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"VINO & SALUTE" - EZIO RIVELLA: ASPETTI ECONOMICI, SOCIALI E MEDICI

Italia
L'enologo e vice presidente dell'Office International de la Vigne et du Vin Ezio Rivella

L’Office International de la Vigne et du Vin (OIV), fu fondato nel 1924, proprio per contrastare gli effetti perversi del proibizionismo americano uno degli scopi fondamentali era proprio enunciato ai primi punti degli scopi statutari come messa in opera di esperienze scientifiche e diffusione degli effetti benefici del vino e delle sue qualità igieniche. Che il vino avesse effetti benefici sulla salute umana era quindi già noto da tempo e faceva parte del patrimonio di conoscenze dei paesi abituali consumatori del bacino del mediterraneo.

Dovevano passare però altri 70 anni prima che questo problema venisse a galla con tutta la sua valenza e che fosse dedicato dall'Office International de la Vigne et du Vin una specifica attenzione all'aspetto salutistico del consumo del vino ed alla diffusione dei suoi risultati: l'occasione, nel 1993, a San Francisco, in cui in sede OIV il famoso produttore californiano Ernest Gallo, presidente della casa vinicola omonima, richiamò i produttori di tutto il mondo a porre attenzione al problema, per contrapporre argomenti alle reiterate campagne antialcoliche sempre mirate contro il vino. Occorreva dare dignità e prestigio all'attività vitivinicola. “E' tempo di svegliarci: i campanelli di allarme stanno suonando tutto intorno a noi. Se vogliamo sopravvivere come un'industria e come una seria attività produttiva, se il nostro prodotto deve restare simbolo della nostra civiltà, della nostra storia e delle nostre abitudini domestiche, oltre che delle buone cose e dei piaceri della vita, noi dobbiamo combattere con tutti i mezzi questo iniquo movimento che vuole assimilare l'alcol alla droga. Il Cabernet Sauvignon non è uguale alla Cocaina!"
Il richiamo dell'OIV al suo spirito originario non cadde nel vuoto e grazie dell'iniziativa dei produttori californiani fu messa in atto la sottocommissione “Nutrition et Santé" con i suoi tre gruppi d'esperti (sicurezza alimentare, vino e salute, aspetti sociali del consumo del vino): l’obiettivo fu subito quello di far passare un concetto molto semplice: “uno o due bicchieri di vino al giorno aiutano a vivere meglio e più a lungo”. Un traguardo molto ambizioso e quasi irraggiungibile visto lo spirito antialcolico del periodo. Ed invece proprio nel 1994 la tv americana “sparò” la notizia di una ricerca epidemiologica, curata da uno studioso francese operante negli Stati Uniti, professor Serge Renaud, e noto come “The French Paradox", passò alla storia, facendo enorme scalpore e dimostrando che “i francesi pur consumando più sostanze grasse di molte altri popolazioni, notoriamente gli americani, sono molto meno soggetti alle malattie cardiovascolari, proprio per merito del consumo del vino”. Questa ricerca diede così il via a tutta una serie di indagini scientifiche sugli effetti benefici del vino non solo contro le malattie cardiovascolari ma su molti altri aspetti che continuano a essere messi in evidenza, e soprattutto cambiò radicalmente la situazione della produzione vinicola come interesse da parte dei consumatori. La commissione OIV “Nutrition et Santè" ebbe quindi il suo compito più facile ma non per questo diminuivano le problematiche e gli ostacoli.

