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INCHIESTA WINENEWS: LA VENDEMMIA 2002 SARA’ RICORDATA PER MALTEMPO E BASSA PRODUZIONE, MA NON MANCANO SORPRESE SUL FRONTE DELLA QUALITA’

Italia
Scene di vendemmia in Toscana

Les jeux sont fait : dopo settimane trascorse a scrutare il cielo in attesa del sole, dopo giorni passati a compilare l’inventario dei danni provocati dalla grandine e dal maltempo, dopo pronostici discordanti e stime contraddittorie, i vignaioli di tutta Italia sono passati all’azione. Dalla Lombardia alla Sicilia, quasi ovunque la vendemmia è entrata nella fase operativa. Winenews, uno dei più “cliccati” siti di informazione sul vino, ha chiesto ad alcuni tra i più importanti personaggi dell’enologia un giudizio su questa annata a “due facce”: c’è chi esulta, chi si accontenta, ma anche chi mastica amaro. La prima sintesi la fornisce Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini: «Il 2002 sarà ricordato come l’annata più magra degli ultimi decenni, con una produzione che, secondo le nostre stime, si attesterà intorno ai 49 milioni di ettolitri (-5% sul 2001). A determinare questo risultato negativo sono state sia le avverse condizioni meteorologiche, maltempo al Nord e siccità al Sud, sia problemi di malattie nei vigneti». Ma andiamo, più nel dettaglio, nelle varie regioni: qual è il parere degli addetti ai lavori sulla vendemmia in corso? Secondo l’enologo Carlo Ferrini: «Lo “stato dell’arte” in Centro Italia è quello di una vendemmia di livello tra sufficiente e medio. In Toscana la zona più fortunata è la Maremma, grazie ad un clima favorevole». L’agronomo Leonardo Valenti non si sbilancia nel dare giudizi sull’annata: «Il tempo dell’attesa non è ancora finito: mai come quest’anno occorre avere pazienza e non lasciarsi prendere dal panico. La cosa migliore è aspettare ancora, sperando che le uve raggiungano un discreto grado di maturazione, a costo di perdere una parte del raccolto. Questa vendemmia in generale avrà una qualità media, ma con punte di eccellenza che dipenderanno, oltre che dalle condizioni climatiche nei diversi territori, anche dalla capacità delle aziende di selezionare le uve. I vini del 2002? Forse poco strutturati, ma senz’altro eleganti». Una visione “privilegiata” sulla vendemmia al Sud, ed in particolare nelle isole, vere trionfatrici del 2002, ce la fornisce Giacomo Tachis, maestro indiscusso degli enologi italiani: «Un ottimo raccolto in Sicilia e Sardegna, dove, a fronte di una diminuzione della quantità prodotta (dal 20 al 30% in meno sul 2001) si riscontra una qualità eccezionale, la migliore degli ultimi anni, specialmente per i vini rossi». Anche Franco Giacosa, enologo delle 11 tenute della famiglia Zonin, è d’accordo: «Davvero fantastica la vendemmia in Sicilia. Nel Nord abbiamo finito di raccogliere quasi tutte le uve: in Veneto, a Gambellara, la qualità è ottima, con una riduzione consistente per quanto riguarda la quantità, fino al 20% in meno rispetto al 2001. In Friuli la qualità si presenta molto buona, con un aumento del 5% nella quantità».

La parola ai produttori
La raccolta dell’uva è ormai iniziata in quasi tutte le regioni: Winenews ha chiesto un giudizio su questa vendemmia “a due facce” anche ad alcuni tra i più importanti nomi dell’enologia italiana.

