle novità, non può esserlo. Ma ci sono tante situazioni delle quali vale la pena parlare e sulle quali riflettere. Ci sono nuovi “Cappelli d’Oro” e ci sono nuovi “5 Cappelli”.
E tra i Premi Speciali ci sono molti giovani di grande qualità che pur in questa situazione straordinaria hanno saputo affermarsi e portano avanti i loro valori e il loro mestiere”. Il tutto in una “geografia del mangiar bene”, fatta di Regioni e aree più dinamiche e più ricche di “Cappelli” su oltre 2.000 tra ristoranti e trattorie (29 “4 Cappelli”, 79 “3 Cappelli”, 236 con “2 Cappelli”, 619 con “1 Cappello”), rispetto ad altre dove poco sembra cambiare: per esempio Piemonte e Lombardia tra le prime, Campania, Toscana e Liguria, tra le seconde, tra promozioni e qualche retrocessione. E accanto ai migliori 100 bianchi, 100 rossi, 100 spumanti, 30 rosati, 30 “dolci” e 100 vini “sotto i 15 euro” dei “Vini d’Italia”, curati da Andrea Grignaffini, e alle 106 “Migliori Pizzerie d’Italia”, valutate da Tommaso Esposito e Tania Mauri, e tra le quali 39 con il giudizio più alto delle “Tre pizze”.
Una Guida che racconta il meglio dell’enogastronomia italiana, in un’edizione “anomala”, che arriva in primavera anziché in autunno, “nella particolarità, non uso il termine drammaticità, del momento anche riferito al settore dell’enogastronomia e quindi della ristorazione - secondo Vizzari - la gravità della situazione dei ristoranti italiani è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo non si contano a tutti i livelli, ma soprattutto in quelli medi e medio-bassi, e chiusure ed i drastici ridimensionamenti che confermano la fragilità di un sistema che è sempre vissuto grazie a tanti momenti di intelligenza, con ristoranti di grande qualità che però non hanno saputo essere guida di un settore che non è mai stato un settore. Per questo non ha avuto la capacità e la forza di porsi come tale, e questo si è pagato nella pandemia: se i ristoratori fossero stati più presenti e più capaci di far sentire la loro voce anche nei confronti delle istituzioni qualche risultato in più in termini di sostegni avrebbero ottenuto”. Tuttavia, “il futuro ci sta riportando al piacere dell’incontro - ha detto Luca Ferrua, direttore de “Il Gusto” - e nella Guida c’è tantissimo futuro che ci permetterà di uscire dalla pandemia”.

Focus - I “5 cappelli” della Guida “Ristoranti d’Italia” 2021 de L’Espresso
Casadonna Reale - Castel di Sangro (L’Aquila)
Hotel Rosa Alpina - St. Hubertus - Badia (Bolzano)
Le Calandre - Rubano (Padova)
Lido 84 - Gardone Riviera (Brescia)
Madonnina del Pescatore - Senigallia (Ancona)
Osteria Francescana - Modena
Piazza - Duomo - Alba (Cuneo)
Seta - Hotel Mandarin - Milano
Uliassi - Senigallia (Ancona)
Villa Feltrinelli - Gargnano (Brescia)
D’O - Cornaredo (Milano)
Duomo - Ragusa Ibla
La Madia - Licata (Agrigento)

Focus - I “Cappelli d’Oro” della Guida “Ristoranti d’Italia” 2021 de L’Espresso
Caino - Montemerano (Grosseto)
Casa Vissani - Baschi (Terni)
Colline Ciociare - Acuto (Frosinone)
Da Vittorio - Brusaporto (Bergamo)
Dal Pescatore - Canneto sull’Oglio (Mantova)
Don Alfonso 1890 - Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli)
Enoteca Pinchiorri- Firenze
Hotel Rome Cavalieri - La Pergola di Roma
Lorenzo - Forte dei Marmi (Lucca)
Miramonti l’Altro - Concesio (Brescia)
Romano - Viareggio (Lucca
San Domenico - Imola (Bologna)
La Peca - Lonigo (Vicenza)
La Trota dal 1963 - Rivodutri (Rieti)

Focus - I Premi Speciali della Guida “Ristoranti d’Italia” 2021 de L’Espresso
“Pranzo dell’anno” (Bertani)
D’O di Cornaredo (Milano) di Davide Oldani
“Cantina dell’anno” (Cà Maiol)
Bistrot di Forte dei Marmi (Lucca) di Davide e Marco Vaiani
“Maître dell’anno” (Castello di Albola)
Daniela Piscini di Miramonti L’altro di Concesio (Brescia)
“Sommelier dell’anno” (Cantine Ferrari)
Giampiero Cordero de Il Centro di Priocca (Cuneo)
“Cuoca dell’anno” (Bellavista)
Jessica Rosval di Casa Maria Luigia a Modena
“Servizio di Sala dell’anno” (Scuola Intrecci)
La squadra del Condividere di Torino, guidata da Sara Repetto
“Giovane dell’anno” (Frantoio di Sant’Agata di Oneglia)
Valerio Braschi del Ristorante 1978 di Roma
“Performance dell’anno” (Kettmeir)
Duomo di Ragusa di Ciccio Sultano e La Madia di Licata (Agrigento) di Pino Cuttaia
“Innovazione in cucina” (Deliveristo)
Floriano Pellegrino e Isabella Potì del Bros di Lecce
“Pasta dell’anno” (Pastificio Felicetti)
Andrea Berton del Berton di Milano
“Riso dell’anno” (Riso Buono)
Paolo Griffa del Petit Royal del Grand Hotel Royal di Courmayeur (Aosta)
“Pasticceria dell’anno” (Domori)
Maria Novella Salani del Peter Brunel di Arco (Trento)
“Caffè dell’anno” (Lavazza)
Enrico Crippa e Vincenzo Donatiello del Piazza Duomo di Alba (Cuneo)
“Il ristorante sostenibile dell’anno” (Podere Forte)
La Tana Gourmet di Alessandro Dal Degan di Asiago (Vicenza)
“Premio alla carriera” (Scuola In Cibum)
Francesco Bracali del Bracali di Massa Marittima
“Il giovane pizzaiolo dell’anno” (Petra-Molino Quaglia)
Davide Quaglia del Mama a Lendinara (Roma)

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