Vendemmia 2012 che si appresta alla sua conclusione in quasi tutti i terroir più importanti dell’Italia enoica, dopo un inizio, in generale, anticipato e molti timori che le piogge di inizio settembre hanno trasformato in aspettative positive. Con molti dei produttori più importanti a scommettere sul suo esito qualitativo, benché, quantitativamente sarà una delle raccolte più povere degli ultimi dieci anni. Grande lavoro, prima in vigna ed ora in cantina, per ristabilire equilibrio nella materia prima che, evidentemente, ha subito gli effetti del grande caldo estivo. Una annata che sarà ricordata anche per le riflessioni che ha scatenato a proposito dei “rimedi” da attuare per fronteggiare l’emergenza termica (da un uso più libero dell’irrigazione al ricorso a tecniche agronomiche del passato fino all’aumento della coltivazione dei vitigni mediterranei) elemento sempre più distintivo del clima delle nostre latitudini (e quindi da trattare sempre meno come emergenza), che pare, veramente, al centro di un cambiamento epocale.
Questo in estrema sintesi il sentiment sulla vendemmia 2012 di molte delle cantine top dell’enologia tricolore sondate da WineNews mentre le operazioni di raccolta sono entrate nel vivo e in molti casi sono terminate.
Per Michele Chiarlo, patron della omonima griffe piemontese si tratta di una vendemmia “qualitativamente molto migliore del previsto. E se i bianchi sono già stati raccolti, i nebbiolo sono ancora sulla pianta mentre anche le barbera ormai sono quasi tutte in cantina. Sulla vendemmia dei rossi siamo molto soddisfatti, le uve sono sane ed equilibrate, benché la quantità sia davvero scarsa. Per i bianchi si prevede una diminuzione del 10% sul 2011 mentre le barbera sono almeno il 20% in meno sull’anno sorso. I nebbiolo, invece, non dovrebbero avere cali così forti. I prezzi delle uve sono già, per questo motivo, in crescita. Tornando alla vendemmia - prosegue Chiarlo - sono state fondamentali le piogge di luglio e settembre che hanno riportato le piante in equilibrio. Il dolcetto è l’unico vitigno che ha sofferto molto il caldo e la sua qualità non sarà eccelsa”.
“Le uve sono splendide e ci aspettiamo una altrettanto splendida vendemmia - spiega Pio Boffa, a capo dell’azienda Pio Cesare - In Piemonte i vigneti non hanno sofferto il caldo delle altre regioni e le uve stanno arrivando alla raccolta in equilibrio e molto sane. Siamo soddisfatti anche dal punto di vista quantitativo con le rese che saranno solo un po’ più ridotte su quelle del 2011”.
“Stiamo cominciando in questi giorni la nostra vendemmia - afferma Paolo Damilano, a capo dell’omonima azienda di Barolo - Quest’anno il Piemonte rappresenta un po’ un’isola felice e per questo siamo molto fiduciosi. Purtroppo la quantità si è molto ridotta sulla produzione media della nostra azienda, anche del 20%”.
Passando dal Piemonte in Trentino, Marcello Lunelli, vicepresidente della cantina Ferrari segnala che la vendemmia 2012 “è stata buona, tendenzialmente ottima per qualità. La raccolta è cominciata con una settimana di anticipo sulla media e abbiamo terminato di raccogliere le uve in questi giorni. E’ stata una vendemmia con un ciclo di maturazione veloce nei vigneti di pianura, mentre, risalendo in collina la maturazione è stata più scalare. Le uve sono in quantità diminuite del 10-12% sulla media della nostra produzione. Ma a fronte di questo dato negativo, dettato dalle particolari condizioni climatiche, la materia prima è risultata di ottima qualità e - conclude Lunelli - le prime fermentazioni hanno dato buoni risultati con livelli analitici ottimali”.
Dalla Lombardia e precisamente dalla Franciacorta il tenore delle prime impressioni sulla vendemmia è sostanzialmente positivo. Per Lucia Paladin, proprietaria di Castello Bonomi, la dependance franciacortina della famiglia, si tratta di una vendemmia positiva “siamo contenti e i dati analitici provenienti dalle prime fermentazioni sono confortanti. Purtroppo il calo di produzione non è di poco conto, almeno un 20% in meno sul 2011”.
