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VINO & FINANZA: BRUNELLO DI MONTALCINO E BAROLO SCOPRONO "FUTURE" E "WARRANT"

Il vino e la finanza fino a pochi anni fa sembrano inconciliabili. Poi, dal '96, in uno dei territori principali del vino italiano, Montalcino, si sono trovati i punti di contatto, che in questi anni si sono sviluppati e si stanno ancora implementando a ritmi molto veloci.
Ma quali sono gli strumenti finanziari del mondo del vino ? I "future" legati a particolari annate di vino pregiato, la "cartolarizzazione" dei debiti delle aziende, le emissioni obbligazionarie con "warrant" per acquistare vino a prezzo bloccato: formule innovative, che riguardano per ora soltanto pochi e famosi produttori, ma che ben presto sicuramente si estenderanno ad altre aziende. L'obiettivo di questi nuovi strumenti è quello di sviluppare canali di finanziamento alternativi al semplice credito bancario. Niente Borsa, invece, per il momento, per le aziende italiane: la Castello Banfi, l'unica che negli scorsi anni (1998), aveva prospettato l'eventualità, oggi dice che "la quotazione non è più oggi il nostro obiettivo principale...".

I "futures" sul vino

Castello Banfi è stata la prima azienda a lanciare i "futures" sul suo prodotto principe, il Brunello di Montalcino. Ma chi vuol fare il parallelo con gli altri future, quelli legati a titoli azionari, indici di Borsa e quant'altro che quotidianamente si scambiano sui mercati finanziari di tutto il mondo, è fuori strada (perché non esiste ancora il cosiddetto mercato secondario). Si tratta infatti di certificati che rappresentano ciascuna la proprietà di un lotto di 6 bottiglie. Chi li ha acquistati all'emissione, nel '96, li ha pagati 210.000; oggi possono essere convertiti in bottiglie vere e proprie, ciascuna delle quali vale almeno 55.000 lire (il lotto ha dunque un valore di 330.000 lire). Un rendimento, dunque, nei 4 anni, è stato quindi di 120.000 lire (15% all'anno). Sempre quest'anno scadranno i "futures" sul Barolo di Fontanafredda, mentre nel 2002 potranno essere incassate le emissioni di Brunello di Montalcino La Togata, La Gerla e Fattoria Barbi, e quella del Barolo di Gigi Rosso. Ed il rendimento, punto più punto meno, è perfettamente in linea con quello del primo esperimento della Castello Banfi.

Le obbligazioni con warrant

Antinori e Frescobaldi, due griffes famose in tutto il mondo per aver fatto la storia dell'enologia italiana e per i loro vini di pregio, hanno invece scelto, con l'assistenza della banca d'affari milanese Mediobanca, la strada dell'emissione obbligazionaria con warrant: si tratta di normali titoli che, oltre alla cedola, offrono un diritto (warrant) per l'acquisto di casse di vino (entrambi realizzati sul Brunello di Montalcino) ad un prezzo predefinito.

La "securitization"

La cartolarizzazione (o securitization, nel gergo tecnico) vuol dire trasformare debiti in titoli, garantiti in questo caso dal vino pregiato. Di recente vi ha fatto ricorso la Marne et Champagne, secondo produttore mondiale dopo Lvmh, che ha destinato 60.000 bottiglie a garanzia dei titoli emessi. L'operazione è stata curata dalla Nomura International di Londra, con la collaborazione del Crédit Lyonnais e Morgan Stanley. L'emissione, in 3 tranche, scade nel marzo del 2007.


I "FUTURES" SUL BRUNELLO E SUL BAROLO

(MODELLO "CASTELLO BANFI" E "FONTANAFREDDA")


Che cosa sono i "futures" sul Brunello o sul Barolo ?

I futures, ognuno rappresentato da un lotto di 6 bottiglie, pur essendo nominativi, sono di fatto al portatore e quindi cedibili ad altri. Sono emessi da alcune case vinicole (e/o dal Consorzio dei produttori) e danno ai possessori il diritto a ritirare il vino ad una determinata scadenza. L'investitore paga in anticipo il vino che è in botte a Montalcino o a Barolo; l'enoteca gli consegna un certificato d'acquisto. Il contratto si concretizzerà al momento della consegna (cioè all'atto della commercializzazione: 5 anni per il Brunello e 4 per il Barolo). L'acquirente scommette insomma sulla rivalutazione del vino.


