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NESSUN “EN PLEIN”

Guide: 8 su 9 per Sassicaia 2018 e Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 Il Marroneto

Incrocio WineNews tra le guide “nazionali”. Al top anche Giulio Ferrari Riserva del Fondatore e Fiorduva Marisa Cuomo (ma con annate diverse)

Sono tanti i vini italiani capaci di distinguersi e tante le letture che caratterizzano le molte guide di settore edite in Italia. Un doppio binario che attraversa l’intera Italia in bottiglia e che è, prima di tutto, messaggero di complessità e ricchezza, ma anche di difficoltà quando si voglia costruire una gerarchia consolidata e riassuntiva dell’eccellenza assoluta, con il risultato che rintracciare etichette in grado di ricevere il massimo riconoscimento da tutte le più importanti pubblicazioni (9 quelle prese in esame nell’edizione n. 16 del nostro confronto), è operazione sempre più ardua. Ed anche quest’anno, dall’incrocio di WineNews, nessuna etichetta è riuscita a fare l’“en plein” (l’ultima volta ci riuscì, nel 2014, il Bolgheri Sassicaia 2011 della Tenuta San Guido). E proprio il Bolgheri Sassicaia 2018 della Tenuta San Guido, ancora lui, sfiora l’impresa, aggiudicandosi il massimo riconoscimento da 8 guide su 9 (lo premiano Slow Wine, Gambero Rosso, Veronelli, Doctor Wine, Bibenda, Ais, Maroni e “I migliori 100 vini” del “Corriere della Sera”), insieme al Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 de Il Marroneto (che riceve l’imprimatur da Slow Wine, Gambero Rosso, Veronelli, Doctor Wine, Bibenda, Ais, Touring e “I migliori 100 vini” del “Corriere della Sera”). Premiati, da 8 guide su 9 anche, altre due etichette, seppur con annate differenti, ovvero il Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva di Marisa Cuomo (premiato da Gambero Rosso, Veronelli, Doctor Wine, Bibenda, Ais, Touring Club, Maroni e “I migliori 100 vini” del “Corriere della Sera”, con l’annotazione che alcune guide hanno preso in considerazione l’annata 2019 e altre la 2020), ed il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2010 di Ferrari Trento della Famiglia Lunelli, a cui manca solo Maroni, tenendo conto che il duo Ferraro-Gardini ha scelto, però, il Millesimo 2009 nella sua classifica.
Come consuetudine, il criterio di confronto non ha preso in considerazione le scale dei punteggi (centesimi, decimi ...) o i diversi criteri di giudizio, talvolta molto distanti, ma ha incrociato semplicemente tutte le liste dei migliori assaggi a partire da quelle delle “guide classiche”, per “anzianità di servizio” e tendenziale affinità di valutazione (i “Tre Bicchieri” della guida “Vini d’Italia Gambero Rosso”, le “Tre Stelle” della guida “I Vini di Veronelli” del Seminario Permanente Luigi Veronelli, i “Cinque Grappoli” della guida “Bibenda” della Fondazione Italiana Sommelier - Fis, il “faccino” assegnato ai vini valutati con 95/100 o più dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli - Doctor Wine, le “Quattro Viti”, il massimo riconoscimento di “Vitae - La Guida dei Vini” dei Sommelier Ais, i “Top Wines” di Slow Wine, ovvero il meglio delle degustazioni del team della Chiocciola accanto ai consueti “Vini Slow” e “Vini Quotidiani”), a cui, per completare il quadro costituito dunque da un totale di 9 pubblicazioni a respiro nazionale, sono state aggiunte nel confronto anche tre guide dal carattere peculiare: la guida del Touring Club, “Vinibuoni d’Italia”, che per sua precisa scelta editoriale attribuisce la “Corona” ai soli vini da vitigni autoctoni, l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni, dal personalissimo approccio valutativo (l’“indice di piacevolezza” ad esprimere di un vino “la piacevolezza del suo sapore, ovvero la sua fruttuosità”, ndr) e “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” del “Corriere della Sera”, a cura di Luciano Ferraro e Luca Gardini, anch’essa una pubblicazione particolare se si considera il fatto che condensa il meglio del panorama enoico italiano, proponendo una selezione ristretta di vini. Esclusa, in questa edizione, la selezione de “I Ristoranti e i Vini d’Italia” de “L’Espresso”, che ha pubblicato in maggio la sua edizione 2021, e non è ancora uscita con la 2022 (che probabilmente uscirà ancora in primavera), a differenza di tutte le altre prese in esame.