Il Piemonte è la regione in cui la vendemmia sembra più indietro rispetto al resto d’Italia: qui si partirà alla fine di settembre con la raccolta di uve nebbiolo da Barbaresco, e dopo qualche giorno con le uve nebbiolo da Barolo. Ernesto Abbona della cantina Marchesi di Barolo afferma: «Non voglio essere né ottimista, né pessimista: quando avremo raccolto tutte le uve potrò esprimere un giudizio definitivo sull’annata. Ci tengo però a sottolineare che, a causa dei danni provocati dal maltempo, i Consorzi del Barolo e del Barbaresco, insieme a tutte le associazioni di categoria, hanno deciso di attuare una politica di riduzione delle rese per ettaro. Si va da una soglia minima del 20%, consigliata a tutti i produttori, fino al 70% nelle zone colpite dalla grandine. Questo è un impegno gravoso per le aziende, ma rappresenta una garanzia importante per i consumatori». Angelo Gaja fa una considerazione più generale sugli ultimi anni: «Sette annate consecutive in Piemonte, dal 1995 al 2001, di livello da molto buono ad eccellente, roba mai vista prima in passato, avevano finito per creare una situazione paradossale. Inconsciamente, in molti hanno cominciato a sperare in un’annata 2002 normale, se non anche modesta». Secondo Franco Giacosa (Castello del Poggio a Portacomaro d'Asti) la situazione in Piemonte non è molto felice: «Il maltempo ha causato una maturazione delle uve “a macchia di leopardo”: siamo ancora in attesa di un miglioramento del clima per vendemmiare Grignolino e Barbera». Raffaella Bologna di Braida sta aspettando il bel tempo per portare a termine la vendemmia nei vigneti della Barbera: «Non abbiamo subito per fortuna danni dalla grandine, come in altre zone del Piemonte, ma a causa della mancanza di sole ci sono stati rallentamenti nella maturazione delle uve. Stiamo facendo molta selezione in cantina, utilizzando il doppio del personale, e questo ovviamente comporta per l’azienda un innalzamento dei costi di produzione». In Friuli Venezia Giulia, Ornella Venica della Venica & Venica traccia per il Collio un quadro positivo: «Abbiamo avuto la fortuna di avere molte belle giornate di sole, dal 20 agosto fino ad ora: questo ha permesso alle uve di raggiungere una buona maturazione ed una perfetta sanità. La vendemmia è terminata quasi ovunque, quest’anno è stata molto breve, abbiamo finito nel giro di due settimane. La quantità delle uve raccolte è diminuita del 20%, ma la qualità è decisamente buona, per alcuni vini addirittura superiore alla media». In Lombardia, la Franciacorta sembra essersi ripresa bene dalle intemperie di agosto. Mattia Vezzola della cantina Bellavista parla di una vendemmia impegnativa, ma in grado di regalare grandi soddisfazioni: «Abbiamo finito di raccogliere le uve per le basi dei nostri spumanti nella prima settimana di settembre. Dal punto di vista della qualità le analisi hanno rilevato parametri eccezionali, soprattutto per quanto riguarda acidità e zuccheri. Posso affermare che questa sarà per noi una delle migliori vendemmie degli ultimi anni». Maurizio Zanella di Ca’ del Bosco racconta «Sì, questa è una vendemmia difficile. Eppure, non voglio passare da millantatore, ma se il raccolto è disastroso sul fronte della quantità può riservare grandi sorprese dal punto di vista qualitativo. Lo dimostra il fatto che quest’anno produrrò la mia “riserva”, la Cuvèe Annamaria Clementi, seppure in quantità limitata». Buone notizie dall’Oltrepò Pavese: nella Tenuta Il Bosco, Gianni Zonin parla di una vendemmia perfettamente nella norma: «La quantità di uve raccolte si attesta sui valori degli scorsi anni, e la qualità è buona, in particolare per la Bonarda e le basi degli spumanti». Dal Trentino buone notizie per gli amanti delle “bollicine”: nei vigneti della Ferrari è già stato raccolto lo chardonnay, vitigno base di uno più prestigiosi spumanti “made in Italy”. Giampietro Comolli spiega: «Abbiamo terminato, lasciando per ultime