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CIBO “TRIDIMENSIONALE”

L’ultima versione del tiramisù? Stampato in 3D da “Foodini”, macchinario che stampa cibo a distanza

L’azienda spagnola Natural Machines ha scelto la “Tiramisù World Cup” per testare e migliorare le sue invenzioni, come hanno fatto anche i grandi chef

L’ultima versione del tiramisù, il dolce italiano più amato al mondo, un simbolo della tradizione della cucina italiana, da sempre rielaborato dalla creatività dei più grandi chef? È quella stampata in 3D, grazie a “Foodini”, un macchinario che “stampa” tridimensionalmente il cibo a distanza, progettato dall’azienda spagnola Natural Machines di Barcellona, che ha scelto la “Tiramisù World Cup” per testare e migliorare le sue invenzioni.
“Questo macchinario, finalizzato alla lavorazione del cibo, viene fornito degli ingredienti per realizzare i piatti via file e questo apre a tantissime opportunità di internazionalizzazione anche per le micro-imprese di settore - spiega Francesco Redi di Twissen, ideatore della “Tiramisù World Cup” - immaginate come un pasticcere di Treviso possa inviare dall’altra parte del globo una propria ricetta così da veder replicata una sua creazione. In questo modo, ci saranno nuove opportunità di business legate al prodotto e al “marchio di fabbrica””..
Fornito di tutti gli ingredienti necessari, infatti, “Foodini” è in grado di riprodurre un tiramisù per il quale riceve la ricetta, ottenendo un dolce completamente commestibile che può essere ricreato in varie forme e dimensioni. Un macchinario che è “il frutto di un lungo lavoro, ma che non intende sostituire l’uomo in cucina - precisa Joan Caselles di Natural Machines - è un attrezzo complementare e aperto a moltissimi utilizzi. Primo tra tutti, proprio per le caratteristiche e le tecniche di lavorazione di ingredienti freschi, quello in ambito ospedaliero per chi, per esempio, è affetto da disfagia”. Ma ad averlo sperimentato sono anche grandi chef come Davide Oldani, Paco Perez, i fratelli Torres, accanto all’Institut Paul Bocuse, e non solo.
Gli sviluppi possibili del macchinario, dagli utilizzi in cucina alle ricette, verranno ora studiati dai ragazzi della Scuola Lepido Rocco di Lancenigo, che custodirà il macchinario, perché “sono loro ad avere uno sguardo verso il futuro, con la curiosità di voler sperimentare quelli che saranno i nuovi scenari nell’ambito della pasticceria, della panificazione e molto altro - spiega Alessandro Visentin, dg della Fondazione Lepido Rocco - i nostri studenti sono entusiasti di questa occasione che offre loro l’occasione di imparare e cimentare se stessi”.

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