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LO SCENARIO

Un nuovo inizio, un’era moderna, quella del vino italiano di oggi: il messaggio di “Wine Spectator”

Da “Opera Wine”, le parole di Jeffery Lindenmuth, Alison Napjus e Bruce Sanderson, vertici della più influente rivista Usa sul vino

“Credo che il vino italiano possa crescere ancora sotto molti aspetti. Quello che vedo, e che penso, è che tante Regioni hanno ricominciato 30 anni fa piantando nuovi cloni di vite, nuovi portinnesti, e ora iniziavo a vederne i risultati, e vedremo un miglioramento qualitativo nei prossimi 20-30 anni. Siamo ad una sorta di “nuovo inizio”. Come negli anni Sessanta e negli anni Settanta i Supertuscans sono stati il motore della crescita, in tempi recenti abbiamo visto una grande crescita in tante parti dell’Italia come Campania, Puglia, in Sicilia: siamo in una sorta di era moderna del vino italiano”. Parole di Bruce Sanderson, senior editor e degustatore dei vini italiani per “Wine Spectator”, oggi, a WineNews, da “Opera Wine”, la grande degustazione firmata da Veronafiere, come anteprima di Vinitaly 2022 (10-13 aprile), che ha messo sotto i riflettori 130 grandi griffe del vino del Belpaese, per raccontare il caleidoscopio qualitativo dell’enologia tricolore, che è una delle “101 Reasons We Love Italy”, ovvero dei 101 motivi per cui gli americani amano l’Italia.
“Ne abbiamo scelti 101 - ha aggiunto Alison Napjus, senior editor & tasting director “Wine Spectator” - ma potrebbero essere migliaia i motivi per cui gli americani amano il vino italiano ed il vostro Paese. Possiamo parlare dei vitigni autoctoni, dell’abbinamento con il cibo, ma anche delle esperienze che ruotano intorno al vino, come quelle che ho vissuto a Firenze, per esempio, magari comprando scarpe o pelletteria di artigianato, o esperienze in hotel in posti bellissimi. Il vino è il catalizzatore dello stile di vita italiano, fa parte della quotidianità del modo di vivere italiano, e la cosa più bella è proprio del vostro life style è quella di bere un calice di vino italiano ogni giorno”.
Vino italiano, però, vuol dire “vini italiani”, e se Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Amarone della Valpolicella sono i grandi classici del vino italiano (ed i territori più rappresentati ad “Opera Wine 2022”). Ma c’è molto di più. “Il Verdicchio delle Marche ha un grande potenziale, così come i bianchi della Campania, che stanno avendo un grande successo sul mercato, mentre tra i rossi dico il Sagrantino di Montefalco, e poi ancora i rossi della Sicilia, non solo l’Etna, ma anche Frappato, Nero d’Avola e così via”. “Ma anche le varietà antiche, come l’Aglianico in Campania, e l’Arneis in Piemonte, che stanno vivendo una rinascita, ma ce ne sono centinaia ancora da scoprire”, ha aggiunto Jeffery Lindenmuth, nuovo executive editor di “Wine Spectator”, che ha aggiunto: “gli americani amano molto il vino italiano, perchè amano il cibo italiano, che è decisamente “food friendly””.
Ma Lindenmuth ha parlato anche del futuro della rivista: “noi siamo Wine Spectator, abbiamo costruito l’immagine sull’integrità, e non si dura 50 anni se non si ha integrità. Sicuramente continueremo così, continueremo a servire i lettori, creando contenuti sempre più dinamici, e con bei contenuti visuali. Chiaramente la caratteristica di una rivista cartacea deve essere quella di avere bei contenuti visuali, mentre la versione online, su www.winespectator.com, ci concentreremo sulle news, sull’immediatezza, sulle breaking news, sulle esclusive”. E sul racconto, che avrà per oggetto, ovviamente, anche il grande vino italiano.

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