le uve destinate ai nostri spumanti millesimati, quelle dei vigneti d’alta quota. Per noi è stata un’ottima vendemmia, anche se c’è da registrare un calo quantitativo del 20%, dovuto in parte alle gelate primaverili, in parte alla nostra scelta di diradamento in vigneto». Fausto Peratoner della Cantina La Vis, una delle più importanti cantine sociali trentine, parla di una buona vendemmia, a dispetto delle negative previsioni iniziali causate dal maltempo: «Dopo la prima settimana di settembre si sono susseguite molte belle giornate, che ci hanno permesso di terminare quasi tutto il raccolto delle uve bianche. Abbiamo registrato un meno 10% sul fronte della qualità, ottimi i valori scaturiti dalle prime analisi sulle uve. Per i rossi è ancora presto, inizieremo a vendemmiare tra una decina di giorni, sperando nel bel tempo». In Veneto, nella zona del Prosecco di Valdobbiadene, la vendemmia è in pieno svolgimento: «Abbiamo ormai raccolto oltre il 60% delle uve - spiega Gianluca Bisol - contiamo di finire nel giro di un paio di settimane. I grappoli sono perfetti: a fronte di una riduzione della quantità (circa il 30% sul 2001) i livelli qualitativi sono eccezionali, in particolare per i profumi, fondamentali in un vitigno aromatico come il Prosecco». La Valpolicella è stata una delle zone più colpite dalle grandinate di inizio agosto: Sandro Boscaini della Masi, una delle firme più conosciute del territorio, non è molto ottimista sugli esiti di questa annata: «Purtroppo, la situazione non è delle più rosee: la grandine ha danneggiato gravemente i vigneti dai quali provengono i nostri “cru”, che quest’anno ovviamente non produrremo. A questo si sono aggiunte le piogge, che hanno impedito un’omogenea maturazione delle uve nelle aree del Bardolino e della Valpolicella. Abbiamo iniziato da pochi giorni la vendemmia: la produzione di Amarone quest’anno sarà sicuramente molto inferiore al solito, ma se avremo un buon autunno favorevole all’appassimento delle uve otterremo comunque bottiglie di discreto livello qualitativo». Passiamo alla Toscana: a Montalcino, la vendemmia è ormai in pieno svolgimento. Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino, spiega: «Il clima quest’anno non ci è stato molto amico, anche se il nostro territorio è stato per fortuna risparmiato da eventi particolarmente traumatici in grado di distruggere i raccolti e di impedire la produzione. Questa sarà un’annata nella quale le conoscenze e la preparazione del produttore faranno la differenza. Chi avrà saputo fare un buon lavoro nel vigneto e avrà applicato le esperienze migliori sarà in grado di presentare buone bottiglie». Stefano Cinelli Colombini della Fattoria dei Barbi sta concludendo la vendemmia in questi giorni: «Una stagione così anomala ha dimostrato ancora una volta che Montalcino gode di un’insolazione davvero unica nell’Italia centrale: infatti, nonostante il maltempo che ha colpito tutta la Toscana, le uve raccolte qui in alta collina presentano un buon grado di maturazione e gradazioni alcoliche di tutto rispetto». Anche Gianfranco Soldera (Case Basse), che produce un Brunello tra i più apprezzati, dice: «Sono soddisfatto: considerate le premesse, la vendemmia è andata meglio del previsto, grazie anche agli ultimi giorni di bel tempo. In cantina stiamo facendo un’operazione minuziosa, scegliendo grappolo per grappolo». E nel Chianti? Francesco Mazzei del Castello di Fonterutoli, una delle “griffe” più prestigiose del Chianti Classico, afferma: «Questa non sarà certo un’annata di quelle memorabili. Tuttavia, grazie ad un accurato lavoro di selezione sulle uve, otterremo vini di buon livello, in linea con l’immagine del territorio». Nel terroir del Morellino di Scansano Jacopo Biondi Santi lascia ancora in sospeso il giudizio sulla vendemmia: «Qui nei vigneti del Castello di Montepò dobbiamo ancora cominciare a raccogliere le uve, contiamo di farlo nei prossimi giorni. Nonostante