Uso ed abuso

La lotta all'alcolismo è uno dei problemi considerato prioritario dall'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, e tutti i governi sono stati richiamati a studiare adeguati programmi. La lotta all'alcolismo era molto di moda a fine anni '80 inizio anni '90, prova ne sia che nella stessa Francia è stata varata la famosa legge "E vin" contro la pubblicità dei prodotti alcolici, che pare non abbia sortito grandi effetti pratici, dagli ultimi esami condotti, ma ha avuto certamente quello di stupire il mondo, perché il primo paese produttore di vino, al mondo soprattutto di vino di qualità, si poneva in posizione autocritica. Negli Stati Uniti, patria da sempre del proibizionismo e delle violente campagne antialcoliche finanziate non si sa da chi, sono state messe in opera le cosiddette "Warning labels" ed il consumo del vino è diminuito del 20 % negli ultimi 12 anni con l'obiettivo dell'amministrazione della sanità di farlo declinare di un altro 25 % prima dell'anno 2000! Il problema alcolismo esiste ed è importante, soprattutto va prevenuto e curato. L’OIV cercò quindi, in quel particolare momento, di far capire e comunicare bene la differenza fra uso ed abuso nel consumo del vino. Questa differenza fra uso ed abuso non è solo una specifica attinenza al nostro prodotto, ma un po' tutti gli alimenti possono avere problemi di abuso: si può abusare del consumo di pasta, spaghetti, zucchero, dolciumi, burro, grassi, caffè ecc. Tutti gli abusi hanno ripercussioni sullo stato di salute del soggetto. Il vino è si una bevanda alcolica, ma moderatamente alcolica e con un uso corretto non procura problemi ma solo benefici. Per contro il suo basso costo e la notevole reperibilità possono essere occasioni facili per chi ne vuole abusare. Ma chi abusa ha altri problemi di carattere psicologico ed il suo comportamento non è normale perché e sfalsato e posto in un'ottica differente. L'educazione preventiva è fondamentale per eliminare i rischi di abuso. L'esperienza alimentare dei paesi vitivinicoli ha una storia millenaria, che fa parte della civilizzazione e della cultura di questi popoli.
Nei paesi vitivinicoli, per la stragrande maggioranza delle persone, il vino non rappresenta la ricerca dello stordimento ma solo il piacere della convivialità e della festosità connessi alle abitudini di vita. Il valore salutistico del vino è stato messo in luce dalle scuole mediche fin dall'epoca dei Romani, grandi promotori del consumo del vino, non solo a scopo sacrificale, e recentemente la celebrazione della dieta mediterranea ha consacrato il valore di quel particolare tipo di alimentazione. La soluzione dei problemi connessi al comportamento di abuso sono da ricercare in altre motivazioni perché il soggetto vede nella ricerca dello stordimento solamente un'evasione dai suoi drammi psicologici. Il problema abuso di questa come di altri sostanze non è facile da combattere: un uso moderato è due/tre bicchieri di vino al giorno.

Vino ed alcol

Il vino è un prodotto alcolico, ma con moderato contenuto di alcol (è contenuto in quantità ottimale per espletare i suoi effetti benefici). Non bisogna però dimenticare che l'alcol può diventare tossico in caso di eccessivo consumo. In dosi moderati ed invece anche l'alcol ha i suoi comprovati effetti benefici. Ma soprattutto nel vino sono contenute molte altre sostanze di cui recentemente la ricerca medica ed epidemiologica ha stabilito funzioni positive sulla salute. Tali sono i polifenoli, i coloranti, i tannini, il resveratrolo e molte altre che contribuiscono a fare del vino un alimento unico e di fondamentale importanza per l'uomo. Il vino soprattutto è la bevanda ideale per essere consumata durante i pasti, dove contribuisce al piacere dell'alimentazione e alla digeribilità delle sostanze. L'abbinamento fra il cibo ed il vino è parte di una scienza che contribuisce considerevolmente ai piaceri nel gusto. Uno degli aspetti sublimari del sommelier sta appunto nell'abbinare il vino più appropriato ad un determinato piatto.
Che il vino sia prodotto alcolico è cosa che non va dimenticata, ma non per questo possiamo sottoscrivere l'equivalenza vino = alcol = droga che è stata propugnata a forza in questi ultimi tempi dai sostenitori nelle campagne antialcoliche. Che l'alcolismo sia un problema è indubbio ma è il modello culturale che va messo sotto inchiesta. L'abitudine di andare a bere fino a stordirsi non fa parte della mentalità dei paesi vitivinicoli, ove le popolazioni hanno spiccato il senso della misura ed evitano con accuratezza lo stordimento. Il problema è culturale e soprattutto di educazione: i paesi nordici e quelli anglosassoni sono quelli che hanno una maggiore necessità di programmi di educazione nelle scuole, che non siano solo formalizzati al puro divieto ma alla corretta spiegazione dei rischi connessi all'alcolismo.

