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VINO E TERRITORIO

Vendemmia al via in Valpolicella, con ottime premesse. Ma è emergenza vera per la manodopera

L’allarme del Consorzio guidato da Christian Marchesini. “Manodopera mai carente come quest’anno, si rischia di pregiudicare parte del raccolto”
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Un grappolo di uva destinato a diventare Amarone, in Valpolicella

La vendemmia 2022, in tanti territori, sta entrando davvero nel vivo. E anche con attese ben diverse da quelle di un mese fa, quando l’emergenza siccità teneva banco. Ma ora, e come in realtà viene detto da anni, la criticità è legata alla manodopera stagionale, che in molti fanno fatica a trovare. A rilanciare l’allarme ora è anche il Consorzio dei Vini delle Valpolicella, che tutela uno degli areali vinicoli più importanti e preziosi del Belpaese, e tra i primi grandi territori “rossisti” a dare il via ufficialmente alla raccolta delle sue varietà più importanti. “Qualità ottima, grazie alle piogge agostane che hanno ridato vigore alle piante anche in termini di quantità, la cui stima è risalita fino a valori vicini all’ultimo quinquennio (-6/-7% sul 2021). Ma più della siccità, per il vigneto Valpolicella l’emergenza è legata a una manodopera mai carente come quest’anno, che rischia di pregiudicare parte del raccolto”, spiega una nota del Consorzio.
Lo rileva il Consorzio dei Vini Valpolicella, all’avvio, oggi, della vendemmia di uve per l’Amarone. “Per le nostre 2.300 aziende associate - ha detto il presidente del Consorzio, Christian Marchesini - il vero problema oggi è dato da un personale sempre più difficile da trovare, a causa di una forte contrazione di operatori provenienti dall’Est Europa e soprattutto per effetto di dispositivi che non aiutano. A partire dalla cancellazione dei voucher, dalla cosiddetta quota 100 che obbliga i pensionati a non fare lavori saltuari, fino al reddito di cittadinanza, che ha generato una dinamica involutiva nella domanda di lavoro. Un combinato di fattori che pesa particolarmente per una vendemmia come la nostra, perché necessita di adeguate tecniche di raccolta e ancor più di una cernita artigianale e competente delle uve”. Il Consorzio stima in forte crescita la presenza di addetti stagionali (5-6.000 in totale) italiani, in particolare studenti universitari e ragazzi inoccupati.
Un problema, quello della mancanza di manodopera in vigna e nei campi, che in tanti denunciano da tempo. Come, per restare in Veneto, ma in zona Prosecco, ha fatto, nei giorni scorsi, Sandro Bottega, patron di uno dei brand più famosi del territorio: “il caldo intenso dell’estate 2022 e la perdurante siccità hanno messo a rischio la vendemmia, tuttavia le piogge delle ultime settimane e il contemporaneo abbassamento delle temperature sono stati provvidenziali sia per la qualità che per la quantità dell’uva che inizia ad essere raccolta nella zona del Prosecco. Ci potrebbe essere comunque una diminuzione quantitativa del 10%, tuttavia è ancora presto per indicarlo con certezza. Ma c’è una difficoltà diffusa nel reperire personale per la vendemmia e ci sono difficoltà nella gestione legale del personale in questione. Non escludiamo l’ipotesi, al momento remota, di non riuscire a raccogliere i grappoli in alcuni filari perché non si trova manodopera disponibile”.
In ogni caso, tornando alla vendemmia in Valpolicella, spiega il Consorzio, “sul piano fitosanitario, le uve si presentano in ottimo stato, con una buona fase finale della maturazione. I fenomeni grandinigeni sono stati molto rari e complessivamente senza ripercussioni, mentre la siccità ha dato alcuni problemi nei vigneti giovani, nei terreni sciolti e dove non è stato possibile irrigare. La raccolta delle uve per l’Amarone è prevista a partire da oggi, mentre per il Valpolicella l’avvio è per metà settembre”. La Denominazione Valpolicella si presenta alla vendemmia in ottima salute anche in chiave commerciale, con una crescita in doppia cifra delle vendite dei suoi prodotti - a partire da Amarone e Valpolicella Ripasso - e le giacenze attuali in netto calo. La Doc comprende 19 comuni per quasi 8.600 ettari di vigna, una produzione che nel 2021 si è attestata a 73,6 milioni di bottiglie per un valore alla produzione di 500 milioni di euro, di cui quasi la metà relativi alle vendite di Amarone.

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