le condizioni climatiche non certo ottimali degli ultimi mesi, le uve si presentano, tranne una minima parte, in buone condizioni». Com’è andata invece la vendemmia dei due “grandi” di Toscana, ovvero Sassicaia e Ornellaia? Il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, dalla Tenuta San Guido, dice: «Qui a Bolgheri il maltempo non ha influito per fortuna sulla qualità delle uve: abbiamo quasi finito la vendemmia, e siamo senz’altro ottimisti sugli esiti dell’annata. Per dare un giudizio definitivo dobbiamo naturalmente aspettare ancora». Thomas Duroux, enologo della Tenuta dell’Ornellaia (recentemente acquisita in joint venture dalle famiglie Mondavi e Frescobaldi), racconta: «In questi giorni abbiamo appena finito di raccogliere il merlot, con buoni risultati grazie alla tregua concessa dal maltempo. Stiamo per iniziare con il cabernet, sperando di avere altrettanta fortuna. Certo questa non è l’annata del secolo, ma sarà il vero banco di prova per dimostrare le potenzialità del terroir e la capacità di lavorare in vigneto». Renzo Cotarella, enologo di casa Antinori, fa una ricognizione a tutto tondo su Toscana ed Umbria: «In Toscana la situazione è piuttosto variabile: molto bene nella Maremma grossetana, abbastanza bene a Bolgheri, più difficile la vendemmia nel Chianti Classico, dove per il sangiovese occorrerà fare molta selezione. A Montalcino, grazie alla naturale buona esposizione, i danni del maltempo sono stati limitati. In Umbria quest’anno avremo bianchi sicuramente più leggeri, ma anche più profumati. Qualche problema con le uve rosse, che andranno scelte con cura. In entrambe le regioni la quantità del raccolto sarà inferiore del 10% sulle aspettative iniziali, proprio a causa della necessaria selezione da compiere sulle uve». Sempre in Umbria Marco Caprai, produttore “simbolo” del Sagrantino di Montefalco, dice: «Vendemmia difficile, che stiamo cercando di interpretare nella maniera migliore in cantina». Michele Bernetti, che con il padre Massimo guida la Umani Ronchi, una delle cantine più importanti delle Marche, spiega che a livello regionale c’è stata una diminuzione del raccolto del 10% sul 2001, e che quest’anno la selezione delle uve sarà fondamentale: «Noi abbiamo già vendemmiato oltre la metà dei vini bianchi, tranne il Verdicchio che è un vitigno dalla maturazione tardiva. Le analisi sul raccolto danno buoni risultati, con gradazioni zuccherine di tutto rispetto». Passiamo alla Campania, dove Mirella Capaldo di Feudi di San Gregorio, l’azienda che ha contribuito al “Rinascimento” del Sud, dice: «Anche se non sarà una di quelle annate da ricordare, le uve raccolte fino ad ora sono comunque buone. La quantità è diminuita perché abbiamo fatto molta selezione». Pareri univoci ed entusiasti arrivano invece dai produttori siciliani. Gianni Zonin, il più grande vignaiolo italiano, parla della vendemmia nel Feudo Principi di Butera: «Per la Sicilia l’annata 2002 è da annoverare tra le migliori del decennio: la quantità di uva raccolta è diminuita, a fronte di una qualità eccezionale soprattutto per i vigneti a bacca nera, che presentano gradazioni elevate e perfetta acidità. Stiamo finendo in questi giorni la vendemmia, il Nero d’Avola in particolare presenta valori davvero ottimali». Così anche Alessio Planeta, enologo di una delle più giovani e affermate griffe siciliane, definisce quella del 2002 una “super-vendemmia”: «Stiamo finendo di raccogliere le uve, per noi si tratta in assoluto di una delle migliori annate. Le temperature miti di settembre ci hanno permesso di ritardare la vendemmia, e questo ha consentito alle uve, in particolare le rosse, di raggiungere livelli qualitativi di eccellenza. La siccità estiva ha causato inoltre una riduzione naturale della quantità prodotta, innalzando ulteriormente la qualità. Insomma, questo sarà senz’altro l’anno della Sicilia!».

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