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TUTTI I DISTRETTI ENOTURISTICI DEL “WINEDAY” 2000 (ITALIA ESCLUSA)

Usa (California: Sonoma): la California domina, con il 95%, il totale della produzione degli Usa. Gli stati di New York e Washington si contendono la seconda posizione con circa l’1% ciascuno; l’ultima sottile fetta della torta è divisa tra molti, soprattutto il Texas e la Virginia. La California produce l’intera gamma dei vini: dagli spumanti metodo tradizionale ai prodotti simili al Porto. Sonoma, una delle regioni vinicole più antiche e prestigiose della California, è la contea a nord della San Francisco Bay, tra la rivale Napa ed il mare, ed ha il maggior numero di “divisioni”. Comprende una dozzina di AVA (American Viticultural Area, cioè aree di denominazione, di recente istituzione) divise in due bacini idrogeografici: il primo, verso la San Francisco Bay, Ava Sonoma Valley (“Valle delle Luna”, versatile, comprende Sonoma Mountain ed una parte di Carneros) ed il secondo verso l'Oceano: il bacino del Russian River che include le più calde valli interne - Alexander (cabernet e varietà italiane), Dry Creek (zinfandel e varietà del Rodano), Knights - ma anche le AVA più fresche, verso il mare, della Russian River Valley - Chalk Hill, Sonoma - Green Valley, tutte per pinot noir, chardonnay, spumanti. La viticoltura californiana di Sonoma e della confinante Napa ha fatto scuola nel mondo soprattutto in tema di tecniche di produzione sia nei vigneti che nelle tecnologie di cantina. Oggi le produzioni della California (quinto produttore mondiale) primeggiano con quelle francesi ed italiane. Per i bianchi, i vitigni più usati sono lo chardonnay, il colombard (qui davvero, molto popolare), il cabernet blanc ed il semillon, e per i rossi, il cabernet sauvignon, lo zinfandel (tipico dell'area), il merlot ed il pinot nero.

Giappone (Suntory): in Giappone c’è un notevole consumo di vini pregiati e molte società giapponesi posseggono aziende vinicole in tutto il mondo. Meno noto invece è il fatto che, in Giappone, esistono anche importanti aziende vinicole. La giapponese Suntory (che è anche proprietaria di Chateau Lagrange in Francia e di Chateau St. Jean in California) ha iniziato a produrre vino in Giappone a metà degli anni Trenta. Oggi copre, come la Mercian, il 20% della produzione nazionale. L'azienda, che è di proprietà di un'unica famiglia, possiede 100 ettari a vigneto sulle morbide colline della prefettura di Yamanashi (ad ovest di Tokyo), una delle aree vinicole dove la viticoltura risale ad oltre 1300 anni fa. Le principali varietà coltivate sono koshu (una varietà bianca autoctona), cabernet sauvignon, merlot, riesling. Il consumo di vino in Giappone è ancora molto basso, ma d’alta qualità.

Sud Africa (Franschhoek-Stellenbosch): il Sud Africa vanta l’orgoglio di essere il più antico produttore di vino del Nuovo Mondo: l’importazione della vite è del 1659. La trasformazione politica del Sud Africa ha offerto, in questi ultimi anni, enormi possibilità alla sua industria vinicola e, grazie anche all’esposizione sui mercati internazionali e all’arrivo di vinificatori stranieri, lo stile dei vini del Sud Africa si sta rinnovando rapidamente. Il cuore dell’industria vinicola del Sud Africa è Stellenbosch, che è una città ed una regione delimitata a 50 chilometri ad est della Città del Capo (è la seconda città più antica del Sudafrica, dopo Città del Capo). E' sede delle tre maggiori aziende vinicole del Paese, che è il settimo produttore al mondo. La maggior parte delle migliori tenute del Sud Africa sono ai piedi delle colline e producono soprattutto vini rossi (è aumentato il cabernet e stanno diffondendosi altre varietà come il merlot). Grazie ai qualificati giovani enologi, che possono godere dell'assistenza del Dipartimento d’Enologia dell'Università di Stellenbosch, ed ai crescenti investimenti stranieri, il Sud Africa è da considerare sicuramente nel novero delle grandi nazioni vinicole del mondo.

