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VINO E MERCATI D’ORIENTE

Asia, Vinexpo lascia Hong Kong per Singapore (dal 2023), mentre l’import in Cina crolla ancora

I dati del Ministero del Commercio, analizzati da Wine2Asia (Vinitaly): nei primi 3 mesi -21,5% in valore (sul podio Francia, Cile e Italia)
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Vino, l’import in Cina crolla ancora

Per anni, Hong Kong, è stata definita la grande porta dell’Asia per il vino mondiale, la vetrina dell’occidente a cui guardava la Cina. Ma gli avvenimenti politici degli ultimi tempi, con un’isola sempre più sotto il controllo cinese e sempre meno indipendente e “libera”, la pandemia, che in Cina si gestisce ancora con la logica, poco efficace, del “contagio zero”, e con la crescita di tanti piccoli mercati asiatici intorno ad un gigante che, ad oggi, non è mai decollato davvero, almeno per il vino italiano - e che dopo aver fatto le fortune del vino australiano gli ha repentinamente chiuso le porte - il quadro è repentinamente cambiato. E così, i francesi, che pure in Cina sono saldamente leader di mercato per il vino esportato, hanno fatto una scelta radicale: Vinexpo Asia, che in questo 2022 sarebbe dovuto andare in scena ad Hong Kong, ma non si farà, dal 2023 si sposterà, in maniera strutturale, a Singapore, uno dei mercati cresciuti di più in questi ultimi tempi, nell’iconico hotel di lusso, Marina Bay Sands. A riportarlo è il magazine francese “Vitisphere”.
“Oggi Singapore è diventata la piattaforma dei vini in Asia. Vinexpo Asia si propone di servire lo stesso numero di imprese ed operatori di sempre, stiamo puntando su Singapore per essere grandi”, ha detto Rodolphe Lameyse, direttore generale di Vinexposium, sottolineando che l’evento sarà annuale, su una superficie di 8.000 metri quadrati, capace di ospitare tra i 1.300 ed i 1.400 espositori. Questo non vuol dire che la Cina sarà “trascurata”, anzi: il ritorno di Vinexpo a Shanghai sarà possibile nel 2023, sottolinea Lameyse, per il quale “la grande sfida del 2023 è confermare Wine Paris & Vinexpo Paris”, previsto dal 13 al 15 febbraio”.
Intanto, come già riportato nei giorni scorsi da WineNews, e come confermato di recente dai dati del Ministero del Commercio cinese analizzati da Wine2Asia, il braccio operativo in Cina di Veronafiere e Vinitaly, nei primi 3 mesi del 2022 l’import di vino nel Paese del Dragone ha registrato un ulteriore importante calo, del -21,5% in valore (a 318 milioni di dollari) del -24,5 a volume per i vini fermi (a 57 milioni di litri), e del -14,1% in valore (a 22,4 milioni di dollari) e del -39,1% in volume (a 1,8 milioni di litri) per gli spumanti.
La Francia, sui vini fermi, perdere il -18,3% in valore, ma resta ampiamente leader con 145 milioni di dollari, ed il -35% in volume, a 17,5 milioni di litri. L’Italia, invece, si ferma a 33,9 milioni di dollari (-17,15%) - ed è ora terza, dietro ai transalpini e al Cile, a 64,5 milioni di dollari, in crescita del +4,2% - per 6,4 milioni di litri (-13,4%). Negli spumanti, Francia ancora n. 1 in valore con 16 milioni di dollari (-11,5%) con appena 338,960 litri (-51,6%), mentre l’Italia, prima in volume, con 1,1 milioni di litri (-27,4%), e seconda, a grande distanza, in valore, a 4,4 milioni di dollari (-11,5%).

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