Chi li ha emessi fino adesso ?

La prima azienda in Italia ad emettere, nel settembre '96, i "futures" (numero: 7.000), "cambiabili" in bottiglie di Brunello nel 2000, è stata la Castello Banfi di Montalcino sulla vendemmia '95.

E' stata seguita dalla Siro Pacenti (numero: 2000), piccola e prestigiosa azienda di Montalcino, e dal Consorzio del Brunello (numero: 1.200), che li ha emessi e venduti (sono circolabili mediante girata) a dicembre '97, per un'operazione di solidarietà per le popolazioni terremotate dell'Umbria e delle Marche. Dall'aprile '98, ancora un'emissione da parte della Castello Banfi (numero: 8.000). La formula dei "futures" della Castello Banfi, è stata poi ripresa, sempre nel '97, dalla Tenimenti Fontanafredda e da altri produttori di Barolo. Investire in vino nel nostro Paese sta, dunque, diventando un fenomeno significativo: Montalcino e la Castello Banfi possono dire di aver lanciato una nuova tendenza. E per questo si sono assicurati le più importanti pagine economiche dei quotidiani italiani e stranieri. L'evento "futures" sul Brunello è stato d'importanza storica.


I requisiti per il successo

L'operazione è stata mutuata dall'esempio francese (esistono però sostanziali differenze con quanto stabilmente praticato Oltralpe), ma personalizzata dal "genio creativo" italiano. Nel nostro Paese, scarsi erano stati in passato i risultati ottenuti da chi aveva tentato simili esperienze (Angelo Gaja). I requisiti per il successo dei futures sul Brunello o sul Barolo sono stati: altissima qualità e prestigio del vino e della casa vinicola, forte richiesta sul mercato, esistenza di un "plus" di prodotto legato all'immagine ed al territorio, longevità del vino, valore dell'annata, rarità o comunque un numero limitato di bottiglie, attenzione dei mass-media. Di questi requisiti, che valgono un po' in generale per tutti gli investimenti in vino, i più importanti sono, dopo la naturale altissima qualità e prestigio del vino e del produttore: la longevità del vino (e questa capacità dipende dalla qualità della vendemmia; acquistare quindi vini che migliorano stando in cantina e comprare sicuramente i grandi rossi, che non perdono aromi e profumi con il passare degli anni), la forte richiesta sul mercato (per chi non ha conoscenza specifica dei vini, si consiglia sempre di investire su bottiglie e produttori di chiara fama mondiale) e la rarità (i prezzi più alti, in caso di vendita della bottiglia, si pagano sempre per i vini prodotti in quantità limitata).


Le modalità di vendita dei "futures"

La Castello Banfi ha venduto i suoi "futures" '95 e '97 (annate a cinque stelle) solo in Italia e non direttamente, ma comunque tramite le 50 enoteche più importanti. Gli investitori dovranno quindi andare in queste enoteche a convertire i "futures" '95 (nel 2000) ed il '97 (nel 2002) in bottiglie di Brunello di Montalcino. Lo stesso procedimento è stato usato dalla Tenimenti di Fontanafredda sul Barolo.



L'importante ruolo delle enoteche

Le enoteche, con questa modalità, hanno quindi l'opportunità di diventare realmente un punto di vendita specializzato di un prodotto selezionato d'altissimo profilo (almeno il 70% dei titolari delle enoteche, secondo un recente sondaggio a campione, vedono di buon occhio questo sistema di vendita). Le enoteche sono inoltre l'unico canale di vendita in grado di esercitare al meglio il ruolo di sensibilizzazione del consumatore alla nuova cultura del vino come investimento e del valore dei grandi e nobili vini da maturazione.



L'identikit dell'investitore

Uomo d'affari e di finanza, sui 35/45 anni, benestante, appassionato di vino, del Centro/Nord, ama anche conoscere i luoghi dove nascono i grandi vini.