Australia (Coonawarra): in Australia, il vino si produce fin dai primi insediamenti europei, alla fine del Settecento; l’industria vinicola si è però sviluppata seriamente solo a partire dagli anni Sessanta. Oggi sta riscuotendo un enorme successo a livello internazionale: l’export aumenta al ritmo del 25% all’anno. Coonawarra è considerata il Medoc del Nuovo Mondo. E' l'area vinicola più meridionale dell'Australia (che è il Paese che, in questi ultimi anni, ha sviluppato di più la sua produzione) ed è tra le più belle. Produce alcuni chardonnay, riesling e shiraz di successo, ma è dal cabernet sauvignon che si ottengono i risultati migliori. E’ grazie sicuramente a Coonawarra, la migliore regione per i vini rossi, dove sono anche diffuse le nuove tecniche e sperimentazioni, che l'Australia (al decimo posto fra i produttori) sta emergendo su tutti i mercati del mondo (i suoi vini hanno anche un bel rapporto qualità-prezzo).

Argentina (Mendoza): l’Argentina è nel gruppo dei maggiori produttori di vino del mondo. La storia del vino è cominciata in Argentina a metà del XVI secolo, con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, che impiantarono i primi vigneti a Mendoza e San Juan. Il mercato del vino si è poi ampliato in misura considerevole a metà del XIX secolo nell’area di Mendoza, in seguito alla costruzione della ferrovia che collegava Mendoza con la capitale e la costa atlantica. Ancor oggi la principale area di produzione resta quella di Mendoza, con un’incidenza che supera il 70% (seguono San Juan, La Rioja, Rio Negro e Salta). Mendoza (che è lungo l'asse pedemontano andino, all'altezza di Santiago del Cile) ha il 90% dei vigneti argentini. La varietà più diffusa (75% del totale) è il malbec (vini rossi carnosi) ed il torrontes (bianchi aromatici). L'Argentina, quarto produttore al mondo, resta però il Paese dei 300 quintali per ettaro e delle scarse innovazioni tecnologiche in cantina e nel vigneto. Alcuni produttori, proprio nell'area di Mendoza, stanno però scegliendo la strada della qualità.

Slovenia (Brda): la Slovenia, che ha un’antica storia enologica, è divisa in tre regioni vinicole: il Litorale, il bacino della Drava e quello della Sava. Queste regioni sono poi divise in distretti come il Capodistriano, il Carso, il Collio (Brda), i colli di Ljutomer e Ormoz. La regione vitivinicola di Brda è sull’estremo lembo della Slovenia: questo mondo collinare è protetto a nord dalla fascia delle montagne prealpine mentre il Sud è aperto verso l’Adriatico. Il gradevole influsso mediterraneo mitiga gli inverni e rinfresca l’afa estiva. Le condizioni climatiche e pedologiche (argilla e marna) sono ideali per la produzione dei vini secchi d’eccelsa qualità, armoniosi nel gusto equilibrio tra alcol ed acidità e con chiari sapori varietali. Il vitigno dominante è la autoctona rebula (ribolla gialla), che può essere vinificata in purezza o dare il suo contributo locale ad uvaggi bianchi. Ottimi risultati dell’adattamento dei vitigni francesi, dai pinot e chardonnay al sauvignon, dal merlot ai cabernet. La produzione di Brda rappresenta un ottavo della produzione slovena dei vini ed è sempre più orientata ad insediarsi sui mercati esteri.