“Abbiamo iniziato la vendemmia con un anticipo di qualche giorno sul 2011 - spiega Mattia Vezzola, enologo della griffe franciacortina Bellavista - Una vendemmia contraddistinta da un calo quantitativo del 20% e che darà vini rotondi, potenti ed eleganti. Se il ruolo dei vigneti è sempre importante, in un’annata come questa - continua Vezzola - determinante per raggiungere la qualità è il lavoro di cantina. Le uve sono arrivate in perfetto stato sanitario ma è stata una vendemmia con poca energia, con mosti in qualche caso fragili e la gestione delle fermentazioni è stata decisiva”.
Dal Veneto, la terra dell’Amarone, parla Gianpaolo Speri, a capo della omonima griffe con sede a Pedemonte: “Siamo a metà delle operazioni di raccolta di un’annata contraddistinta dal grande caldo, in cui la gestione del vigneto è stata fondamentale per preservare la stessa vita della vite. I grandi cru faranno più che mai la differenza, ma una grossa mano è venuta anche dalle piogge di settembre che hanno riportato le piante in equilibrio. Quantitativamente siamo a meno 10% sul 2011 - conclude Speri - ma la qualità delle uve e ottima e siamo molto fiduciosi sull’esito finale di questa vendemmia”.
In Friuli Venezia Giulia, anche se le piogge di settembre hanno riportato in equilibrio le piante “la crisi idrica e i suoi danni sono in parte rimasti - spiega Gianni Venica titolare dell’omonima griffe del Collio - con uve dotate di poco succo e che ha portato ad una diminuzione quantitativa del 15% per le uve bianche e del 20% per quelle rosse. Siamo però abbastanza soddisfatti sul piano qualitativo e ci aspettiamo una buona annata”.
In Emilia Romagna la 2012 è stata una vendemmia anticipata sul 2011 almeno di 15 giorni “con un calo di produzione anche fino al 30% per le varietà a bacca bianca - spiega Elisa Maghenzani, responsabile qualità della Cantina Ceci - mentre i lambrusco hanno subito una diminuzione tra il 10 e il 15%. La qualità è invece buona e siamo fiduciosi”.
“Abbiamo cominciato la vendemmia il 30 agosto - spiega Leonardo Raspini direttore della Tenuta dell’Ornellaia - con i primi merlot e contiamo di terminare ad inizio ottobre. Una vendemmia che però non è stata drammatica, con dei risultati molto importanti per i cabernet. A seconda delle zone abbiamo rilevato un calo quantitativo intorno al 10% ad Ornellaia. La qualità è buona. I merlot hanno tannini dolci e i cabernet promettono davvero molto. Bella annata, tutto sommato, grande lo vedremo”.
Dalla Maremma sensazioni positive nelle parole di Agostino lenci, titolare della Fattoria di Magliano che spiega: “una vendemmia anticipata ma dalla buona qualità. Calo quantitativo rilevante almeno del 25%”.
“Qui a Montepulciano le vigne non hanno sofferto in modo così grave il calore - spiega Giuseppina Viglierchio, direttore marketing e comunicazione di Saiagricola - ma di certo il calo quantitativo è evidente, in media, del 15%. L’enologo dovrà lavorare molto in cantina per tirare fuori una qualità buona. E sullo sfondo un 2013 in cui i costi di una vendemmia come questa - conclude Viglierchio - dovranno essere spalmati sui prezzi delle bottiglie. Vedremo come il mercato reagirà”.
Nel Chianti Classico si guarda con ottimismo agli esiti della raccolta in corso. Per Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe e neopresidente del Consorzio del Chianti Classico, si tratta di una vendemmia “migliore di come si pensava in agosto. Le uve sono sane, ma pesano poco. Un calo quantitativo, nell’ordine del 10-15%, è scontato. Una vendemmia in sofferenza, certo, ma per il sangiovese potrebbe essere una bella annata”.
Da Montalcino si rileva “un calo quantitativo tra il 20 e il 25% a causa del caldo - afferma Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi - ma la qualità è buona e i vitigni rossi tardivi, sangiovese e cabernet, promettono molto bene. Una vendemmia che, alla fine, è migliore di quanto ci aspettassimo”.
Per Francesco Iacono direttore della produzione dell’Arcipelago Muratori “le varietà precoci sono andate in difficoltà qui a Rubbia al Colle, ma quelle tardive, anche grazie alle recenti piogge stanno andando bene. Fondamentale la gestione del vigneto e la responsabilità delle scelte che i tecnici hanno operato”.