Incrociando tutte le guide a disposizione, lo scenario del mondo del vino tricolore si conferma fluido e molto articolato, con la geografia enoica del Belpaese ben rappresentata, con soltanto tre regioni assenti (Calabria, Molise, Liguria ed Emilia Romagna), evidentemente non del tutto ma soltanto nel contesto specifico di questo confronto.A convincere 7 guide su 9 ci sono il Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Riserva 2015 di Cavallotto, il Brunello di Montalcino Riserva 2015 di Poggio di Sotto, il San Leonardo 2016 della Tenuta San Leonardo, l’Amarone della Valpolicella Classico 2012 di Bertani, l’Es 2019 di Gianfranco Fino, il Turriga 2017 di Argiolas (premiato però dalla guida del Corriere con l’annata 2016), il Passito di Pantelleria Ben Ryè 2018 di Donnafugata, l’Oreno 2019 di Sette Ponti, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 de Il Marroneto, l’Aglianico del Vulture Titolo 2019 di Elena Fucci (ma premiato dal duo Gardini-Ferraro con l’annata 2018), il Torgiano Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2017 di Lungarotti, il Brunello di Montalcino Cerretalto 2015 di Casanova di Neri, il Solengo 2019 di Argiano e il Guardiavigna di Podere Forte (che alcune guide premiano con l’annata 2017 e altre con la 2016).
A centrare la premiazione in 6 guide su 9 ci sono poi il Trebbiano d’Abruzzo 2017 di Valentini, il Montiano 2018 della Famiglia Cotarella, il Franciacorta EBB Riedizione 2010-2020 de Il Mosnel, il Barbaresco Asili Riserva 2016 di Bruno Giacosa, il Bolgheri Superiore Grattamacco 2018 della Tenuta Grattamacco, il Verdicchio dei Castello di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2018 di Bucci, il Barolo Vigna Rionda 2015 di Luigi Oddero e Figli, il Barolo Sarmassa Vigna Bricco Riserva 2015 di Brezza, il Brunello 2016 di Salvioni, il Solaia 2018 di Antinori, I Sodi di San Niccolò 2017 di Castellare di Castellina, il Cepparello 2018 di Isole e Olena, il Montefalco Sagrantino 25 Anni 2016 di Caprai, l’Amarone della Valpolicella Maternigo Riserva 2016 dei Tedeschi, l’Amarone della Valpolicella De Buris Riserva 2010 dei Tommasi e lo Chardonnay Cuvée Bois 2019 de Les Crêtes.
Conquistano i favori di 5 guide su 9, ancora il Terlano Rarity 2008 della Cantina di Terlano, il Pinot Bianco Renaissance Riserva 2018 di Gumphof, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2015 di Giacomo Conterno, il Bolgheri Superiore 2018 di Tenuta Argentiera, il Bolgheri Superiore 2018 dell’Ornellaia, il Paleo 2018 de Le Macchiole, il Carmignano Riserva 2018 di Piaggia, il Duemani 2018 di Duemani, il Tignanello 2018 di Antinori, il Vin Santo di Carmignano Riserva 2013 di Capezzana, il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2018 di Velenosi, il Barolo 2017 di Bartolo Mascarello, il Barolo Brunate 2017 di Giuseppe Rinaldi, il Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2017 di Cantine Santadi, l’Etna Rosso Barbagalli 2018 di Pietradolce, il Contea di Sclafani Rosso del Conte Riserva 2016 di Tasca d’Almerita, il Fiorfiore 2019 di Roccafiore, il Brunello di Montalcino Vigna Spuntali 2016 di Val di Suga, il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2016 di Argiano, il Kurni 2019 di Oasi degli Angeli, il Valtellina Superiore Sassella Riserva Rocce Rosse 2013 di Ar.Pe.Pe., il Franciacorta Annamaria Clementi Dosaggio Zero Riserva 2011 di Ca’ del Bosco, il Barabresco Pajoré 2017 di Sottimano, il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto, il Flaccianello 2018 di Fontodi, il Galatrona 2018 di Petrolo, il Cervaro della Sala 2019 del Castello della Sala, il Barolo Bricco delle Viole 2017 di Vajra, il Bolgheri Superiore Dedicato a Walter 2017 di Poggio al Tesoro, l’Aglianico del Vulture La Firma 2015 di Cantine del Notaio, il Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio 2016 del Castello di Monsanto, il Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2016 di Madtrojanni, il Montefalco Sagrantino Collenottolo 2016 della Tenuta Bellafonte, lo Chambave Muscat Flétri 2019 di La Vrille, La Poja 2017 di Allegrini, l’Amarone Classico Fumetto Riserva 2008 di Secondo Marco, l’Amarone della Valpolicella Classico Sant’Urbano 2017 di Speri e il Soave Classico Calvarino 2019 di Pieropan.

Focus - Incrocio WineNews: ecco i vini che mettono d’accordo le guide italiane negli anni passati 2020: nessuno
2019: nessuno
2018: nessuno
2017: nessuno
2016: nessuno
2015: nessuno
2014: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2011
2013: Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2011
2012: nessuno
2011: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2008; Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2009
2010: Termeno, Alto Adige Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Terminum 2007; Oasi degli Angeli, Kurni 2007
2009: Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito Serenade Castel Giovanelli 2005
2008: Tenuta San Leonardo, San Leonardo 2003; Montevetrano, Montevetrano 2005; Galardi, Terra di Lavoro 2005, Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2004; Cantina di Caldaro Moscato, Giallo Passito Serenade Castel Giovanelli 2004
2007: Fattoria di Petrolo, Galatrona 2004; Montevetrano, Montevetrano 2004
2006: Gaja, Sorì San Lorenzo 2001; Casanova di Neri, Brunello di Montalcino Cerretalto 1999, Masciarelli, Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2001; Oasi degli Angeli, Kurni 2003; Galardi, Terra di Lavoro 2003; Montevetrano, Montevetrano 2003; Sandrone, Barolo Cannubi Boschis 2001; Foradori, Granato 2003

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