Gli effetti benefici del vino

Stabilita l'importanza del consumo moderato ed abituale di vino, va sottolineato che l'effetto benefico è stato convalidato in questi ultimi anni da tutta una serie di ricerche sia specifiche che epidemiologiche, condotte con assoluto rigore scientifico. C’è quindi, soltanto, da riepilogare gli aspetti più sostanziali di questo valore salutistico. Il capitolo malattie cardiovascolari conta ormai una tale moltitudine di contributi che viene dato per scontato. Alcune ricerche hanno scoperto qualità preventive e curative nel decorso di alcuni tipi di cancro in quanto i polifenoli e il resveratrolo hanno un certo valore inibitore contro la crescita tumorale. E' altresì provato sia dalle ricerche specifiche che epiodemiologiche l'effetto contro l'invecchiamento del corpo, ma soprattutto della mente, tanto cha il vino viene usato anche nella cura del morbo di Alzheimer, con effetti sorprendenti. In buona sostanza, tutta questa massa di ricerche ogni anno più numerose rendono finalmente giustizia alla nostra millenaria bevanda, mettendone in risalto tutti questi aspetti positivi. Il vino sempre consumato in quantità moderate e responsabili aiuta certamente a vivere più a lungo oltreché dare un diverso piacere alla vita.
L'aspetto sociologico del vino non è secondario: è provato che la socialità degli abituali consumatori di vino è molto più costruttiva della arida intransigenza degli astemi. L’OIV non ha finanziato ricerche, ma ne ha diffuso i contenuti, che devono essere sempre più conosciuti dal grande pubblico. Il vino rosso che contiene sostanze polifenoliche in maniera 20 volte superiore a quello bianco ovviamente è soggetto di maggiore attenzione da parte della ricerca e quindi anche dei consumatori sempre più attenti ed avvertiti su qualità effetti, benefici e consumo limitato.

Il vino ed i giovani

Anche nei paesi vitivinicoli, i giovani non ricevono più una adeguata informazione a livello familiare, e sono poco informati sui rischi delle bevande alcoliche e sui comportamenti di abuso. Anzi si accostano esse in un modo del tutto sbagliato tipo: "E' proibito e quindi lo faccio" oppure "Lo faccio per dispiacere agli adulti" o “Lo faccio perché così mi dimostro adulto", copiando spesso modelli deteriori che vengono dagli spettacoli e dai simboli di società che non hanno niente da spartire con le nostre tradizioni. In questo modo il giovane va a cercare lo stordimento, anziché le piacevoli sensazioni del moderato consumo mettendosi a rischio di comportamenti non corretti. E' dimostrato che i maggiori responsabili delle ubriacature negli adolescenti sono la birra e le bevande forti, mentre il vino viene ritenuto bevanda per gli anziani.
Non è mai troppo presto quindi per affrontare adeguatamente il problema dell'educazione degli adolescenti anche per metterli in guardia contro i rischi del consumo dell'alcol e conferire ad essi un'adeguata conoscenza delle bevande alcoliche, dei loro effetti e soprattutto su come accostarsi correttamente a questo tipo di bevanda. Modelli e comportamenti vanno adeguatamente criticati ed analizzati secondo le consuetudini, costumi ed aspetti culturali ed anche religiosi delle differenti società. Soprattutto il giovane deve arrivare alla maturità con sufficienti nozioni per affrontare in maniere responsabile il consumo delle bevande alcoliche. I giovani vanno educati al gusto e quindi anche al consumo corretto. Conoscere i rischi dell'abuso è fondamentale per stabilire un comportamento nel momento in cui il ragazzo ha tanta voglia di apprendere e si formano le coscienze del futuro cittadino.
La storia e la cultura del vino possono costituire un ottimo incitamento al consumo moderato: meglio bere poco vino buono che stordirsi di alcolici! Altro punto dolente del commercio vinicolo sono gli spazi dedicati ai giovani nei locali di consumo. Mentre altre bevande dispongono di locali moderni con abbondanza di spazio, dove i giovani si possono riunire e comunicare fra di loro, la distribuzione del vino ha in minima parte di queste attrezzature. Le aziende vitivinicole si devono fare carico di questo aspetto e curarne la realizzazione. La cultura poi si forma gradualmente e va di pari passo con la qualità dei vini consumati.

