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IL 13 DICEMBRE

Firenze accoglie la San Gimignano della Vernaccia e del Vasari nell’anno di Dante in Palazzo Vecchio

Un omaggio al legame tra Firenze, la “città delle torri” e la “bianca” Docg cantata nella “Divina Commedia” e raffigurata nel Salone dei Cinquecento
COMUNE DI FIRENZE, CONSORZIO DEL VINO VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, DANTE ALIGHIERI, DIVINA COMMEDIA, GIORGIO VASARI, SALONE DEI CINQUECENTO, SAN GIMIGNANO, VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, Italia
Giorgio Vasari, “Allegoria di Colle Val d’Elsa e San Gimignano”, Palazzo Vecchio, Firenze

Vino dalla storia antichissima, capace di affascinare poeti, artisti e letterati, tanto da essere l’unico che Dante Alighieri chiama per nome nella “Divina Commedia”, e da sempre regina sulle tavole di Papi e signori, forse il segreto del fascino della Vernaccia è proprio questo: essere sempre al passo con i secoli che attraversa e dei quali è stata testimoni nei calici, capace di tramandare la tradizione nella contemporaneità, con qualità ma anche originalità, come unica Docg declinata al femminile in una terra, la Toscana, dominata dai grandi rossi. Nel Cinquecento, alla corte del Granduca Cosimo I de’ Medici era così tanto “ammirata” che Giorgio Vasari la raffigurò nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze nella celebre “Allegoria di Colle e San Gimignano” nel bellissimo e monumentale soffitto rinascimentale. Ed è qui che il 13 dicembre, “Firenze accoglie la San Gimignano del Vasari nell’anno di Dante”, il 2021 in cui si sono celebrati i settecento anni dalla morte del “padre” della lingua italiana, e nel finire del quale sarà reso omaggio al legame storico tra Firenze, San Gimignano e la Vernaccia, che rappresentano i grandi testimoni dell’inestimabile patrimonio culturale italiano.
Se per Dante il vino è vizio ma anche metafora del mistero stesso della vita, la “Divina Commedia”, che ancora oggi, a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, ci racconta chi siamo, i nostri vizi e le nostre virtù, da secoli consegna all’eternità anche la Vernaccia, l’unico vino chiamato per nome nel capolavoro dantesco: “E purga per digiuno l’anguille di Bolsena e al Vernaccia” è il motivo per cui perfino un Papa come Martino IV si trova tra i Golosi in Purgatorio. Due secoli dopo la sua stesura, per accentuare l’imponenza del Salone dei Cinquecento, il Vasari innalzò il soffitto coprendolo con una struttura a cassettoni magnificamente decorata con una serie di pitture in 42 riquadri sul tema dell’esaltazione del Granduca Cosimo I de’ Medici, che vi è rappresentato al centro in apoteosi, delle sue opere e della sua casata, incorniciate da magnifici intagli dorati con le allegorie dei quartieri di Firenze e dei domini del Ducato in atto di sottomissione al Duca, episodi della guerra di Pisa e della Guerra di Siena. San Gimignano vi è raffigurata con il fiume Elsa nella figura di un vecchio con cornucopia ed una brocca che versa acqua sul primo piano e dietro di lui i fondatori delle due città con stendardi e scudi, e le loro vedute.
“Questi ... sono S. Gimignano e Colle - scrive lo stesso Vasari nei suoi “Ragionamenti” - terre grosse e principali: ed il fiume, che vi ho finto, lo fo pel’Elsa; e quel satiro giovane, che ha accanto, beve la vernaccia di quel luogo; Colle poi ha molte balle di carta, e le due figure che tengono li due stendardi, entrovi le insegne di ciaschedun luogo, son fatte per i fondatori di quelli”.
A distanza di secoli, a ricordare i legami tra le due città con il grande bianco nei calici, saranno, la presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano Irina Strozzi, il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci, con il sindaco di Firenze Dario Nardella, lo storico dell’arte Carlo Francini e il professor emerito Franco Cardini.

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