In Umbria Marco Caprai patron della griffe che ha rilanciato il Sagrantino nel mondo spiega che “dopo il grande caldo ci sono state le piogge capaci di rimettere sul campo un po’ di equilibrio. Ma le quantità sono in calo netto. Nel nostro caso abbiamo una riduzione del potenziale produttivo tra il 20 e il 30%, anche se nel 2011 per noi era andata anche peggio. Le uve però sono sane e promettono una buona qualità “.
“Una vendemmia qualitativamente buona ma quantitativamente molto povera, con una riduzione che in alcuni vigneti ha raggiunto il 50%. Un’annata difficile ma che alla fine è migliore di quanto avessimo previsto”.
“Dopo che la situazione ha riacquistato un po’ di regolarità - spiega Vincenzo Pepe, enologo della griffe umbra Lungarotti - son un po’ più ottimista anche se dal punto di vista quantitativo i cali si fanno sentire. Le analogie con la vendemmia 2003 non sono mancate ed anche quelle con la 2011, vedremo come i vini sapranno evolversi”.
Nelle Marche Michele Bernetti, patron di Umani Ronchi, conferma una diminuzione del carico quantitativo nell’ordine del 10% ma una qualità buona sia sui bianchi che sui rossi che ancora sono in corso di raccolta”.
“Vendemmia anticipata di 10 giorni sul 2011 e qualità migliore dello scorso anno - afferma Angela Velenosi, a capo dell’azienda con sede ad Ascoli - ma quello che mi preoccupa sono le quantità, in calo anche del 50% nella rese da uva a mosto. Prezzo delle uve in aumento e anche dello sfuso, si prevede. Vedremo se i rincari che inevitabilmente ci saranno, saranno accettati dai mercati”.
“Stiamo vendemmiando ancora e ci vorranno altre due o tre settimane per terminare i Montepulciano, mentre i trebbiano li abbiamo già portati in cantina - spiega Leonardo Pizzolo, patron di Valle Reale in Abruzzo - Quantità un po’ in diminuzione ma è ancora presto per dare una cifra definitiva. Le uve sono molto sane, ma è resto per dare giudizi definitivi”.
“Benchè la produzione sia scarsa a causa della siccità, almeno il 30% in meno - spiega Federica Morricone, alla guida di Villa Medoro - confidiamo sulla qualità della materia prima che non sembra per niente male. Sono fiduciosa, abbiamo recuperato una vendemmia che aveva preso davvero una brutta piega”.
Dalla Campania Antonio Capaldo, alla guida di Feudi di san Gregorio avverte che “la nostra vendemmia è cominciata da pochi giorni. Ci aspettiamo un calo quantitativo in linea con quello del 2011. In Irpinia, di solito, le annate più complicate danno vini superiori, vedremo. Sicuramente mi pare una vendemmia migliore di quella del 2011”.
Entusiasmo dalla Puglia dove Angleo Maci, presidente di Cantine Due Palme parla di “vendemmia bella, ricca e di qualità, che darà vini corposi, colorati e generosi. Quantità in diminuzione dal 20 al 30%”.
Spostandosi in Sicilia, Diego Cusumano, patron insieme al fratello Alberto dell’azienda di famiglia, parla “di una vendemmia di altissimo livello con cali quantitativi sensibili sui rossi e sui bianchi tra il 15 e il 20% in meno sul 2011”.
Per Antonio Rallo, a capo della griffe Donnafugata insieme alla sorella Josè si tratta di una vendemmia “interessante con una qualità diffusa e una quantità che si attesta sui livelli del 2011, con qualche piccolo incremento specialmente a Pantelleria”.
Anche per Alessio Planeta, direttore della produzione dell’omonima azienda di Menfi, la vendemmia 2012 porterà “un po’ di più di uva del 2011 e i risultati qualitativi sembrano in grado di dare vini di bella personalità”.
Daqll’Etna, Francesco Cambrìa dell’azienda Cottanera fa sapere che “le uve sono molto belle e che i risultati analitici sono più che confortanti, anche se è un po’ presto per esprimere giudizi definiti. Quantità in calo del 10% sul 2011”.
Dalla Sardegna positivo il giudizio sull’annata di Mariano Murru, enologo della griffe Argiolas che spiega: “uve sane e qualitativamente in gradi di dare vin interessanti sia bianchi che rossi, con la varietà tradizionale monica, davvero in bellissima forma. Quantità ridotta di uve che oscilla da un meno 5 ad un meno 10% sul 2011”.
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