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SUADELA

Una “Collezione degli Enologi” per raccontare il vino italiano nel mondo

Sei territori per sei etichette, firmate dai winemaker top del Belpaese: Cotarella, Caviola, Vagaggini, Landi, Trombelli e Menotti

Raccontare e comunicare la ricchezza della viticoltura italiana è quanto di più difficile si possa provare a fare. Specie di fronte ad un neofita, che poi è lo status della stragrande maggioranza dei consumatori in giro per il mondo. Centinaia di varietà, autoctone e internazionali, decine e decine di grandi territori, e migliaia di interazioni tra vitigno e terroir possibili, che danno vita a vini unici. Un mare enoico in cui imparare a navigare presuppone un viaggio infinito nei meandri della conoscenza. Che, però, diventa più semplice se inizia dalla bottiglia. Nasce così “Collezione degli Enologi” di Suadela, il progetto enoico di un gruppo di amici ed imprenditori (in campi che ben poco hanno a che fare con il vino) originari di Paesi e città diverse, da Roma a Torino, da Londra a New York, da Chicago a Dubai, da Hong Kong ad Amsterdam, uniti dall’amore incondizionato per il vino italiano, da far conoscere attraverso sei etichette originali ed uniche, create (in 2.400 esemplari ciascuna) dai migliori enologi del Belpaese: Barolo 2016 by Beppe Caviola, “Rapsodia in Rosso” 2017 by Riccardo Cotarella, Cannonau di Sardegna 2015 by Lorenzo Landi, Friuli Colli Orientali Bianco 2016 by Gianni Menotti, Toscana Rosso 2016 by Umberto Trombelli e Montecucco Sangiovese Riserva 2015 by Paolo Vagaggini.

Questo, però, non è che un primo passo di un’idea più grande, come racconta, a WineNews, Charles Laurey, uno dei fondatori di “Suadela”. “Per tutti noi il vino è sempre stata una passione, e speriamo in questo modo di entrare anche noi nel business enoico. Vogliamo essere in grado, nel tempo, di presentare vini che sappiano rappresentare ogni Regione d’Italia, sempre dando spazio al lavoro degli enologi, con cui abbiamo la fortuna di lavorare grazie alla loro disponibilità, a partire da Riccardo Cotarella, a cui abbiamo chiesto di fare i vini che loro per primi vorrebbero bere. Così, abbiamo due storie da raccontare: quella che riguarda la qualità e la varietà dei vini italiani, e quella che racconta il ruolo e l’importanza dei migliori enologi del Paese. Il nome “Collezione degli Enologi” è un riconoscimento al loro lavoro, alle loro conoscenze, alle loro capacità ed alla loro devozione. I vini sono già sul mercato in Uk, Usa e Olanda (anche online, ndr), ma stiamo già lavorando all’edizione n. 2, coinvolgendo altri enologi e sempre chiedendo loro di scegliere Regione, varietà e vigneto che rappresenti al meglio la loro professionalità: l’idea è quella di aggiungere ogni anno due nuovi territori”, conclude Charles Laurey.

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