Quanto costano agli investitori ?

Il vino viene considerato un investimento solo da pochi anni in Italia. E molto lo si deve a questa operazione pioneristica dei "futures" di Castello Banfi. Chi nel '96 ha acquistato i "futures" li ha pagati 210.000 ed oggi possono essere convertiti in bottiglie vere e proprie, ciascuna delle quali vale almeno 55.000 lire (il lotto ha dunque un valore di 330.000 lire). Il rendimento è stato quindi di 120.000 lire (15% all'anno). Sempre nel 2000 scadranno i "futures" sul Barolo della Tenimenti di Fontanafredda: un rendimento, punto più punto meno, è perfettamente in linea con quello della Castello Banfi.


Il vino è un investimento ?

La corsa all'acquisto dei "futures" conferma che i vini di pregio (soprattutto i grandi rossi a lungo invecchiamento) possono anche trasformarsi da semplice passione in buona occasione di investimento: ad esempio, sui "futures" sul Brunello '95 (emessi a settembre '96), l'investitore, oltre alla garanzia della disponibilità del prodotto in un'annata storica (come del resto il '97), registra oggi un'ottima quotazione, con un ottimo incremento di valore. Investire in vino è poi anche affascinante ed ha il merito di avvicinare l'Italia all'Europa (prima era possibile solo in Francia).


Investire in vino porta vantaggi a tutti

Dai "futures" tutti possono trarre beneficio: le imprese vitivinicole, con questo nuovo sistema di commercializzazione, hanno la possibilità di incassare velocemente somme ingenti, di favorire un anticipato ammortamento dei costi, di facilitare gli investimenti anche in funzione del miglioramento della qualità del prodotto; gli acquirenti si assicurano il Brunello, vino quantitativamente molto limitato, e trovano anche una buona remuneratività (sia nel caso di acquisto di bottiglie da rivendere per guadagnare che come forma di acquisto vantaggiosa di vino per il piacere personale); le enoteche sono l'unico canale di vendita che può affermare nel consumatore la nuova cultura dell'investimento in vino.


Il simpatico consiglio di Agnelli:
"Investite in vino, male che vada, lo si può bere". Parola del senatore e fondatore della Fiat, Giovanni Agnelli.


Cosa dicono le grandi case d'asta?
Il responsabile della sezione vini di un'antica casa d'asta londinese consiglia regolarmente "l'investimento in vino ad uomini d'affari ed a società finanziarie, che desiderano diversificare i propri impieghi". Le quotazioni dei vini francesi d'alta qualità "sono ancora molto più alte di quelle italiane, ma tra qualche anno chi acquista vino italiano di pregio potrebbe andare incontro a gradite sorprese".





"FUTURES" SUL VINO: L'INNOVAZIONE AD OPERA

DELLA BANCA NAZIONALE DELL'AGRICOLTURA

E' un'innovazione importante per i "futures" sul vino quella messa a punto dalla Banca Nazionale dell'Agricoltura: si passa, infatti, dal certificato rilasciato dal produttore alla garanzia della banca. Il contratto di vendita a termine del vino fa dunque ancora un passo in avanti ed i "futures" si arricchiscono di un nuovo elemento, forse decisivo per la loro affermazione come strumento finanziario. Quindi se fino ad oggi erano soprattutto le aziende a garantire il cliente che acquistava i "futures" (come nel caso della Castello Banfi), dall'aprile 2000 i "futures" diventano una vera e propria operazione finanziaria e chi li compra è doppiamente garantito: la banca, infatti, per conto del cliente gestisce, con i propri sportelli, la vendita del "future" e garantisce il contratto.