Uruguay: l’Uruguay è il quarto produttore del Sudamerica ed il vino è considerato un elemento culturale importante. Lo sviluppo vitivinicolo uruguaiano è, comunque, relativamente recente: forte è lo spirito innovativo che dà una spinta al settore. La vite in Uruguay fu importata dagli Spagnoli stabilitisi a metà del XVII secolo nella parte sudoccidentale del Paese: non ci fu però uno sviluppo decisivo fino ai primi del Novecento quando vennero utilizzati, con successo, diversi vitigni europei. L’Uruguay, paese destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nel mondo del vino sudamericano, privilegia il vigoroso vitigno tannat, che occupa un terzo delle coltivazioni del Paese. Il tradizionale metodo usato per ammorbidirne la struttura era il lungo invecchiamento in rovere: i produttori stanno imparando a perfezionare questo processo. Ma l’Uruguay possiede pure vigneti di cabernet sauvignon, di merlot, di chardonnay, di sauvignon blanc e perfino di viognier, ma è ancora agli albori della ricerca della giusta collocazione per ogni varietà. Nel 1992 sono state selezionate cinque regioni viticole: il Sud (Montevideo, San José, Florida), il Sud-Ovest (Colonia), il Nord-Ovest (Paysandù, Salto, Artigas), il Nord-Est (Rivera-Tacuarembo), il Centro (Durazno).

Cile: in poco più di venti d’anni, il Cile (dove la vitis vinifera fu portata dai Gesuiti e dai Francescani a metà del ‘500) è passato da una posizione arretrata ad una di primo piano lasciandosi alle spalle vecchie idee e, soprattutto, le vecchie botti di legno, oggi sostituite da quelle in acciaio inox. Questa rivoluzione è iniziata negli anni Settanta, con l’arrivo di capitali freschi, nuove e moderne tecnologie ed una filosofia produttiva finalmente interessata più alla qualità che alla quantità. Per lungo tempo è stato produttore di cabernet schietti (almeno prima dell’invecchiamento), ma l’ambito della sua offerta comprende anche eccellenti merlot, buoni syrah e malbec, e bianchi freschi fino ad oggi impensabili. Le condizioni per le vigne (tutte irrigate) sono ideali nella valle del Maipo, vicino a Santiago, e fino a 500 km a sud. La recente zona viticola di Casablanca, compresa tra Santiago e Valparaiso, offre eccellenti “terroir” per lo chardonnay e il sauvignon blanc. Numerosi viticoltori d’antica tradizione non riforniscono più le grandi bodegas producendo da sé il proprio vino. Le principali regioni, a partire dal nord in direzione sud, sono: Aconcagua, Maipo, Rapel, Curico, Maule e Itata del Sud, Bio Bio. Questo Paese (che nel ‘600 già esportava vino in Europa tanto che il re Filippo III ne proibì l’importazione in Spagna per non danneggiare le produzioni andaluse) sta dunque consolidando una strategia globale volta sia a raggiungere un ottimo rapporto qualità/prezzo che all’eccellenza dei grandi cru. E la conferma arriva dal momento magico dell’enologia del Cile e dai sempre maggiori investimenti di imprenditori europei e nordamericani.

IL VINO … IN CIFRE IN QUESTI PAESI

Usa
Produzione (in ettolitri): 18.600.000
Export (in ettolitri): 1.200.000
Ettari di vigneto: 300.000
Consumo interno annuo totale: 18.000.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 7

Giappone
Produzione (in ettolitri): 580.000
Export (in ettolitri): 2.000
Ettari di vigneto: 26.000
Consumo interno annuo totale: 1.200.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 1

Sud Africa
Produzione (in ettolitri): 10.000.000
Export (in ettolitri): 320.000
Ettari di vigneto: 93.000
Consumo interno annuo totale: 3.500.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 9

Australia
Produzione (in ettolitri): 5.800.000
Export (in ettolitri): 1.800.000
Ettari di vigneto: 63.000
Consumo interno annuo totale: 3.200.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 19

Argentina
Produzione (in ettolitri): 18.000.000
Export (in ettolitri): 427.000
Ettari di vigneto: 209.000
Consumo interno annuo totale: 16.000.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 52

Slovenia
Produzione (in ettolitri): 900.000
Export (in ettolitri): 230.000
Ettari di vigneto: 21.000
Consumo interno annuo totale: 800.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 39

Cile
Produzione (in ettolitri): 3.200.000
Export (in ettolitri): 750.000
Ettari di vigneto: 121.000
Consumo interno annuo totale: 2.400.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 30

Uruguay
Produzione (in ettolitri): 950.000
Export (in ettolitri): 50.000
Ettari di vigneto: 21.000
Consumo interno annuo totale: 970.000
Consumo interno annuo pro capite (litri): 26

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