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BILANCIO

2021 Odissea nelle bollicine: Prosecco, Champagne e Cava guidano la ripresa dei consumi

Gli sparkling italiani superano il miliardo di bottiglie prodotte, lo Champagne a 5,5 miliardi di euro di fatturato, il Cava cresce del 63% in Usa
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Il 2021 delle bollicine nel mondo

Il 2021 è stato l’anno del grande rimbalzo per il mondo del vino, che dopo il tracollo dei consumi patito nel 2020, quando lo scoppio delle pandemia ha spinto l’intero occidente al lockdown, torna a crescere, recuperando, e in molti casi migliorando, le posizioni del 2019. Una tendenza che accomuna tutti i grandi Paesi produttori, dalla Francia all’Italia passando per la Spagna, e sostanzialmente tutte le categorie. A partire dagli spumanti, protagonisti dei consumi fuori casa, della celebrazione e della festa e che, per forza di cose, più di tutti hanno patito le chiusure e le restrizioni. Le buone notizie arrivano prima di tutto dall’Italia, che nel 2021, secondo dati Coldiretti, ha superato il miliardo di bottiglie prodotte per la prima volta (+23% sul 2020). Numeri importanti, legati principalmente al sistema Prosecco (Prosecco Doc, Asolo Prosecco e Valdobbiadene Prosecco Superiore), che tocca le 753 milioni di bottiglie prodotte, di cui oltre 600 milioni di Prosecco Doc. L’Asti Docg torna a correre, attestandosi a quota 102 milioni di bottiglie, davanti a Franciacorta, Trentodoc e Oltrepò Pavese. Un successo spinto dalla domanda interna con una crescita del 27% in valore degli acquisti degli italiani ma anche per l’esplosione delle richieste arrivate dall’estero dove si registra un aumento del 29% per un totale di 700 milioni di bottiglie stappate fuori dai confini nazionali, secondo proiezioni Coldiretti per il 2021 su dati Istat & Ismea.
Le tante e diverse declinazioni degli sparkling italiani, così, riprendono a crescere su tutti i mercati (dagli Usa alla Gran Bretagna, dalla Francia, ormai innamorata del Prosecco, alla Russia), mantenendo lo scettro di bollicine più esportate al mondo. Almeno per volumi, perché a valore lo Champagne è ancora lontano. “Grazie alle esportazioni e alla fedeltà dei consumatori per le grandi cuvée, lo Champagne raggiungerà un fatturato record di oltre 5,5 miliardi di euro, ma la media delle spedizioni per il 2020-2021, 280 milioni di bottiglie per 4,9 miliardi di euro, rimane al di sotto del livello pre-pandemico (300 milioni di bottiglie per 5 miliardi di euro)”, dice Jean-Marie Barillère, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, co-presidente del Comité Champagne. Le spedizioni totali dello Champagne, infatti, nel 2021 hanno toccato le 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32% sul 2020, con il mercato francese che segna una crescita del +25%, a quota 142 milioni di bottiglie, tornando al livello del 2019, e le esportazioni che continuano a crescere, fino al nuovo record di 180 milioni di bottiglie. In una cornice comunque complessa, in cui la crisi del turismo e dei grandi eventi non è affatto risolta, mentre in vigna le difficili condizioni climatiche sono deflagrate in una vendemmia 2021 scarsa e difficile, e i costi in crescita della logistica, dei materiali e dell’energia che si riversano anche sulla catena produttiva dello Champagne. Infine, il Cava, il metodo classico spagnolo che si pone a metà strada tra Prosecco e Champagne, per numeri produttivi, fatturati e prezzi. Secondo le stime del Consejo Regulador della grande denominazione spagnola, nel 2021, le vendite di Cava hanno raggiunto le 250 milioni di bottiglie, in crescita del 16,45% sul 2020, e sopra ai livelli del 2019. Un ottimo dato, ma che deve fare i conti, come sottolinea Xavier Farré, alla guida del Centro Vinícola del Penedés, con “l’incremento dei costi, che porta ad un taglio dei margini”. Crescono i consumi interni, ma tre bottiglie su quattro finiscono all’estero, con le spedizioni verso gli stati Uniti cresciute addirittura del +63%, facendo degli Usa il secondo mercato d’elezione del Cava dietro alla Germania.

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