C’è poi il capitolo “scuola”, che deve essere chiamata ad un ruolo fondamentale con l'obiettivo di fornire una tempestiva informazione e un'educazione formativa ai ragazzi, agli adolescenti ed ai giovani, proprio nel periodo in cui le nozioni vengono incamerate e si formano le coscienze. Educare e prevenire è fondamentale per creare poi abitudini di consumo meno foriere di rischi e di danni connessi ai comportamenti di abuso. Informazione ed educazione costituiscono il migliore deterrente per combattere il fenomeno alcolismo ed i suoi aspetti deteriori. Oltre a combattere l'abuso dell'alcolismo, questa piattaforma formativa può essere utile alla cultura del vino ed ai suoi aspetti edonistici. Si tratta di un orientamento rivoluzionario rispetto al passato, già del resto adottato in altre materie, in cui si è appurato che è meglio informare i ragazzi che opporre assurdi dinieghi e lasciare il campo a pericolosi autoapprendimenti stimolati dalla curiosità.

Come comunicare il vino

Il programma di educazione dei ragazzi nelle scuole è certamente di fondamentale importanza per comunicare il vino nella maniera più corretta e costruire i consumatori responsabili del domani. Il periodo informativo per il giovane è quello scolare e quindi un'opportuna ed adeguata informazione contro i rischi dell'alcolismo ed in favore di un corretto e moderato consumo e quanto mai positiva per avere con il tempo consumatori qualificati e ridurre il pericolo alcolismo (ed è compito di tutti gli addetti del settore vitivinicolo di diffondere queste conoscenze).
Non va mai dimenticato che il vino è un alimento che si consuma per il piacere della vita, e questo non va disgiunto dai suoi conclamati aspetti benefici sulla salute. Bisogna certamente sottrarsi alla suggestione di presentare il prodotto come un medicamento perché tale non è e non deve essere: alcuni ricercatori, che si sono cimentati nello stabilire il contenuto di sostanze positive di un prodotto piuttosto che di un altro, sono fuori pista; attribuire proprietà medicamentose al vino è sempre sbagliato anche perché qualsiasi sostanza medicinale può essere venduta in pillole magari di sintesi o di origine completamente differente dal nostro prodotto. Mettere in etichetta, o decantare nella presentazione proprietà medicinali per i vini è cosa proibita dalle legislazioni europee. Tale divieto viene ripreso dalla proposta di codice di comportamento nella comunicazione per tutte le bevande alcoliche, birra compresa. Si può dissertare sugli effetti benefici del vino rosso in genere, ma non decantare virtù specifiche di un vino o di una bottiglia. I produttori USA avevano richiesto al BATF di poter mettere in etichetta gli ormai comprovati effetti benefici del vino, ma finora la proposta non ha trovato accoglimento. Restano invece in vigore le "Warning labels" tanto vituperate.

Bisogna invece comunicare la cultura del vino che comincia dall'archeologia, dalla storia, dalle tradizioni, dal folklore, con passaggi sulla gastronomia, il paesaggio, la bellezza dei luoghi, il turismo, la gente e cioè tutta la materia che fa parte dei prodotto e della sua origine, ivi compresi i fattori umani, le tecnologie di produzione e quanto altro. Tutto questo costituisce il patrimonio delle denominazioni di origine (Doc) che hanno tanta importanza nella identificazione qualitativa dei prodotti e nello stabilire la loro portata di suggestione. Il vino è la più sana, la più igienica e la più naturale delle bevande: e questo lo ha sentenziato Pasteur.

La comunicazione però deve essere assolutamente provata e scientificamente documentata onesta e leale (le disinformazioni sono facilmente smontate e diventano un boomerang per chi li ha presentate). Nel parlare di vino bisogna sempre mettere in guardia contro i rischi da abuso e non dimenticare che si tratta di una bevanda alcolica con tutti gli attributi del caso: occorre, insomma, insistere sul consumo moderato e responsabile e sugli aspetti culturali e qualitativi, sociali di questa bevanda. Solo cosi potremo rendere un grande servigio al nostro prodotto e rendere la vita difficile a chi lo vuole combattere mettendone in risalto solo gli aspetti negativi.


Ezio Rivella

Enologo e Vice Presidente

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