Le prime aziende a lavorare in questa direzione sono state il Podere Castellare di Paolo Panerai di Castellina in Chianti (maggiore azionista della Class Editore: Milano Finanza, Italia Oggi....) sulla famosa e prestigiosissima linea di vini "I Sodi di San Niccolò" e la Fattoria dei Barbi di Montalcino di Stefano Cinelli Colombini, che, dopo l'esperimento nel '97, nell'aprile 2000, ha lanciato un'emissione di 2000 futures sul Brunello di Montalcino (lotto da 6 bottiglie, vendemmie 1998 e 1997) al prezzo di 300.000 lire. Con questo certificato, garantito dalla Banca Nazionale dell'Agricoltura, il possessore acquisisce il diritto di ricevere a domicilio, nel marzo 2003, dopo 5 anni di canonico affinamento in botte, le sei preziose bottiglie. Questi "futures" si possono acquistare in tutte le filiali della Banca Nazionale dell'Agricoltura e degli istituti di credito appartenenti al gruppo bancario Antonveneto (complessivamente 2000 sportelli). I certificati possono essere venduti prima della scadenza, in quanto, essendo al portatore, sono trasferibili, mediante girata.

Il problema della garanzia non interessa invece la Tenimenti Fontanafredda: l'azienda è, infatti, già di proprietà di una banca, il Monte dei Paschi di Siena, una delle società più capitalizzate della Borsa italiana. Come del resto, il discorso è stato molto diverso nelle due emissioni di prestiti obbligazionari, quelli con warrant per singola azienda (garantiti, per Antinori e Frescobaldi, da Mediobanca) e quelli con warrant per più aziende (è l'istituto di credito che garantisce, cioè Meliorbanca). "Case d'altissimo pregio - spiega il presidente di Meliorbanca e regista dell'operazione, Pier Domenico Gallo - ma conosciute solo da una ristretta cerchia d'intenditori; abbiamo quindi elaborato anche azioni di divulgazione dell'operazione, cui ne seguiranno altre. Il prestito lanciato assieme alla Caboto, ed in collaborazione con la Emprimer (società specializzata nella selezione di prodotti enologici) prevede che, alla cedola annua di interesse, pari al 2%, si aggiungano i warrant per l'acquisto a prezzi prefissati dei vini: Barolo Selezione Fratelli Oddero, Barbera-Cabernet Selezione Viticoltori dell'Acquese, Barbaresco Selezione Dante Rivetti, Merlot Selezione Dal Ferro-Lazzarini e Spumante Classico Selezione Terra.




VERSO UN MERCATO DEI FUTURES SUL VINO

Un future sul vino ? "Perché no. Ci stiamo pensando - ha rivelato sulle pagine di un importante quotidiano nazionale il 23 maggio 2000 l'amministratore di Piazza Affari, Capuano - la nostra divisione derivati sta infatti iniziando a valutare l'idea di realizzare un prodotto di questo tipo. Non si tratterebbe ovviamente di dar vita a scambi di partite di Brunello di Montalcino, Barolo, Barbaresco sulla rete di Piazza Affari, ma di stabilire piuttosto un contratto di tipo finanziario che possa essere di riferimento alle quotazioni di una determinata vendemmia. Le difficoltà sono legate essenzialmente agli intermediari ed ai produttori. Da valutare poi anche l'interesse del mercato". Ma sono in molti a giurare che l'iniziativa andrà avanti anche perché la Borsa di Parigi avvierà, dal gennaio 2001, le contrattazioni sul "Winex", il future che avrà come base una cassa di "bordeaux primeur".





I PARTICOLARI DI ALCUNE EMISSIONI

DI "FUTURES" SUL VINO


BRUNELLO DI MONTALCINO






































































Produttore Annata Emissione Ritiro Lotto

(6 bot)
Prezzo uscita

(indicativo)
Castello Banfi 95 96 2000 7000 210.000
Castello Banfi 97 98 2002 8000 300.000
Siro Pacenti 93 96 1998 2000 240.000
La Gerla 97 97 2002 1100 350.000
La Togata 97 97 2002 500* 120.000
Fattoria Barbi 96/97 98 2002 2000 290.000
Fattoria Barbi** 97/98 2000 2003 2.000 300.000


- * "futures" da 2 bottiglie

- ** con garanzia della Banca Nazionale dell'Agricoltura

- Il Consorzio del Brunello, nel dicembre '97, ha collocato 1.200 "futures" (6 bottiglie) a 360.000. Il ricavato è destinato al recupero di un'opera d'arte nelle zone terremotate dell'Umbria (chiesa e campanile di Sellano).

