Rispunta la voglia di bianco. E non sulle passerelle delle sfilate di moda, ma nei gusti degli amanti del buon bere. Chi dava i bianchi come ormai sorpassati, definitivamente scalzati dai grandi vini rossi nelle preferenze dei consumatori, dovrà cominciare a ricredersi. Segnali di quella che si annuncia come una significativa controtendenza del mondo del vino arrivano dai mercati esteri. E sono soprattutto i Paesi del Nord Europa a mostrare un particolare apprezzamento per i bianchi “made in Italy”: Svezia, Norvegia e Finlandia hanno sensibilmente aumentato i consumi di etichette del nostro Paese; ma anche i mercati emergenti, come la Russia e la Cina, stanno andando nella stessa direzione. L’altra grande novità sta poi nella rivalutazione del vino bianco sul mercato americano, esplosa a partire dal 2001. E visto che il mercato americano fa tendenza, altri stanno seguendo la scia. Se finora la parte del leone è stata svolta da bottiglie create con vitigni internazionali, come il Pinot Grigio (che continua a ricoprire il ruolo di protagonista), lo Chardonnay e il Sauvignon, stanno aumentando le richieste di etichette prodotte con grandi vitigni autoctoni a bacca bianca. Ed è il Verdicchio, uno dei più classici e rinomati bianchi italiani e simbolo della vitivinicoltura marchigiana, uno dei più graditi all’estero: un apripista che sta registrando l’impennata di vendite tra le più alte degli ultimi anni. A confermare il boom dell’italianissimo Verdicchio all’estero è Michele Bernetti (Umani Ronchi), che gode di un osservatorio privilegiato perché la sua cantina, tra le più importanti d’Italia, esporta l’82% della produzione, destinata ad oltre 50 Paesi del mondo: “Stiamo assistendo - spiega Bernetti - ad una ripresa generale dei bianchi, in particolare di quelli ad alto profilo, ovvero bottiglie di grande personalità, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo e prodotte con vitigni autoctoni. Per il Verdicchio è un vero e proprio trionfo: + 10% nel 2002. In testa ai Paesi “innamorati” del più celebre bianco delle Marche c’è la Svezia, da sempre mercato dominato dai grandi vini rossi, e in cui oggi bere Verdicchio è diventato di gran moda, soprattutto tra i giovani. Anche Stati Uniti e Giappone hanno incrementato sensibilmente la loro richiesta di Verdicchio. Ma sto rilevando anche in Italia - continua Bernetti - una riscoperta del bianco di qualità: tra addetti ai lavori, vignaioli, appassionati e operatori c’è una maggiore sensibilità verso questa tipologia di vino, che però deve possedere caratteristiche ben precise: ovvero provenire da vitigni autoctoni ed esprimere con eleganza e carattere il territorio da cui proviene. Siamo talmente sicuri di questi segnali sul ritorno dei bianchi che, in una fase in cui tutti o quasi puntano sul rosso, noi abbiamo acquistato nuovi ettari di vigneto a Verdicchio…”. Oltre al Verdicchio, gli altri vitigni per i quali si registra nel nostro Paese un incremento nelle preferenze e nei consumi sono Greco e Fiano, i grandi bianchi della Campania, il profumato Gewürztraminer dell’Alto Adige, gli originali Tocai e Ribolla Gialla del Friuli Venezia Giulia, l’antico Cortese del Piemonte. Non più relegato al ruolo di vino da pesce o vino da estate, il bianco si prepara dunque a vivere una nuova stagione da protagonista.
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