I ruderi del Castello del Terriccio ci riportano indietro di mille anni. Strategicamente posizionato in cima alle colline, serviva ai Pisani come luogo di guarnigione e torre di avvistamento contro gli attacchi dei pirati saraceni. A cavallo tra il mille duecento ed il mille trecento il vescovo di Pisa, in nome della Chiesa Romana, concesse in enfiteusi la tenuta ai conti Gaetani, che la possedettero per cinque secoli. In questo periodo la realtà fortificata del castello lasciò il posto ad un attività agricola sempre più consistente. Il Terriccio diventò una classica fattoria Toscana, dove si coltivavano grano, uva e olive. Alla fine del seicento il Terriccio fu acquistato dai principi polacchi Poniatowski dalla famiglia Gaetani, rimasta senza eredi. A loro rimase fino alla prima guerra mondiale. Nell’ immediato dopoguerra, il Terriccio diventò proprietà della famiglia Serafini Ferri che, con importanti interventi di miglioramento fondiario, trasformò profondamente la fisionomia dell’azienda. Ma il vero cambiamento di rotta è avvenuto nel 1975, quando Gian Annibale Rossi di Medelana Serafini Ferri la ereditò. E’ lui, infatti, che ha praticamente rifondato l’azienda, votandola alla vitivinicoltura. Ed è a lui che va soprattutto il merito di avere difeso gelosamente un patrimonio di grande valore, tramandatosi senza alcuna spartizione, che ha conservato intatte tradizione e bellezza.
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