 



BAROLO






































Produttore Annata Emissione Ritiro Lotto

(6 bot)
Prezzo uscita

(indicativo)
Tenimenti 97 98 2001 5000 300.000
Fontanafredda

Tenimenti
98 99 2002 5000 350.000
Fontanafredda*

Gigi Rosso
97 97 2002 2000 200.000


* Lotto: 6 bottiglie Selezioni Barolo o 2 magnum Selezioni Barolo



FUTURES & EN PRIMEUR: ALTRE EMISSIONI

Nel '98 ci sono state, inoltre, tante altre emissioni di "futures" o vendite en primeur: i future della casa vinicola valtellinese Nera con lo Sforzato '97, venduto in lotti da 6 bottiglie a 300.000 lire; l'azienda Chiarlo ha emesso certificati per 96 bottiglie della vendemmia '97 di Barolo cru Cerequio e 12 Barolo cru Cannubi a 3.196.800 lire; vendita en primeur anche per l'Amarone: nessun certificato, ma accordi tra alcuni produttori e buyer, ristoratori ed enotecari di ogni parte del mondo; Francesco Siciliani, proprietario della Fattoria San Francesco, ha proposto la formula dei futures sul Cirò, grande vino rosso di Calabria; nel giugno 1999, la Cantina La Vis, una delle migliori espressioni enologiche italiane, ha venduto esclusivamente en primeur le 35.000 prestigiose bottiglie di "Ritratto Bianco '97" (primo esempio in Italia di "en primeur" su un vino bianco); nel settembre 2000, la Banca di Roma fa fatto il suo esordio nel mercato dei "futures" dei vini, con il lancio dei certificati "en primeur" del Gattinara Docg di Sergio Gattinara, acquistabili agli sportelli della Banca a 175.000 lire, cui va aggiunta una commissione di 5.000 lire (ogni certificato, che è garantito dalla Banca di Roma, è rappresentativo di 6 bottiglie di Gattinara Docg, che saranno recapitate direttamente a casa dell’acquirente alla fine del periodo di invecchiamento entro la data indicata sul certificato stesso).




I "WARRANT" SUL BRUNELLO

(ANTINORI - FRESCOBALDI & MEDIOBANCA)

Di diverso tipo, le operazioni Mediobanca-Antinori (realizzata nel marzo '98) e Mediobanca-Frescobaldi (realizzata nel settembre '98).

Marchese Antinori

Prestito obbligazionario per un valore di 15 miliardi, suddiviso in 15.000 titoli da 1.000.000 lire. Il rimborso avverrà per un terzo nel settembre 2000, nel settembre 2001, nel settembre del 2002. In occasione di ciascun rimborso parziale del prestito obbligazionario, con il warrant, il risparmiatore potrà anche esercitare il diritto ad acquistare dalla Antinori una cassa da 6 bottiglie di Brunello di Montalcino - a cui corrisponde l'obbligazione sottoscritta (che frutta un interesse fisso del 2%, cioè un 2,5% in meno rispetto ad un titolo di Stato, remunerato però con il vantaggio ottenibile con il warrant) - allo stesso prezzo praticato all'enoteca al momento della commercializzazione (cioè dopo 5 anni), anziché al prezzo al dettaglio, che normalmente subisce un ricarico del 40/50%.

Frescobaldi

L'operazione è collegata ad un prestito obbligazionario di 10 milioni di ECU (circa 20 miliardi) che Mediobanca ha aperto a favore della Frescobaldi. Tecnicamente, il meccanismo è identico a quello degli Antinori: cioè 5.000 emissioni del valore di 2.000 Ecu. Ad ogni titolo, saranno abbinati 4 warrant che, alla scadenza (2001, 2002, 2003, 2004), daranno al possessore la possibilità di acquistare da Frescobaldi una cassa da 6 bottiglie di Brunello annata '96 e '97. I warrant danno il diritto di acquistare il famoso vino ad un prezzo mediamente inferiore del 40% circa rispetto al listino che la Frescobaldi pratica al pubblico.

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